LEVI-MONTALCINI, Rita
Neurobiologa, nata il 22 aprile 1909 a Torino e morta il 30 dicembre 2012 a Roma. Considerata tra i più importanti scienziati della sua epoca,nel 1986 le è stato assegnato il premio Nobel. È stata anche nominata senatrice a vita.
Nel 1936 si laureò in medicina all’Università di Torino. Tra i suoi docenti figurò l’istologo Giuseppe Levi, che ebbe un notevole influsso nell’indirizzarne l’approccio ai temi scientifici e con il quale cominciò a studiare il sistema nervoso. Allontanata dal mondo universitario italiano dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali (1938), proseguì la sua attività presso l’Università di Bruxelles, per poi tornare a Torino poco prima dell’invasione nazista del Belgio. Riuscì a continuare i suoi studi sullo sviluppo e sul differenziamento del sistema nervoso allestendo un piccolo laboratorio privato. Nel 1947 si trasferì negli Stati Uniti, dove cominciò a insegnare alla Washington University di St. Louis. Fu in questo periodo che cominciò a ipotizzare la presenza di fattori cellulari capaci di stimolare e regolare la differenziazione neuronale e la crescita delle fibre nervose. Tra il 1951 e il 1952 arrivò così a identificare l’NGF (Nerve Growth Factor), una proteina attiva nel controllare la differenziazione, il tropismo e il trofismo nel sistema nervoso centrale e periferico. Questa scoperta ebbe un ruolo determinante nella comprensione dei meccanismi che regolano lo sviluppo del sistema nervoso, evidenziando una plasticità neuronale che contraddiceva l’idea, all’epoca diffusa, di un sistema rigidamente programmato per via genica e sostanzialmente statico. Grazie al fattore di crescita nervoso, nel 1986 L.-M. fu insignita del premio Nobel per la fisiologia o la medicina, insieme al biochimico Stanley Cohen, suo collaboratore per le ricerche sull’NGF.
La successiva attività di L.-M. riguardò sempre l’analisi dei meccanismi d’azione dell’NGF, conseguendo risultati che le permisero, tra l’altro, di aggiungere nuovi apporti alla comprensione di patologie come la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Continuò a insegnare presso la Washington University fino al 1977, collaborando contemporaneamente con numerose istituzioni italiane. Tornata definitivamente in Italia, proseguì la sua carriera presso il Consiglio nazionale delle ricerche. Inoltre, nel periodo 1993-98 ricoprì la carica di presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, mentre nel 2005 fondò lo European brain research institute (EBRI), centro di ricerca scientifica internazionale per lo studio delle neuroscienze.
Numerosi sono stati i riconoscimenti che la scienziata ebbe nel corso della sua carriera. Tra gli altri, fu la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle scienze (1974), fu socia dell’Accademia nazionale dei lincei (1976) e dell’Accademia delle scienze detta dei XL, della National Academy of sciences statunitense e della Royal Society britannica, ricevette il premio Antonio Feltrinelli per le scienze mediche nel 1969. Inoltre, nel 2001 fu nominata senatrice a vita per i suoi meriti scientifici e sociali e nel 2008 fu insignita della prima medaglia d’onore dell’Accademia di Francia a Roma.
Tra le sue ultime opere da ricordare Cronologia di una scoperta (2009) – che rappresenta non solo la storia della scoperta dell’NGF, ma anche un viaggio verso la conoscenza del sistema nervoso – e, in collaborazione con Giuseppina Tripodi, L’altra parte del mondo (2009), nel quale è esaminato il contributo che le donne, con le loro peculiarità, potrebbero offrire alla risoluzione dei problemi del mondo. Per l’Istituto della Enciclopedia Italiana ha fatto parte, insieme a David Baltimore, Renato Dulbecco e François Jacob, del comitato editoriale di Frontiere della vita (1998) e inoltre ha redatto diversi contributi, tra i quali la voce Nerve growth factor: i precedenti scientifici per l’Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000).