RIO BRANCO, José Maria da Silva Paranhos, visconte di
Uomo politico brasiliano, nato a Bahía nel 1819, morto a Rio de Janeiro nel 1880. Deputato, senatore, pubblicista, varie molte ministro, incaricato di delicate missioni diplomatiche, organizzatore del governo provvisorio del vinto Paraguay dopo la guerra della Triplice Alleanza, capo del partito conservatore, presidente del consiglio dei ministri. In questa ultima qualità fece approvare dalle camere la legge, cosiddetta "aurea", per la liberazione, fin dalla nascita, dei figli di schiavi (28 settembre 1871).
Suo figlio, di ugual nome, barone do Rio Branco (Rio de Janeiro, 1845-1912), fu anch'egli uomo politico e scrittore. Deputato, poi console, dedicò gli anni della giovinezza e della maturità allo studio della storia, della geografia e della cartografia sudamericane. La sua eccezionale competenza in esse lo designò alla missione di avvocato del Brasile nelle questioni di limiti con l'Argentina (per il territorio delle Missioni) e con la Francia (per il territorio della Guiana). Tenne la direzione del Ministero degli affari esteri, durante la presidenza di Rodriguez Alves (1902-1906) e dei tre successori, Alfonso Penna, Nilo Beçanha, Hermes da Fonseca, fino alla sua morte (10 febbraio 1912). Come ministro concluse un numero considerevole di trattati d'arbitrato con altri paesi sudamericani; con la Bolivia negoziò quello dell'Acre, che aumentò di 191.000 kmq. il territorio del Brasile.
Opere: Esbôco de história do Brasil; Episodios da guerra do Prata; Annotaçoes a guerra da Triplice Alliança; Ephemerides brasileiras; Memorias sobre as questões das Missões e do Amapá.