Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] che avrei fatto tornando a Torino (Pavese, Il diavolo sulle colline, pp. 95-96)
(10) Non si parlavano mai, ballando (Fenoglio, Una questione privata, p. 15)
Nell’esempio (9) tornando equivale a «quando fossi tornato a Torino», mentre nell’esempio (10 ...
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I verbi fraseologici sono verbi (come mettersi, stare, andare, cominciare, continuare, finire) che, combinati con un altro verbo di modo non finito (il verbo lessicale o nucleare) con l’interposizione [...] LIP NC11)
(27) Avevo appena sotterrato mio padre e già andavo a ripigliare in tutto e per tutto la mia vita grama (Fenoglio, La malora, cit., p. 4)
Anche la perifrasi avere da + infinito può indicare un futuro immediato. Come si vede dagli esempi qui ...
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I verbi sintagmatici sono verbi polirematici (cioè composti da più elementi; ➔ polirematiche, parole) come andare giù, tirare su, venire fuori, mettere sotto, ecc., che hanno la struttura verbo + particella. [...] in (1) e (2), sia transitivi, come tirare e mandare in (3) e (4):
(1) s’alzò e andò fuori facendoci spostare tutti (Fenoglio 1991: 24)
(2) il tedesco veniva su di cattivo umore (Calvino 1993: 7)
(3) tutte le volte che vedevo nostra madre tirar fuori ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] e l’avverbio pure, perché esprima valore concessivo:
(38) Eravamo tutti fissi, come ipnotizzati, e la maestra non si ribellava più (Fenoglio 1986: 138)
(39) Fece così pur convinto che era tardi (ivi, p. 130)
(40) L’ascesso si stava rimarginando, e il ...
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Storico della lingua e saggista italiano (n. Castigliole Saluzzo, Cuneo, 1936); dal 1976 prof. di storia della lingua italiana all'univ. di Torino. Oltre a studi su diversi aspetti della lingua, letteraria [...] e della sintassi: Dante, Pascoli, D'Annunzio (1975); La guerra e gli asfodeli: romanzo e vocazione epica di Beppe Fenoglio (1984); Le forme della lontananza. La variazione e l'identico nella letteratura colta e popolare: poesia del Novecento, fiaba ...
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Filologa, critica e scrittrice italiana (Milano 1915 - ivi 2002); prof. di storia della lingua italiana dal 1962, prima all'univ. di Lecce, poi a Pavia, dove istituì il Centro di ricerca sulla tradizione [...] prospettive per Cavalcanti e Dante, 1983), sviluppò parallelamente interessi per la letteratura contemporanea (direzione dell'ed. critica di B. Fenoglio, 1978) e per la critica (Metodi e fantasmi, 1969; I metodi attuali della critica in Italia, con C ...
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Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole (come davanti a, invece di, di fronte a, a causa di, da parte di, in relazione a, conformemente a) che costituiscono unità polirematiche [...] la forma esemplare fra le locuzioni preposizionali:
(4) Di questa città io non sapevo altro che era in riva al mare (Fenoglio 1991: 7)
(5) viene sostituito da una fitta rete segnaletica a prova di imbecille (Baricco 1995: 70)
(6) a dispetto della ...
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I ➔ titoli di opere (letterarie, ma anche musicali e artistiche in genere) richiedono sempre l’iniziale maiuscola del primo elemento, anche se si tratta di un articolo: Il barone rampante (di Italo Calvino), [...] maiuscola elementi che rappresentano nomi di persona, toponimi o che assumono valore allegorico: Il partigiano Johnny (di Beppe Fenoglio), Canti di Castelvecchio (di Giovanni Pascoli), Libro de’ Vizî e delle Virtudi (di Bono Giamboni).
Quanto i ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] Ai piedi dello sperone sentí scoccare le dieci, e queste erano certamente i campanili di Canelli a batterle (Beppe Fenoglio, Una questione privata, p. 100)
L’infinito introdotto dalla preposizione da, oltre ai contesti definiti nel § 3, compare nella ...
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Gioco di parole è un’espressione comune di significato non univoco che viene impiegata anche in contesti tecnici.
In senso generico, per gioco di parole si intende l’attività verbale (e il suo risultato) [...] costruzioni provenienti da una lingua diversa o da un dialetto o da un gergo (si vedano: Primo Levi, Argon; Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny; Luigi Meneghello, Libera nos a Malo).
L’effetto straniante che deriva da tali performance plurilingui è ...
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parco letterario
loc. s.le m. Area verde o monumentale che comprende case, strade, interi centri abitati o parchi, legati alla memoria, alla vita, alle atmosfere che hanno ispirato le opere di uno scrittore o ai luoghi nei quali ha rappresentato...
v. tr. e intr. [lat. calare, chalare, dal gr. χαλάω «allentare»]. – 1. tr. a. Far discendere, mandare giù lentamente, a poco a poco: c. una corda dalla finestra; c. in mare una scialuppa; lo calarono con una fune nel pozzo; la bara fu calata...