Popolazione a tipo nomade, stabilita ad oriente del Nilo lungo la frontiera meridionale dell'Egitto, da Aswān al Mar Rosso, arrivando anche a N. della linea da Qénā ad el-Qoṣeir. Un ramo meno numeroso è ad oriente di Berber; una colonia considerevole, commista con gli el-Gia‛liyyīn (comunemente Giaalin), è ad el-Ḥōsh, pochi chilometri ad O. di Shendī. Parlano generalmente arabo e si dicono d'origine ...
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. Popolo dell'Etiopia centrale, settentrionale ed occidentale, del ramo cuscitico. Sembra avere in antico costituito la massa della popolazione dell'Abissinia. Nei riguardi filologici e culturali si è, [...] pagano e per estremo rifugio contro i pericoli.
Oggi sono esteriormente assimilati agli altri Abissini; rimane però un reciproco senso di distacco, consacrato da qualche proverbio amarico.
Bibl.: C. ContiRossini, La langue des Kemant, Vienna 1912. ...
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. Il maggiore dei conventi eritrei, sito a km. 14 in linea d'aria a est d'Asmara, sovra un alto massiccio (m. 2482 s. m.) dominante da est il passo di Nefasìt. Si compone d'una grande chiesa circolare, [...] alla metà del sec. XV. Il convento ha una celebre regola, dettata dal suo fondatore, che è detta la prima costituzione apostolica dell'Etiopia.
Bibl.: C. Conti-Rossini, Il Gadla Filpos ed il Gadla Yohannes di Dabra Bizan, in Mem. Acc. Lincei, 1901. ...
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. Pronunzia dialettale dell'arabo letterario barābirah (al singolare bárbarī, cioè "oriundi di Barbar o Berber" nell'alta Nubia), nell'uso italiano d'Egitto barberini, nell'uso francese barbarins; è il nome con cui sogliono essere chiamate nell'Egitto le popolazioni della Nubia setteritrionale, abitanti lungo il Nilo a sud d'Aswān; nome, peraltro, che gl'indigeni raramente adoperano nel parlare di ...
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Nacque nel 1580 a Viseu, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1595, e, destinato alle missioni d'India nel 1601, passò in Etiopia nel 1624, restandovi dapprima un anno come visitatore, poscia otto anni come superiore della missione. A questa attese con zelo eccezionale; appresa la lingua del paese, si profuse nelle prediche, nella propaganda più attiva, nelle visite alle varie regioni, e nella lotta contro ...
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. Nome dato dalla tradizione islamica e dagli scrittori arabi al re degli Omeriti, le cui persecuzioni contro i cristiani, culminate nei massacri di Naǵrān, determinarono l'intervento degli Aksumiti nell'Arabia [...] Kriege nach abess. Überl., in Zeitschr. deutsch. Morg. Ges., XXXV; Fr. M. Esteves Pereira, Historia dos martyres de Nagran, Lisbona 1899; A. Moberg, The book of the Himyarites, Lund 1924; C. Conti-Rossini, Storia d'Etiopia, I, Milano 1928. ...
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. Città dello Scioa, a circa 9° 34' lat. N. e 39°41' long. E., e a 2760 m. di altitudine, sul versante occidentale della dorsale che forma il limite orientale dell'Abissinia; le acque provenienti da questa dorsale si versano ad est nell'Hawash, mentre a NO. tributano all'Abai per mezzo del Giammà. Della città si ha menzione sin dal sec. XIV, ma la sua fortuna data dal sec. XVIII, quando essa divenne ...
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La lingua amarica è parlata nell'Abissinia centrale, meridionale ed occidentale, e precisamente in Amhara (donde trasse il nome), Scioa, Lasta, Beghemder, Dembià, Semién, Goggiàm e Damot. Appartiene alla [...] , che si stampano in Addìs Abebà. Finora non conta nessuna opera di vera importanza. Il termine amarigna, Fr. Praetorius, Die amharische Sprache, Halle 1879. Sulla letteratura, C. ContiRossini, Note per la storia lett. abiss., in Rend. Acc. Lincei ...
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Viaggiatore e archeologo inglese, nato il 30 marzo 1852 a Baildon House presso Leeds (Yorkshire) e morto a Londra il 5 maggio 1897. Compì, da giovane, annui viaggi in Italia, poi in Grecia, in ultimo (1885-88) nell'Asia Minore, pubblicando in libri e in riviste le sue osservazioni e i suoi ritrovamenti. I viaggi d'Italia e di Grecia determinarono in lui l'amore per le indagini archeologiche, che lo ...
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DEBRA LIBANÒS - Celebre convento dello Scioa, sopra un monte alto 2469 m., a 9° 41′ 17′′ lat., e 38° 53′ 57″ long., presso un fiume detto Zegà Uedeb. A sud della chiesa è una sorgente miracolosa, le cui [...] santo suo fondatore, rimase e rimane immutata.
Bibl.: A. Cecchi, Da Zeila alle frontiere del Caffa, I, Roma 1885; C. Conti-Rossini, Il Gadla Takla Hāymānot secondo la redazione waldebbana, in Mem. Acc. Lincei, 1896; E. A. Wallis Budge, The life of ...
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