celtiberi
Nome con cui dalla fine del 3° sec. a.C. erano designati i popoli della Spagna centrale. Nelle fonti più attendibili, esso è limitato, tuttavia, agli abitanti della parte orientale dell’altopiano, [...] divisi nelle tribù degli arevaci e pelendoni, belli, titti, lusoni. L’origine e la struttura etnica dei c. hanno dato luogo a discussioni; secondo alcuni sarebbero celti penetrati nel territorio degli ...
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Pretore nel 175 a. C.; sconfisse i Celtiberi; nel 172 fu ambasciatore in Tessaglia, nel 170 fu legato nell'Illirico, dove fu sconfitto. Incaricato di missioni politiche ancora nel 155 e 154. ...
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Pretore (186 a. C.) nella Spagna Ulteriore, riportò al fiume Tago una importante vittoria sui Lusitani e sui Celtiberi (185) meritando il trionfo; triunviro per la deduzione di colonie (181), poi console [...] (180), morì in un'epidemia mentre stava per partire per la Liguria. Sua moglie, Quarta Ostilia, fu accusata di averlo avvelenato e condannata ...
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Città della Spagna, situata 10 km a NE di Barcellona e ora quasi saldata a essa.
Importante centro fortificato dei Celtiberi, in età romana fu municipio ( Baetulo). Pietro IV d’Aragona la conquistò nel [...] 1355; i pirati algerini la saccheggiarono nel 1519; per avere accolto e sostenuto l’arciduca Carlo nel 1704 venne messa a ferro e fuoco dall’esercito borbonico di Filippo V, al termine della guerra di ...
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Tribuno romano della plebe nel 103 a. C.; pretore nel 101; nel 100, governatore della Macedonia, vinse gli Scordisci; console nel 98, combatté contro i Celtiberi e trionfò nel 93; morì nell'89 nel corso [...] della guerra sociale ...
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Console (93 a. C.), governò la Gallia e per le vittorie ivi riportate ebbe il titolo di imperator; fu poi partigiano di Silla, passò in Spagna e vinse in una grande battaglia i Celtiberi, ottenendo il [...] trionfo (81) ...
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Generale e uomo politico romano (n. 185 o 184 - m. 129 a. C.); figlio di L. Emilio Paolo, fu poi adottato da P. Cornelio Scipione, figlio dell'Africano. Nel 168 partecipò, al comando del padre, alla battaglia [...] di Pidna; nel 151 seguì il console L. Licinio Lucullo in Spagna contro i Celtiberi e nel 149 partecipò come tribuno all'assedio di Cartagine, dove subito guadagnò tal prestigio che Massinissa re di Numidia gli lasciò il compito di decidere le sorti ...
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(lat. Celtae)
Storia
Si individuano con il nome di C. alcune popolazioni appartenenti a uno stesso gruppo linguistico di famiglia indoeuropea che, provenienti dall’Asia, all’inizio del 2° millennio a.C. [...] , e dividendosi in tribù: Galli in Francia e, da qui, in Italia settentrionale; Britanni, Cimri e Gaeli in Gran Bretagna; Belgi; Celtiberi nella Penisola Iberica; Galati nei Balcani. A partire dal 2° sec. a.C. l’espansione dei Romani e dei popoli ...
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Capo (m. 139 a. C.) dei Lusitani superstiti della strage fatta a tradimento da Servio Galba (151 a. C.). Salvò l'esercito grazie ad un'abilissima guerriglia contro C. Vetilio (147), respinse i Romani nella [...] console Q. Fabio Massimo Emiliano, forte di due nuove legioni, riportò notevoli successi. V. riuscì tuttavia a far sollevare i Celtiberi e batté in seguito il console Q. Fabio Massimo Serviliano che fu costretto a concludere una pace (142), i termini ...
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celtibero
celtibèro (o celtibèrico) agg. – Relativo o appartenente all’antica popolazione dei Celtibèri (gr. Κελτίβηρες, lat. Celtibēri), stanziati nella Spagna centrale.
numantino
agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Numantinus]. – Di Numànzia, antica città della Spagna, capitale dei Celtibèri, situata su un altopiano alla confluenza del fiume Tera col Duero; abitante, nativo, originario di Numanzia. Guerra n.,...