BACHI, Riccardo
Nacque a Torino l'11 giugno 1875 da Israele e da Enrichetta Levi. A Torino compì, presso la scuola ebraica, gli studi elementari e conseguì nel 1894, con brillanti risultati, il diploma di perito ragioniere; continuò gli studi presso la Scuola superiore di commercio a Venezia, ove si diplomò in ragioneria (1896) e in lingua e letteratura francese (1897). Dopo aver svolto una sua prima attività didattica (1896) ad Arcevia (Ancona), fu chiamato ad insegnare a Vicenza all'Istituto tecnico pareggiato che era stato da poco fondato. Dopo appena un triennio il B. ritornò a Torino ove si era aggiudicato per concorso il posto di segretario capo del Museo industriale. Entrato nel 1903 in rapporti con Giovanni Montemartini, svolse le funzioni di segretano della Commissione incaricata di elaborare i regolamenti esecutivi della legge sulla municipalizzazione e, all'inizio del 1904, succedette allo stesso Montemartini nella direzione dell'Ufficio del lavoro dei ministero di Agricoltura, Industria e Commercio in Roma.
Intanto, nel volgere di pochi anni, il B., che aveva esordito sulla Riforma sociale con ricerche di storia della ragioneria, aveva progressivamente ampliato l'orizzonte dei propri interessi culturali e arricchita la solida preparazione tecnica con studi sulle questioni del lavoro, sulla municipalizzazione, sulla amministrazione municipale, sulla contabilità pubblica, sull'istruzione tecnica. Con articoli su varie riviste (Riforma sociale, Critica sociale, Il Ragioniere, Rivista moderna di cultura),con relazioni e comunicazioni a congressi, e con conferenze, rivelava la tendenza a portare nell'attività didattica e scientifica quella sensibilità ai problemi della società italiana del proprio tempo, che manterrà vivissima durante tutta la sua esistenza. Negli anni della sua permanenza a Torino, tra il 1900 e il 1904, frequentò attivamente, sebbene già oberato di lavoro, il Laboratorio di economia politica di Salvatore Cognetti de Martiis, dove si incontrò e strinse amicizia con Achille Loria, Giuseppe Prato, Attilio Cabiati, Luigi Einaudi ed altri valenti esponenti della cultura economica italiana.
Presso l'Ufficio del lavoro, tra il 1904 e il 1908, il B. curò la redazione di un Bollettino di indagini statistiche, di inchieste e saggi bibliografici su questioni del lavoro che videro la luce nella veste di pubblicazioni ufficiali del ministero. Nello stesso tempo perfezionò ed ampliò sia le conoscenze dei problemi economici sia gli strumenti metodologici necessari per la rilevazione dei fenomeni economici, campo quest'ultimo verso il quale si diressero per lungo tempo i suoi principali interessi. In particolare veniva elaborando progressivamente le basi per la futura attività scientifica attraverso la raccolta di una sempre più larga messe di dati statistici relativi alla situazione del mercato, l'osservazione delle tendenze dell'economia italiana, la considerazione delle esperienze più recenti della cultura economica e sociologica del nostro e di altri paesi.
Cosicché, allorquando nel 1908 passò a dirigere la biblioteca del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, non solo seppe farne un'istituzione veramente unica in Italia per lo studio delle scienze economiche e sociali, ma poté accingersi ad una esperienza di vasto respiro, quale fu la elaborazione annuale di una rassegna sui diversi aspetti della vita economica del paese: L'Italia economica. Annuario della vita commerciale, industriale, agraria, bancaria, finanziaria e della politica economica (Città di Castello 1909-1921).
Con l'Italia economica,pubblicazione che per il periodo 1909-1921 costituisce la fonte fondamentale per lo studio delle vicende congiunturali e delle trasformazioni strutturali dell'economia italiana, il B. si propose di mettere a disposizione dei governanti, degli economisti, degli storici e dell'opinione pubblica, i dati essenziali, nei limiti delle statistiche disponibili, utili alla conoscenza della struttura, delle tendenze di fondo e di breve periodo dell'economia italiana. L'iniziativa, che gli fece meritare apprezzamenti lusinghieri in Italia e all'estero, venne condotta a termine a costo di tenace impegno e quando ancora non operavano istituti pubblici di ricerche statistiche.
