Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] del mitico, del simbolico, del religioso e del trascendente, quell’apertura che è in grado di infrangere i limiti della soggettività e quindi anche del suo criterio mostra come metamorfosi costante delrapporto comunque simbolico esistente- ...
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scienza Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In [...] il naturalismo del Rinascimento, con il Novum Organum di R. Bacone e con il metodo galileiano si affermò il criterio dell’esperienza come di semplice generalizzazione empirica; il problema delrapporto fra teoria ed esperienza o osservazione, nel ...
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In senso oggettivo, il complesso di norme giuridiche, che comandano o vietano determinati comportamenti ai soggetti che ne sono destinatari, in senso soggettivo, la facoltà o pretesa, tutelata dalla legge, [...] nella l. 218/1995 (di riforma del sistema italiano del d. internazionale privato), che determina l’ambito della giurisdizione italiana, pone i criteri per l’individuazione del d. applicabile a fatti e rapporti che presentano elementi di estraneità, e ...
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società Insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione [...] mutua la realizzazione dello scopo mutualistico presuppone l’instaurazione delrapporto assicurativo con la mutua stessa, in seguito alla rendere efficace l’ammissione o l’esclusione del socio; il criteriodel voto capitario, per cui ogni socio, ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] serie di scritti che inquadrano il problema metafisico delrapporto tra le sostanze (Principiorum primorum cognitionis metaphysicae " sul particolare. Non esiste, per esempio, criterio alcuno, intersoggettivamente valido, che valga a distinguere il ...
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Potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
La v. costituisce già nell’antichità uno dei principali problemi filosofici, soprattutto [...] dalle conoscenze dell’intelletto.
Nel pensiero moderno il problema delrapporto ragione-v. si ripropone con Cartesio, il quale di Occam individuava nell’obbedienza al comando divino l’unico criterio di valutazione morale, essendo la v. divina la fonte ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] Platone: trascendenza del divino, divisione di mondo sensibile e mondo intelligibile, ma rapporto dinamico tra i anni 1960, a porre in evidenza il fallimento dei criteri metodologici metastorici escogitati dall’epistemologia per il conseguimento di ...
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Arte, tecnica e attività di interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti storici e simili.
Filosofia
Le origini dell’e. risalgono al mondo classico, dove sorse per stabilire l’esatto senso [...] l’autorità della Chiesa e della tradizione come criterio ermeneutico del testo sacro e si affermò il principio della sola più serrato il rapporto tra e. e verità, nel senso che la verità non può affatto essere ricondotta ai criteri astratti della ...
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. Assumendo la parola "epistemologia" nel senso di "riflessione critica generale intorno alla conoscenza scientifica", il presente tentativo di sintesi problematica delle acquisizioni epistemologiche post-ottocentesche [...] difficoltà e limiti, essa fornisce un'esplicazione pregnante delrapporto fra matematica e logica, nonché di molteplici loro corpo l'esigenza analitica di un esplicito "criterio di significanza", criterio destinato a rinnovare in maniera profonda e ...
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(XIV, p. 447)
La riflessione etica degli ultimi decenni del 20° sec. si presenta estremamente variegata e soggetta ad alcune importanti svolte che rispecchiano spesso mutamenti di sensibilità intervenuti [...] normativi elaborati negli anni successivi. In contrasto con il criteriodel maximin e con l'ampio spazio accordato da Rawls al delle malattie, i modi di nascere e di morire, i rapporti con la natura e con gli animali. Le nuove alternative morali ...
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numero
nùmero s. m. [dal lat. numĕrus; cfr. novero]. – 1. Ciascuno degli enti astratti che rappresentano insiemi di unità, ordinati in una successione infinita (serie naturale dei n.) nella quale ogni elemento conta un’unità in più rispetto...
ordine
órdine s. m. [lat. ōrdo ōrdĭnis]. – 1. a. Disposizione regolare di più cose collocate, le une rispetto alle altre, secondo un criterio organico e ragionato, rispondente a fini di praticità, di opportunità, di armonia, e sim.: mettere,...