Letterato italiano (Palermo 1851 - ivi 1917). Si occupò di folclore (Poesie dei popoli selvaggi e poco civili, 1892; I proverbi dei popoli barbari, 1893; La poesia dei selvaggi, 1896); scrisse anche poesie [...] (L'eterno romanzo: canzoniere, 1883; Odi, 1889, ecc.); fu efficace giornalista. Ma forse il meglio di sé lo diede nei bozzetti (Aloe, 1878) e nel romanzo Il signor di Macqueda (1881), che sono tra i più ...
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L'uomo medievale
Chiara Frugoni
Il Medioevo
Medioevo è una parola formata da due vocaboli di origine latina e significa "età di mezzo". Per lungo tempo si è pensato che fosse un'età 'buia' compresa [...] ancora oggi con il burro e si mangia molto salame, prosciutto e carne. Nell'Italia centrale e meridionale, invece, dove i barbari stettero poco tempo, la cucina conserva le tradizioni degli antichi Romani: si usa l'olio e l'alimentazione è per lo più ...
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Diritto
Nel diritto romano, l’emancipatio consiste nella rinuncia del paterfamilias alla potestas che esercita sopra un filiusfamilias, il quale diviene così sui iuris e paterfamilias a sua volta. Nel [...] Medioevo, la pratica dell’e. è largamente diffusa; già presso i barbari si usava dividere il patrimonio domestico con i figli al momento in cui questi, raggiunta la pubertà, si separavano dalla famiglia. Quest’uso riaffiora nell’età comunale: accanto ...
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L’ordine sociale costantiniano
Schiavitù, economia e aristocrazia
Kyle Harper
«Poi proseguì nell’abusare della memoria di Costantino quale sovversivo e perturbatore delle antiche leggi e dei costumi [...] fianchi con gli artigli delle fiere o ustionando il suo corpo con l’uso del fuoco, o se, con la brutalità di barbari selvaggi, nel mezzo di torture, mentre i loro corpi diventano bianchi e il sangue nero scorre mischiato ad altro sangue, il padrone ...
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berberi
Nome con cui sono complessivamente note le popolazioni autoctone dell’Africa settentr., dall’Egitto all’Atlantico al delta del Niger, che hanno subito l’influsso arabo a partire dall’invasione [...] del 7° sec. d.C. Il termine deriva dal greco barbaroi, «barbari», e non indica una nazionalità. Più comune era, in passato, la definizione derivante dall’affiliazione tribale, mentre in tempi recenti è invalsa la denominazione di amazigh, «uomo ...
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antropologia culturale
Cecilia Gatto Trocchi
Lo studio delle culture e delle società umane
L'antropologia culturale studia gli uomini nelle differenti società e nasce per l'innata curiosità umana nei [...] ; essi cercarono di investigare come pensavano, come vivevano, come agivano e in cosa credevano quelli che loro chiamavano barbari. Oggigiorno l'antropologia ha anche un altro compito, molto importante: difendere i popoli primitivi che sono a rischio ...
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civiltà
Margherita Zizi
La vita materiale, sociale e spirituale di un popolo
Il concetto di civiltà è estremamente complesso e sfaccettato, ed è usato in una molteplicità di accezioni. La nozione di [...] superiore. La civiltà è intesa sia come il processo attraverso il quale i popoli si trasformano da selvaggi in barbari e poi da barbari in civili, sia come il punto di arrivo, lo stato finale di questo processo. Condizione di vita più perfetta ...
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RAZZISMO
Alfonso Maria di Nola
(App. II, II, p. 669)
Il termine, entrato nell'uso comune negli ultimi sessant'anni, definisce anzitutto una posizione ideologica che, fondata su una grande varietà di [...] Il divario etnico, apparentemente superato in modo definitivo, sparisce con il cristianesimo: nella Chiesa "non vi è né Gentile né Ebreo, né barbaro né Scita, né schiavo né uomo libero, ma il Cristo è tutto in tutti" (Paolo, Ai Colossesi, 3,11). Nel ...
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Etnocentrismo
Francesco Remotti
Definizione
"Etnocentrismo è il termine tecnico che designa una concezione per la quale il proprio gruppo è considerato il centro di ogni cosa, e tutti gli altri sono [...] Cinesi erano piuttosto restii a elaborare una categoria comprensiva di tutti i non cinesi: le differenze tra i vari tipi di barbari erano ai loro occhi più importanti di ciò che avrebbe potuto accomunarli. Si riteneva così che il Regno di Mezzo fosse ...
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barbariato
s. m. [der. di Barbarìa, per Barberìa (v.)]. – Coltura mista, di grano e segale seminati assieme sullo stesso terreno (o anche, talora, di grano, orzo e vecce); è in uso, per es., in Piemonte.
barbarico
barbàrico agg. [dal lat. barbarĭcus, gr. βαρβαρικός] (pl. m. -ci). – Dei barbari, di popolo barbaro: usanze b.; costumi b.; le orde b.; spesso con riferimento alle popolazioni germaniche della fine dell’evo antico e dell’alto medioevo,...