Ciascun volume de L'Italia economica contiene una nota introduttiva sui caratteri generali dell'annata e dati statistici su alcuni aspetti della vita economica italiana, confrontati con gli anni precedenti, e quindi partitamente sui diversi settori: commercio con l'estero, movimento bancario, mercato finanziario, prezzi, produzioni agricole, trasporti e comunicazioni, mercato del lavoro, finanza statale. Seguono, in una seconda parte, una rassegna delle misure di politica economica nel settore commerciale, industriale, del credito, dell'agricoltura, delle assicurazioni, del lavoro, della cooperazione, delle abitazioni, dei consumi, dei trasporti, della vita finanziaria, delle colonie, della vita municipale e una bibliografia economico-sociale.
Ad uno sguardo d'insieme della situazione economica e sociale del paese si accompagnano analisi dei fattori particolari che rivelano nel B. la capacità di comprendere e presentare i nessi profondi tra gli eventi economici, la politica economica, la legislazione sociale, l'attività dei singoli e dei gruppi economici.
Dal momento in cui allarga le sue indagini dal mercato del lavoro al movimento economico in generale dell'Italia, il B. si sforza costantemente di perfezionare le tecniche di rilevazione e di elaborazione dei dati. L'esame dei problemi della congiuntura e delle previsioni economiche impegnerà, del resto, per lungo tempo, l'attività scientifica, didattica e pubblicistica del B., i cui scritti palesano gradatamente una particolare attitudine a percepire la rilevanza storica di talune evoluzioni dell'economia italiana. Nel 1915, quando fu nominato professore di statistica presso l'università di Macerata, dopo che fin dal 1910 aveva conseguito la libera docenza in legislazione industriale ed era stato ritenuto nel 1914, da una commissione di eminenti statistici ed economisti, degno della cattedra, il B. si presentava, quindi, con una sua precisa individualità nel campo degli studi economici e statistici. E infatti i fili conduttori della sua esperienza amministrativa, scientifica e didattica, cominciano ad annodarsi in taluni suoi scritti; anche se egli rinvierà, sino alla vigilia della seconda guerra mondiale l'elaborazione definitiva di un trattato di economia politica.
L'analisi delle conseguenze della prima guerra mondiale sulla vita italiana offrì al B. la possibilità di mostrare in alcuni saggi i nessi fra trasformazioni economiche ed evoluzione sociale e politica. Egli delineava rapidamente ma con grande chiarezza le fasi e i caratteri fondamentali della storia dell'economia italiana a partire dagli ultimi decenni del sec. XIX ed esprimeva un giudizio complesso sul progresso della società italiana mettendo sì in debito conto i fattori positivi, ma altresì le manchevolezze e i ritardi, e ponendo soprattutto l'accento sul problema degli "uomini" della classe dirigente, e della necessità di ammodernamento degli istituti entro i quali si svolge la vita pubblica.
Un rapido panorama dei problemi economici italiani prima, durante e dopo la guerra, è infatti il contenuto di tre scritti apparsi tra le pubblicazioni (nn. 23, 24, 25) dell'Unione generale degli insegnanti italiani (Roma 1918): 1) L'economia italiana alla vigilia della guerra;2) Economia di guerra;3) L'economia dell'Italia in guerra,dei quali il secondo è il discorso pronunciato il 18 nov. 1917 per la inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Macerata. Negli ultimi due scritti il B. esaminava le "condizioni che la guerra attuale ha determinato nella vita economica", e analizzava le diverse fasi attraversate dalla economia italiana durante la vicenda bellica. Profondo conoscitore della realtà italiana, non si nascondeva la portata delle trasformazioni intervenute nelle strutture economiche e sociali del paese: insieme all'Einaudi e al Nitti egli si preoccupava dei problemi che la classe dirigente italiana avrebbe dovuto affrontare nel dopoguerra e della capacità o incapacità di adattamento degli "istituti", oltre che delle "menti degli uomini".
