Regista italiano (Roma 1876 - ivi 1949), già cartellonista e decoratore; ha diretto: Agrippina (1911); Quovadis? (1913); Fabiola (1918); I Borgia (1919); Il sacco di Roma (1920); Re Burlone (1935); Il [...] dottor Antonio (1937); Antonio Meucci (1940) ...
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Scrittore, attore, regista inglese di origini franco-russe (Londra 1921 - Genolier, Svizzera, 2004). Recitò dapprima proprie commedie, poi passò con grande successo alla interpretazione e alla regia. Tra [...] e al tempo stesso una solidità drammatica che ne fecero un caratterista o un comprimario d'eccezione, si ricordano: Quovadis? (1950); Beau Brummel (1954); Spartacus (1960, premio Oscar); Romanoff and Juliet (1961, di cui è stato anche sceneggiatore ...
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GALLI, Clotilde Annamaria, detta Dina
Emanuela Del Monaco
Nacque da Giuseppe e Armellina (o Ermelina: Chi è?, 1948, s.v.) Nesti a Milano il 16 dic. 1877. Figlia d'arte - Armellina era attrice seppure [...] l'ultima volta sulle scene, partecipando alla rivista spettacolo di D. Falconi, O. Biancoli, A. Frattini e O. Vergani Quovadis?; ormai settantenne, si congedò dunque dal teatro e dal suo affezionato pubblico, recitando ballando e cantando. E venne ...
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Brandauer, Klaus Maria
Alessandra Levantesi
Nome d'arte di Klaus Georg Steng, attore e regista cinematografico e teatrale austriaco, nato ad Altaussee (Stiria) il 22 giugno 1944. Ottenuta una grande [...] di un certo rilievo come il capitano in The lightship (1985; Lightship ‒ La nave faro) di Jerzy Skolimowski; Nerone in Quovadis? (1985), miniserie televisiva diretta da Franco Rossi; il campione di boxe ebreo fuggito dall'URSS che allena i giovani ...
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SCENOGRAFIA (X, XI, p. 19)
Franco Mancini
Teatro. - L'intervento di un nuovo personaggio, il regista, non era valso a evitare che negli anni Trenta, dopo una stagione densa di fermenti, la s. europea [...] e finestre con spessori reali. La svolta decisiva si ebbe però in Italia quando, per i primi kolossal storici (Quovadis?, di E. Guazzoni, s. di Lombardozzi, 1912; Cabiria, di G. Pastrone, s. di C. Innocenti, 1913), furono integralmente costruite ...
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GALLI, Clotilde Annamaria, detta Dina (XVI, p. 305)
Attrice, morta a Roma il 4 marzo 1951. Tornata alle scene, nel secondo dopoguerra, con immutate risorse di comicità, partecipò alle riviste Col cappello [...] sulle ventitrè (1945) e Quovadis? (1950) e alle commedie Spirito allegro di N. Coward (1945), Arsenico e vecchi merletti di Kaufman e Hart (1945), Fior di pisello di Bourdet (1945). Dal 1947-48 formò compagnia con N. Besozzi e nel 1948-49 con C. ...
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FALCONI, Corrado (detto Dino)
Alessandra Cimmino
Nacque a Livorno il 18 nov. 1902 da Armando e Tina Di Lorenzo, ambedue attori, fra i più celebri della scena italiana. Laureatosi in giurisprudenza a [...] di mezzosecolo di D. Paolella del 1952, Gran varietà dello stesso regista nel 1953 - sia più tardi in televisione); Quovadis? (1949-50, coautori Frattini, Biancoli e Vergani, al Nuovo, un aggiornamento della vecchia rivista per attori di prosa con ...
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Hepburn, Audrey
Francesco Costa
Nome d'arte di Edda van Heemstra Hepburn-Ruston, attrice teatrale e cinematografica, nata a Bruxelles il 4 maggio 1929, da padre inglese e madre neerlandese, e morta [...] di Charles Crichton. Nello stesso periodo il regista Mervyn LeRoy la sottopose a un provino per la parte di Licia in Quovadis (1951), preferendole tuttavia la più affermata Deborah Kerr; apprezzamenti le giunsero invece da parte della critica per l ...
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Comparse
Mino Argentieri
Nel linguaggio teatrale e cinematografico sono così indicate le persone che appaiono sulla scena, isolate, in gruppo o in massa, senza prendere la parola, dilettanti o mestieranti [...] non rinunciò alla spettacolarità più appariscente e seduttiva, un filone che, rifiorito nel secondo dopoguerra con Quovadis (1951; Quovadis?) di Mervin LeRoy, comprende le grandi ricostruzioni storiche di kolossal, anche d'autore, come Exodus (1960 ...
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quo vadis?
(lat. «dove vai?»). – Frase che si riferisce a un’antica tradizione leggendaria, secondo la quale s. Pietro, mentre s’allontanava da Roma dopo essere fuggito dal carcere Mamertino, ebbe la visione di Cristo che veniva verso di lui;...
arbiter elegantiarum
‹àrbiter eleġanzi̯àrum› (lat. «arbitro delle eleganze»). – Appellativo usato oggi, spesso ironicam., a proposito di persona raffinata e ricercata nel vestire; dato da Tacito (ma nella forma elegantiae arbiter, Annali XVI,...