Bhar¿trhari
Bhartr̥hari
Grammatico e filosofo indiano (ca. 5° sec.). Il suo opus magnum, il Vākyapadīya («[Trattato] sulla frase e sulla parola») ha un ruolo centrale nella cultura e filosofia indiane. [...] significato, Bh. sostiene che tale sphoṭa della parola sia solo, in ultima analisi, un’astrazione. Come infatti fonemi e morfemi non hanno realtà effettiva nel linguaggio e sono solo il risultato dell’analisi attuata dai grammatici, allo stesso modo ...
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In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota [...] ) di unità d’ordine più complesso dei f. (e cioè i monemi, con il termine di H. Frei e A. Martinet, morfemi nella terminologia della linguistica americana), i cui termini si distinguono commutando ‹p› e ‹b›. Se tale coppia non vi fosse, si dovrebbe ...
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Si chiamano enclitiche le parole (soprattutto ➔ monosillabi) che, non possedendo accento proprio, si ‘appoggiano’ prosodicamente alla parola precedente, formando con essa un’unità accentuale (a volte anche [...] da alcune ➔ preposizioni: in quest’ultimo caso si formano le cosiddette preposizioni articolate.
Per quanto riguarda gli altri morfemi che in genere ricorrono in prossimità del verbo, in italiano antico vigeva la ➔ legge Tobler-Mussafia, secondo cui ...
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LINGUAGGIO.
Andrea Moro
– Gli sviluppi della linguistica formale e della ricerca in ambito neurobiologico. Bibliografia
Gli sviluppi della linguistica formale e della ricerca in ambito neurobiologico. [...] di ricerca dominanti: l’identificazione degli elementi minimi delle strutture del l. (in particolare l’individuazione dei morfemi funzionali sul la base dell’analisi fine delle strutture frasali comparate e la derivazione della funzione argomentale ...
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Gli allomorfi sono le diverse forme che un morfema assume e che non determinano cambiamenti nel suo significato; il procedimento connesso si chiama allomorfia (➔ morfologia). Un esempio di allomorfo è [...] è rappresentata di norma da un solo elemento, detto morfo, ma è anche possibile che il significato di un morfema sia rappresentato da più morfi. Tali morfi sono denominati allomorfi. Il morfo può coincidere con una parola (ad es. bar, ieri, che ...
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Il termine analogia designa il processo diacronico attraverso cui una parola cambia forma fonologica e morfologica per diventare più somigliante a un’altra parola già esistente nella lingua. Tale processo [...] anche a fatti di carattere morfologico, sia pure di un tipo molto specifico, come i confini morfologici tra morfemi (➔ morfologia). Per es., in italiano settentrionale una regola di sonorizzazione colpisce tutte le ➔ sibilanti intervocaliche: ca[z]a ...
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traduttese
s. m. Il linguaggio usato dai traduttori, talvolta caratterizzato da un’eccessiva semplificazione di formule e registri linguistici.
• La letteratura italiana contemporanea è scritta, anziché [...] il traduttese, corretto ma insapore, disdegna, chissà perché, elementi molto creativi della nostra lingua quali i «morfemi», quei pezzetti di parole che le modificano, come diminutivi e accrescimenti («casine», «manone», «occhietti»…), o superlativi ...
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La grande scienza. Neuropsicologia del linguaggio
Luigi Pizzamiglio
Salvatore Maria Aglioti
Neuropsicologia del linguaggio
L'oggetto della neuropsicologia è lo studio della relazione tra fenomenologia [...] ).
La semantica è quella branca della linguistica che si occupa del significato delle frasi, delle parole o dei morfemi che vengono descritti tramite tratti semantici. La parola cane, per esempio, appartiene alle classi semantiche maschio, animale ma ...
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L’espressione parola macedonia, introdotto nella linguistica italiana da Bruno Migliorini (1949: 89), denota formazioni che risultano da «una o più parole maciullate», le quali «sono state messe insieme [...] due scompartimenti.
Per evitare confusioni con l’impiego di amalgama (e port-manteau) per indicare il caso di un morfema che contiene più di un significato morfologico (➔ affissi), si preferisce adottare il termine proposto da Migliorini, mentre in ...
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linguaggio dei segni
Forma di comunicazione non verbale mediante gesti simbolici utilizzata dalle persone sorde. Negli individui colpiti da sordità profonda in età prelinguistica l’apprendimento del [...] l. dei s. ha sviluppato indicatori grammaticali che hanno la funzione di morfemi flessivi e derivazionali (unità linguistiche che, aggiunte a un morfema base, forniscono rispettivamente forme grammaticali diverse e parole derivate), mentre a livello ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...