Le sue preoccupazioni traevano origine dal giudizio cauto e solo in parte positivo che egli esprimeva dell'Italia prebellica. V'era stato, sì, dopo il 1900, maggiore benessere e "rinnovazione economica", e nei miglioramenti nel tenore di vita delle classi lavoratrici, le quali avevano acquistato una "funzione primaria nella vita nazionale", ma accanto alle luci troppe zone d'ombra erano ancora rimaste. Questa trasformazione dell'economia nazionale, lentamente maturata e rapidamente sbocciata, si era svolta, secondo il B., malgrado l'inadeguata formazione degli elementi dirigenti, le deformazioni dovute a contrasti di interessi e la inettitudine di molti istituti pubblici. Tali remore e "attriti" avevano impedito che quel "vasto fervore di vita" giungesse a pienezza di effetti e producesse un vero e profondo rinnovamento. E il B. insisteva sulla necessità di preparare gli uomini: molti fra i problemi che "dominarono insoluti la tormentosa storia della Terza Italia, sono stati problemi di uomini; la mancanza di uomini è stata, ognora, la più grave deficienza nostra in ogni forma di pensiero e di opere" (L'economia italiana alla vigilia della guerra,p. 32).
Nel 1924 il B. passò ad insegnare economia politica all'università di Parma e, nel 1926, a Genova scienza delle finanze. Nel 1927 occupava a Roma, presso il R. Istituto di scienze economiche e commerciali, la cattedra di economia politica.
I numerosi incarichi ufficiali e l'attività di insegnamento non gli impedirono di dare il proprio nome, nel decennio del primo dopoguerra, a importanti lavori nei settori che aveva già mostrato di preferire: la metodologia dell'analisi della congiuntura, lo studio di taluni gravi problemi del dopoguerra, come la questione monetaria, e la storia economica italiana del periodo dei risorgimento nazionale.
Fin dal 1919 pubblicò una trattazione completa delle ripercussioni dell'alternarsi naturale delle stagioni sulla vita economica italiana (Le fluttuazioni stagionali nella vita economica italiana,in Annali di statistica,Roma 1919), partecipò alle discussioni sulla elaborazione dei numeri indici, predispose, su incarico dell'Istituto centrale di statistica, una memoria Sulla costruzione di barometri economici in Italia (in Annali di economia dell'università Bocconi, Milano 1928, pp. 279-307), e approfondì lo studio delle fluttuazioni economiche. Quasi a conclusione delle sue esperienze maturate sin dall'anteguerra, convinto che la predisposizione di politiche anti-congiunturali dirette a prevenire e ad attenuare le conseguenze delle fluttuazioni economiche fosse una necessità imprescindibile dei tempi nuovi del sistema capitalistico, pubblicò alla fine del 1928 una breve ma efficace trattazione sulla politica della congiuntura (La politica della congiuntura: prevenzione e attenuazione degli effetti delle crisi economiche,Roma 1929), dimostrando di cogliere subito la portata storica delle svariate forme di intervento statale nell'economia.
Perfezionò a partire dal 1920 quegli indici mensili dei prezzi all'ingrosso delle merci, già iniziati nel 1916 sul Corriere economico e che comparirono in seguito su varie riviste nell'intervallo tra le due guerre; estese per qualche tempo le sue rilevazioni al commercio con l'estero e iniziò sistematiche rilevazioni sull'andamento del mercato finanziario. Consulente economico alla Conferenza della pace, studiò la situazione economica italiana negli anni 1920-21 per conto della Società delle Nazioni, e stese, su incarico affidatogli dal ministro A. De Stefani, una memoria sulla riforma dell'opera statistica del ministero delle Finanze e del Tesoro nella quale, tra l'altro, propose la messa in funzione di uno "schedario dei contribuenti"; fu autore del rapporto sulla situazione monetaria italiana per la Commission of gold and silver inquiry del Senato americano; elaborò la memoria Sulla rilevazione statistica del movimento dei forestieri: relazione alla Dir. dell'Ente ital. per le ind. turistiche (in Giorn. d. Economisti,1921).
