Il termine onomastica (dal gr. onomastikḗ (tékhnē) «arte del denominare», a sua volta da ónoma «nome») nell’accezione moderna e specialistica designa la scienza che studia i nomi propri nel loro complesso [...] (1968), è stata ripresa poi specialmente da Schweickard (1997-).
Tra i derivati da nomi propri, ben conosciuto è il caso di cicerone, che ha alla base il nome del celebre oratore (106-43 a.C.), e significa «oratore da strapazzo, persona verbosa e ...
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FACCIOLATI, Iacopo
Marina Boscaino
Nacque a Torreglia, una piccola località dei Colli Euganei (prov. di Padova), il 4 genn. 1682, da una famiglia modesta.
Condusse gli studi sotto l'amorevole protezione [...] assumono particolare rilievo le Exercitationes M. T. Ciceronis ad Q. fratrem de petitione consulatus (Patavii 1732).
Nei confronti di Cicerone, in particolare, il F. nutrì quasi una forma di venerazione, che si concretizza anche in una lunga serie di ...
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La paraipotassi è un fenomeno sintattico tipico dell’italiano delle origini (➔ sintassi; ➔ origini, lingua delle), che consiste in una combinazione tra il meccanismo sintattico della coordinazione (➔ paratassi) [...] a] dover essere il quarto che niuno altro (Novellino XLI, 7-14)
(19) In questa parte divisa [= tratta] Tulio [Cicerone] come divennero [= nacquero] quelli due mali, cioè turbare il buono stato delle cittadi e corrompere la buona vita e costumanza ...
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I deonomastici (o deonimici; La Stella 1982; Schweickard 2002-) sono lessemi formati a partire da nomi propri. Possono essere di vari tipi secondo la base di derivazione (anche detta eponimo): si chiamano [...] dove si produce il formaggio), o su determinate proprietà convezionalmente attribuite a una persona reale o fittizia (ercole, cicerone, dongiovanni). Infine, in alcuni casi si può anche fare appello a un procedimento di ellissi come in béchamel ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] uno stile eclettico; Bembo, per contro, indicava due modelli a cui attenersi in maniera sostanziale, se non proprio esclusiva: Cicerone e Virgilio, l’uno per la prosa, l’altro per la poesia.
Veniva proposta insomma, in riferimento alla lingua latina ...
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Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] l’oratoria e la retorica, intesa come arte del rettore comunale (ne sono esempio la Rettorica di Brunetto Latini, dal ciceroniano De inventione, e le varie versioni toscane e bolognesi del Fiore di rettorica, dalla Rhetorica ad Herennium), o la ...
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GIACOMINI TEBALDUCCI MALESPINI, Lorenzo
Anna Siekiera
Nacque ad Ancona il 29 febbr. 1552 da Jacopo di Lorenzo e da Elisabetta di Filippo Gondi. Per ragioni ereditarie i Giacomini avevano unito al cognome [...] , cc. 515r-519v). Nel 1568 Gian Michele Bruto dedicò al G. il terzo volume della sua edizione lionese delle Orazioni di Cicerone e in memoria del G. scrissero versi Antonio Giganti e Gabriello Chiabrera (l'epitaffio "Un, che di senno, e di dottrina ...
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La costruzione causativa (detta anche, meno spesso, fattitiva) è una struttura del tipo seguente:
(1) [ho fatto] [cantare la canzone]
(2) ho fatto cantare i bambini
(3) ho fatto cantare la canzone ai bambini
In [...] col significato di «fare affinché …» (Chamberlain 1986: 5):
(34) non potuisti ullo modo facere ut mihi illam epistulam non mitteres (Cicerone, Ep. ad Att. XI, 21, 1)
«non hai potuto in nessun modo non fargli mandare quella lettera»
Il primo verbo ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] parlava (o almeno credeva di parlare) latino. Naturalmente si trattava di un latino molto diverso non solo dalla lingua classica di Cicerone e Virgilio, ma anche da quella degli autori del III e del IV secolo. Mentre la grafia della lingua di Roma ...
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MANCINELLI, Antonio
Carla Mellidi
Nacque a Velletri, nel 1452, secondogenito di Giovanni e di Angela Pesanti.
Principali fonti sul M. sono le sue stesse opere, in cui egli profuse notizie autobiografiche. [...] fama nei secoli XVI e XVII. Erasmo da Rotterdam lo menziona tra coloro che non si attennero all'imitazione pedissequa di Cicerone (Erasmo da Rotterdam, Dialogus Ciceronianus, a cura di P. Mesnard, in Id., Opera omnia, I, 2, Amsterdam 1971, p. 667 ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...