Pittore (Aberdeen 1915 - Provincetown, Mass., 1991). Intraprese studî di filosofia e di estetica presso la Stanford University e la Harvard University, approfondendo il suo interesse per la cultura europea con soggiorni in Francia e in Gran Bretagna. Stabilitosi nel 1940 a New York, fondamentali per la scelta di dedicarsi alla pittura furono l'incontro con M. Schapiro, l'amicizia con Matta e la frequentazione di artisti europei, soprattutto surrealisti, rifugiati a New York. Tra i principali esponenti dell'espressionismo astratto, M. si distinse per il particolare rigore intellettuale. Dopo i primi dipinti e collages evocanti figurazioni pittografiche (Pancio Villa morto e vivo, 1943, New York, Museum of modern art; Collage n. 1, 1945, Cambridge, Mass., Harvard University Museum; Il cigno di Mallarmé, 1944-47, Cleveland, Museum of art), elaborò dal 1948 una serie (oltre 150 tele) ispirata dalla guerra civile spagnola (Elegia basca, 1953-54, Colonia, Ludwig Museum; Elegia n. 54, 1957-61, New York, Museum of modern art; Elegia n. 78, 1962, New Haven, Yale University art gallery): prevalentemente bicromi (nero su bianco), i dipinti presentano irregolari bande verticali e forme ovoidali sospese. Dalla fine degli anni Sessanta sperimentò anche, nella serie Aperto (Open), campi cromatici saturi segnati da semplici partiture geometriche (Open n. 24, in variazioni arancione, 1968, New York, Museum of modern art; Open 121, 1969, Londra, Tate Gallery). Autore anche di opere monumentali (Elegia della riconciliazione, 1978, murale nella National Gallery di Washington), M. accompagnò a quella creativa un'intensa attività didattica e critica: oltre alla breve ma importante esperienza della scuola Subject of the artist (1948-49), fondata con W. Baziotes e M. Rothko, all'insegnamento al Black Mountain College e al Hunter College, tra l'altro curò, dal 1968, la collana Documents of the 20th century art.