road map
<rë'ud mäp> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Espressione (letteralmente «carta stradale» e, fig., «piano d'azione») utilizzata per indicare il percorso, la tabella di marcia per la creazione di uno Stato palestinese indipendente. La r. m. ha costituito un tentativo per far ripartire i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi dopo il fallimento del vertice di Camp David nel 2000. Il piano, adottato congiuntamente nel 2003 da Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Nazioni Unite, si articolava intorno a tre fasi: la prima prevedeva un'incondizionata cessazione del terrorismo e della violenza da parte palestinese, il congelamento dei nuovi insediamenti israeliani, l’abolizione progressiva delle restrizioni alla libertà di movimento e la normalizzazione della vita palestinese (nuova costituzione ed elezioni). Nella seconda fase tutti gli sforzi sarebbero stati concentrati sulla creazione di uno Stato autonomo palestinese con confini provvisori, sebbene nessuna proposta concreta venisse avanzata sui temi più controversi (ritorno dei profughi, Gerusalemme Est). La fase finale, da chiudersi nel 2005, avrebbe dovuto sancire la nascita dello Stato palestinese e ristabilire le relazioni tra Israele e gli Stati arabi. La sfiducia reciproca tra le parti e soprattutto le numerose riserve avanzate dal governo israeliano hanno fatto arenare la r. m. all’inizio della prima fase, bloccata dalle accuse reciproche di inadempienza e presto considerata lettera morta. Per gli sviluppi del processo di pace v. anche Israele-Palestina, processo di pace.