Movimento di pensiero sviluppatosi dalla metà del 2° sec. d.C. fino alla metà del 6° (e in Alessandria anche alla metà del 7°). È caratterizzato dalla tendenza a rinnovare le concezioni del platonismo [...] erudita ed esegetica a quella speculativa e conciliando tale atteggiamento filosofico con la loro prevalente fede cristiana. Tra questi neoplatonici, attivi fra la metà del 3° e il principio del 6° sec., che con le loro opere latine contribuirono ...
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Medico e filosofo (Bearsted, Kent, 1574 - Londra 1637), il maggior rappresentante e teorico della setta dei rosacrociani. Fortemente influenzato, oltre che dagli scritti neoplatonici, dalle interpretazioni [...] contemporanee della cabala - ritenuta veicolo più autentico della "filosofia mosaica" - e insieme dalla tradizione paracelsiana, svolse una concezione del mondo essenzialmente emanatistica, legata a un ...
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eternità La durata senza fine del tempo.
I Greci la intesero come infinita estensione nel tempo, che non ha avuto inizio e non avrà termine; ma già secondo Parmenide e poi secondo i neoplatonici, l’e. [...] è piuttosto un puro presente.
Nella Sacra Scrittura l’e. spesso significa lunga durata e serie di secoli; ma attribuita a Dio esclude principio e fine e successione; e in tal senso passa in Agostino e ...
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Scienza greco-romana. Filosofia della Natura nella Tarda Antichita
Christian Wildberg
Filosofia della Natura
Durante la Tarda Antichità (200 ca.-700 d.C.) l’Impero romano e i paesi vicini subirono [...] Simplicio quando tocca la dottrina cristiana cambia subito di tono, passando all’ironia e al sarcasmo più feroci.
I neoplatonici non vollero avere niente a che fare con il cristianesimo, specialmente dopo il 529, anno in cui l’imperatore Giustiniano ...
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Il Rinascimento. La rinascita del platonismo
Michael J.B. Allen
La rinascita del platonismo
Platone e il suo più noto interprete, Plotino, il fondatore del neoplatonismo, furono fra i più importanti [...] e di un sommario. Quest'opera fu pubblicata nel 1492. Egli rese accessibili in latino anche un certo numero di testi neoplatonici ‒ il De abstinentia di Porfirio, il De mysteriis di Giamblico, il De somniis di Sinesio, il De daemonibus di Psello, ecc ...
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Adattamento ital., attraverso il latino mediev. Alpetragius, del nome del filosofo e astronomo arabo-musulmano di Spagna Abū Isḥāq Nūr ad-Dīn al-Biṭrūgī, cioè di famiglia "originaria di Pedroche" a N di [...] il suo nome (Kitāb al-Hai'a "Libro d'astronomia"), secondo alcuni studiosi imitazione, se non addirittura plagio, di un trattato neoplatonico già tradotto dal greco in arabo, tradotta in latino da Michele Scoto nel 1217 col titolo di Liber de motibus ...
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Filosofo e sociologo (Vienna 1919 - Graz 2003), prof. nell'univ. di Amburgo e successivamente a Heidelberg e a Graz. Membro dell'Accademia austriaca delle scienze. Sensibile alle istanze antimetafisiche [...] scientificità del marxismo; quest'ultimo, nella sua dipendenza dalla filosofia hegeliana, sarebbe impregnato di schemi gnostico-neoplatonici ed escatologici, essendovi per T., a fondamento delle dottrine hegeliane e marxiane dell'alienazione e della ...
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teleologia Concezione secondo la quale gli eventi, anche quelli non legati all’azione volontaria e consapevole degli uomini, avvengono in funzione di un fine o scopo.
Sebbene il termine sia piuttosto recente [...] antico. Alla visione teleologica della realtà aderirono quasi tutti i filosofi dell’antichità, da Aristotele, agli stoici, ai neoplatonici. Ad essa si opposero invece gli atomisti, che concepirono gli eventi naturali come espressione di un sistema di ...
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Filosofie e teologie politiche
Neoplatonismo e politica da Plotino a Proclo
Riccardo Chiaradonna
I secoli III-V sono l’epoca del ‘neoplatonismo’, l’ultima filosofia in un contesto religioso pagano, [...] Ad Matrem deorum 162A-165A.
83 S. Elm, Sons of Hellenism, cit., pp. 286-321.
84 Cfr. M.C. De Vita, Giuliano imperatore filosofo neoplatonico, cit.
85 Cfr. S. Elm, Sons of Hellenism, cit.
86 Cfr. M. Di Branco, La città dei filosofi, cit., pp. 192-197 ...
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Filosofo e teologo (n. Bène, presso Chartres - m. Parigi 1206). Insegnò a Parigi logica e arti liberali, e in seguito teologia. Accusato di eresia nel 1204, si appellò a Innocenzo III che confermò la condanna, [...] ricostruire le dottrine di A. e degli amalriciani: dalle testimonianze degli avversarî sembra che A., sviluppando motivi neoplatonici di Giovanni Scoto Eriugena e dei maestri di Chartres, accentuasse l'immanenza di Dio nel finito attraverso una ...
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neoplatonico
neoplatònico agg. e s. m. [comp. di neo- e platonico1] (pl. m. -ci). – Relativo al neoplatonismo: movimento n., corrente n., teorie neoplatoniche. Seguace del neoplatonismo: un filosofo n., e, come sost., un n., i neoplatonici.
neoplatonismo
s. m. [comp. di neo- e platonismo]. – Movimento di pensiero che, estendendosi all’incirca dalla metà del sec. 2° d. C. fino alla metà del 6° (e in Alessandria anche alla metà del 7°), è caratterizzato dalla tendenza a rinnovare...