RISOLUZIONE
. È termine proprio della tecnica armonica, e con esso s'indica il soddisfacimento delle tendenze risolutive insite nei complessi fonici dissonanti. La sensibilità armonica moderna non distingue più i concetti di consonanza e di dissonanza in base a un preteso loro effetto gradevole o sgradevole, ma sibbene secondo un carattere o effetto positivo, che è quello della stasi o del moto. Una geniale teoria, risalente a G. Zarlino (sec. XVI), ripresa e ampliata da J.-Ph. Rameau, da G. Tartini e recentemente da H. Riemann, ha illustrato, in modo non oppugnabile, una sorta di flusso e riflusso tra gli armonici (suoni concomitanti) superiori e quelli inferiori. I primi tendono a cadere sui secondi, dando origine alla cadenza perfetta o tonale; gl'inferiori a loro volta aspirano a risalire verso i superiori, generando così la cadenza plagale, che, per il suo appoggio sul modo maggiore, dà l'idea di un risollevarsi da oscure regioni verso le sfere della luce. Questi due movimenti sono i primi ed essenziali esempî di risoluzione, sui quali la scienza armonica ha poi foggiato per analogia i rapporti risolventi tra i numerosi aggregati di suoni, da essa praticati nel suo svolgimento storico. Si è poi ammesso, vicino al principio dell'assecondamento delle tendenze (risoluzioni attuate), quello del contrasto delle tendenze stesse (risoluzioni sospese, differite o addirittura elise). Tale principio ha ampliato moltissimo gli orizzonti dell'armonia e delle sue capacità espressive.