ringavagnare
Parasinteto verbale di conio dantesco usato nell'immagine del villanello che, sbigottito dai campi bianchi di neve che egli crede coperti di brina, poi... la speranza ringavagna, / veggendo 'l mondo aver cangiata faccia / in poco d'ora (If XXIV 12), " idest, recuperat spem perditam. Et nota quod autor facit pulcerrimam transumptionem vocabuli in tali casu; nam cavagna est cista rusticana, et autor ex nomine trahit tale verbum, quod optime competit materiae rusticanae " (Benvenuto; che viene accettato pienamente dal Pagliaro, Ulisse 608).
R. significa dunque " ricoglier nella cesta di nuovo la cosa gittata o cadutane fuori " (Castelvetro), onde l'espressione vale contestualmente, come dice l'Ottimo, " tutto si riconforta " (e si veda anche il Buti: " la speranza il ringavagna; cioè lo conforta; o vogliamo dire e la speranza ringavagna; cioè ripiglia la speranza che avea perduta "). Il Parodi (Lingua 215 e 267) dice che " gavagne cestoni... era, secondo qualche antico commentatore, del uso toscano, com'è tuttora cavagnu cesta o canestro in Liguria e altrove "; e accosta a questo passo il fidanza non imborsa di If XI 54. Il Petrocchi (ad l.) accenna alle modifiche introdotte dai copisti, tra le quali riguadagna; e infatti il Landino nota: " Et la speranza ringuadagna perché l'avea perduta ".