RINITE (dal gr. ῥίς "naso")
Si designano con questa denominazione generica i processi infiammatorî che colpiscono la mucosa nasale. Il capitolo delle riniti è uno dei più vasti e interessanti della rinologia, sia per la varietà delle forme morbose che esso comprende, sia per l'importanza che le infiammazioni della pituitaria assumono, non solo nei riguardi dell'organo affetto, ma altresì in rapporto all'intero organismo. Si sa infatti che il naso è deputato a determinate funzioni, che si esplicano allorquando la mucosa di rivestimento delle cavità nasali è sana e quando il calibro delle cavità stesse è tale da consentire un sufficiente passaggio all'aria respiratoria.
Questa non deve venire introdotta direttamente attraverso la bocca, ma deve invece passare per le fosse nasali, dove subisce dei processi di riscaldamento, d'inumidimento e di depurazione che la rendono atta a giungere a contatto della delicata mucosa bronchiale senza suscitare fenomeni irritativi. L'infiammazione della mucosa nasale, per il semplice fatto del turgore flogistico che provoca, altera profondamente il normale ritmo della funzione respiratoria e perciò costituisce un non lieve nocumento al benessere organico, a prescindere dai più gravi e profondi guasti che il processo rinitico può provocare nella trama dei tessuti nasali. A seconda del modo d'insorgenza e della durata, si distinguono le riniti in acute e croniche; a seconda della causa che le produce si dividono in idiopatiche, infettive, vasomotorie.
Le riniti idiopatiche comprendono le forme provocate da cause meccaniche, come traumi diretti o indiretti, inalazioni di polveri vegetali o minerali che agiscono solo in via meccanica, quelle dovute a cause chimiche, come inalazioni di vapori di zolfo, di cloro, di bromo e simili, oppure per eliminazione dall'organismo di speciali sostanze medicamentose (p. es., corizza iodica); e infine quelle da cause termiche. Le variazioni climatiche, il freddo umido e il vento che agiscono sull'intero organismo o su alcune parti di esso (capo, estremità), la troppo prolungata esposizione ai raggi solari in certe stagioni dell'anno (autunno, inverno) possono determinare rapidamente una rinite. Si deve osservare però che queste cause fisico-chimiche agiscono soltanto come predisponenti; le cause occasionali devono ricercarsi nei germi, sia che si esalti il microbismo latente delle fosse nasali e divengano quindi patogeni germi che sono ospiti saprofiti normali del naso, sia che germi virulenti vengano in qualche modo introdotti nelle cavità nasali.
Il gruppo delle riniti infettive abbraccia alcune forme primitive, come la rinite gonorroica dei neonati e la rinite difterica, e una serie di lesioni sintomatiche o secondarie, come quelle che precedono o seguono certe malattie infettive, quali il morbillo, la scarlattina, la pertosse, l'influenza, le eruzioni del periodo secondario della lue, forme tutte che rappresentano una localizzazione dell'infezione sovrapposta alla malattia generale. Una classe a sé è costituita da certe riniti infettive specifiche (quali sono, per esempio: ozena, morva, lebbra, actinomicosi, sporotricosi, leishmaniosi, tubercolosi, sifilide, rinoscleroma, ecc.), le quali si caratterizzano, oltre che per peculiari aspetti rinoscopici, per lo spiccato torpore del loro andamento clinico.
Infine, le riniti vasomotorie rappresentano una manifestazione locale di un disordine organico generale, e precisamente di un disquilibrio neuro-vegetativo. Esse compaiono in individui nevrotici per cause banali, come, p. es., l'annusare alcuni profumi, lo stimolo di una luce troppo intensa, i passaggi troppo bruschi dal caldo al freddo, l'uso di certi cibi, l'applicazione nel cavo nasale di particolari medicamenti (cocaina, adrenalina, mentolo), o sotto lo stimolo di alcune speciali condizioni fisiologiche (mestruazione). La febbre o asma da fieno, o corizza nervosa o spasmodica, detta anche male di Bostock, o idrorrea, o rinorrea sierosa, o rinite vasomotoria, asma estivo o autunnale, asma da rose, hay fever rientra nelle lesioni nervose del naso, ma rappresenta una forma a sé.
Le alterazioni anatomopatologiche delle riniti variano naturalmente di molto a seconda della natura e della forma clinica della malattia. Così, accanto a semplici e banali note flogistiche di arrossamento, d'infiltrazione, d'ipersecrezione della mucosa, quali si possono avere in certe forme di riniti catarrali, si riscontrano in altri casi fatti d'ipertrofia del rivestimento mucoso e anche dello scheletro osseo nasale, come si verifica, per esempio, nelle riniti catarrali croniche, dette appunto ipertrofiche, o, all'opposto, si producono profonde alterazioni nutritizie della mucosa stessa e alterazioni cariose e necrotiche dello scheletro osteocartilagineo del naso.
Per quanto si riferisce alle forme cliniche delle riniti, meritano speciale menzione alcune categorie di dette affezioni, sia per il peculiare andamento della malattia, sia per l'importanza che la malattia stessa assume in rapporto a condizioni organiche affatto particolari, che rendono più grave o più molesto il complesso morboso. Alludiamo specialmente alle riniti dei bambini, la cui mucosa nasale si presta assai bene all'attecchimento dei piogeni, a motivo delle ristrettezze delle fosse, dello stentato circolo d'aria e per la difficoltà con cui vengono espulse le secrezioni. Per l'ostruzione delle cavità nasali provocata dal processo infiammatorio il respiro è ostacolato e accelerato e il secreto caustico determina spesso arrossamento delle narici e del labbro superiore con escoriazioni che possono ricoprirsi di un essudato fibrino-purulento difteroide. Se, come spesso succede, il processo rinitico si svolge in un lattante, si ha un grave ostacolo all'allattamento, giacché il piccolo infermo è obbligato ad abbandonare di continuo il seno per respirare per la bocca. Ove la malattia non risolva rapidamente, si produce uno stato di esaurimento con arresto o regressione nel normale aumento di peso. Talora può intervenire anche minaccia di asfissia.
Altra forma clinica di rinite, che va menzionata per la sua larghissima diffusione e per la grave molestia che arreca al paziente, è la rinite spasmodica. Si tratta di una curiosa manifestazione patologica, che trova la sua ragione d'essere se non essenziale - certo più frequente - nello stimolo recato dal polline di alcune piante, il quale penetrando nelle vie del respiro eccita le terminazioni nervose della mucosa e provoca profusa lagrimazione, arrossamento delle congiuntive, crisi parossistiche di sternuti, abbondante scolo nasale di liquido sieroso e talora anche accessi d'asma. La malattia colpisce individui con sistema nervoso eccitabile, con instabilità dei centri vasomotorî, con diatesi artritica o gottosa ereditaria. Un cenno speciale merita anche la rinite ipertrofica, la quale ha come segno clinico precipuo l'ostruzione delle fosse nasali, con tutti gl'inconvenienti collegati a tale stato patologico. Tale forma morbosa può indeterminate circostanze condurre ad alterazioni anatomopatologiche dei tessuti, tali da provocare la formazione di polipi.