Di fronte a quella che appare come una caratteristica strutturale del ➔ lessico delle lingue, l’essere cioè costituito da una massa di parole sterminata e incontrollabile, è naturale chiedersi: è possibile [...] delle lingue. Ad es., nel caso dell’italiano (ma anche di altre lingue) molte forme nominali del verbo (infiniti, participi, gerundi) sono diventate nomi, al punto che i dizionari li registrano come entrate autonome e che la loro origine verbale non ...
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I nomi deaggettivali, cioè derivati da aggettivi, sono anche detti nomi di qualità (per es., grandezza, verità, allegria). Essi non si differenziano nel significato dagli aggettivi da cui derivano, se [...] -ezza si usa di preferenza con basi bisillabiche (altezza, freschezza, grandezza, purezza, rudezza, saggezza, sveltezza) e participi lessicalizzati terminanti in -to (pacatezza, raffinatezza, speditezza), ed è presente anche in un ristretto numero di ...
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In italiano e in molte altre lingue la classe dei verbi intransitivi (➔ transitivi e intransitivi, verbi) non è omogenea, ma si divide in due gruppi principali, che si distinguono secondo il comportamento [...] nell’ultimo es. (3 c.):
(3) a. arrivato Luca, …
b. * dormito il bambino, …
c. preparata la cena, …
Il participio passato dei verbi inaccusativi può agire come modificatore aggettivale del soggetto del verbo (4 a.), quello dei verbi inergativi no (4 ...
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Il superlativo è insieme al comparativo (➔ comparativo, grado) un grado degli ➔ aggettivi e degli ➔ avverbi, che segnala che la proprietà espressa dall’aggettivo o dall’avverbio è intensificata al massimo [...] es. gli ➔ etnici, che devono anche avere valore qualificativo (italianissimo, milanesissimo, ecc.), sia per participi (➔ participio) che esprimono condizioni non graduabili (mortissimo, sposatissimo): in questi casi «la qualità intensificata fino al ...
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Il termine anafonesi (composto del gr. ana- «sopra, indietro» e phṓnēsis, da phōnḗ «voce, suono», attestato per la prima volta nelle Meraviglie d’Italia, 1939, di Carlo Emilio Gadda, poi specializzato [...] [-ɔngo]. Per analogia, le forme anafonetiche si sono estese anche in voci verbali dove la vocale era atona o nei participi passati, anche in assenza dei contesti consonantici in grado di attivare il fenomeno: cĭngo > cingo così come cĭngebat > ...
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Il termine plurale (dal lat. plurāle, neutro, da plūs, pluris col suff. -ālis) indica uno dei valori che può assumere la categoria grammaticale del ➔ numero in italiano, insieme al singolare. In altre [...] , grazie all’inserimento di parole terminanti con i suffissi -tore, -trice, -zione (motore → motrice) e dei participi presenti sostantivati (cantante → cantanti).
L’ultimo gruppo (I), degli invariabili, è oggi assai produttivo (D’Achille 2003 ...
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Nelle frasi consecutive si esprime l’effetto dell’evento o dello stato di cose espresso nella principale o in una frase precedente:
(1) ha piovuto talmente tanto che il fiume è straripato
In quest’esempio [...] dipende è rappresentato da aggettivi e avverbi. Gli intensificatori più frequenti sono:
(a) così: intensifica aggettivi, participi con funzione di aggettivi e avverbi, mettendone in rilievo l’aspetto qualitativo;
(b) tanto: oltre a svolgere ...
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Il caso è una categoria linguistica che svolge essenzialmente due funzioni, una in prevalenza sintattica e l’altra in prevalenza semantica. Sul piano sintattico, segnala la funzione che un nome svolge [...] te!, povera lei!), nelle frasi in cui il pronome ha funzione predicativa (tu non sei me; è stato lui), nei participi assoluti, in particolare quelli coi verbi comprendere ed escludere (hanno parlato tutti, te / lui / lei compreso / compresa).
Nell ...
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La derivazione di nomi da verbi è uno dei processi formativi che generano un alto numero e varietà di forme, usate con grande frequenza. I due significati principali dei nomi deverbali sono quello di azione [...] nomi d’azione possono essere parafrasati «l’atto di V». Ciò spiega perché le forme nominali del verbo (infinito, participio e gerundio) possano essere usate al posto di nomi deverbali suffissati. Dal punto di vista aspettuale, l’infinito sostantivato ...
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L’espressione concordanza dei tempi (che corrisponde in parte alla consecutio temporum della grammatica latina) designa il rapporto tra il tempo del verbo della frase principale (o reggente) e quello del [...] vincita l’aveva rallegrata (Vasco Pratolini, Un eroe del nostro tempo, p. 96).
Soprattutto nei participi aventi funzione attributiva si può notare che il participio presente si usa (di rado) per marcare una relazione di contemporaneità-attualità, il ...
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participio
particìpio s. m. [dal lat. participium, traduz. del gr. μετοχικόν «partecipante»]. – Modo nominale del verbo, così chiamato dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo...
s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale delle sibilanti fenicie i Greci prendessero...