I risultati cui il B. pervenne con la sua attività diretta ad analizzare la struttura e l'evoluzione dell'economia italiana, costituiscono un contributo originale alla storiografia economica italiana, per un periodo in cui le fonti ufficiali servivano ancora limitatamente alla semiologia economica. Il B. stesso affiancò l'osservazione degli eventi economici contemporanei con ricerche sul passato, con l'intenzione manifesta di affinare le proprie attitudini alla comprensione del presente, ma anche con l'obbiettivo di attirare l'attenzione degli storici sulla necessità di valutare la presenza e la funzione dei fattori economici nella storia più recente dell'Italia.
Allorquando, nel 1923,la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde affidò ad insigni cultori di storia economica, economisti e demografi il compito di illustrare l'attività della banca e l'ambiente nel quale questa aveva operato, il B. portò a termine un saggio di storia bancaria sulla vita secolare dell'istituto, la Storia della Cassa di Risparmio delle Provincie lombarde 1823-1923 (in La Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde nella evoluzione economica della regione,Milano 1923,pp. 3-320),studiando l'opera di raccolta e di impiego del denaro con rigore tecnico e attenta sensibilità di storico e richiamando l'attenzione sui legami fra strutture economiche e sociali della regione e i problemi di condotta bancaria. Nelle conclusioni del saggio è palese l'interesse volto a gettar luce, grazie all'esperienza storica, su problemi di politica bancaria di viva ed urgente attualità.
In diverse ricerche storiche sul sec. XIX, il B. ebbe il merito di mettere in luce sia le implicazioni economico-finanziarie di talune vicende politico-militari, sia la presenza dei fattori economici nel processo di unificazione (v. per es.: L'economia e la finanza delle prime guerre per l'indipendenza d'Italia,Roma 1930; La formazione e l'opera della banca di emissione nel Regno di Sardegna dalla restaurazione al 1859, in Rivista bancaria,1933; La crisi economica del 1853-54nel Regno di Sardegna,in Riv. di storia econ.,1936). Con l'ampio studio su L'alimentazione e la politica annonaria in Italia (volume della serie italiana della Storia economica e sociale della prima guerra mondiale,pubblicazione della fondazione Carnegie per la pace internazionale, sezione di storia ed economia, Bari 1926),il B. portò un contributo fondamentale all'analisi della politica economica italiana degli anni 1915-1918e delle conseguenze della guerra sulla società italiana.
Alla elaborazione definitiva di un trattato di scienza economica, il B. giunse solo alla vigilia della seconda guerra mondiale con i due volumi di Principi di scienza economica (I,Torino 1937;II,ibid. 1940,retrodatato al 1938per sfuggire ai divieti delle leggi razziali).
I Principi furono elaborati dal B. nell'intendimento soprattutto di rendere accessibile ai giovani la comprensione dello svolgimento dell'attività economica dei singoli e della collettività. L'opera presenta perciò una struttura del tutto particolare rispetto a quella dei più noti trattati di economia politica: il B. è estremamente attento ad evitare le astrazioni e fa continuamente riferimento alla diretta considerazione della realtà, pur senza cadere mai nell'empirismo dispersivo, riuscendo anzi ad affiancare, a visioni generali, talune efficaci analisi dell'evoluzione storica del capitalismo.
Nella "introduzione" alla 2 ediz. dei Principi (Milano 1947) il B. spiega il criterio seguito nel distribuire la materia in "sezioni", immaginando, col procedimento delle approssimazioni successive, "un progressivo ampliamento nella dimensione economica dell'ambiente studiato". Lo studio del processo economico, riconducibile essenzialmente allo studio dell'economia come "scienza della formazione dei prezzi" è volto a prendere in esame nella sezione I: L'economia individuale ("quasi sempre con riferimento ad un operatore isolato"); nella sezione II: L'economia sociale con mercato chiuso ("l'impiego e la formazione dei prezzi sia per i beni economici applicabili al soddisfacimento dei bisogni, sia per i servigi produttivi"). In questa sezione il B. ha presenti le trasformazioni delle condizioni di esercizio delle attività economiche tra la fine dei sec. XIX e i primi del sec. XX, con l'instaurazione del regime di coalizione. Nella sezione III esamina L'economia interregionale e internazionale ("la coesistenza di più mercati topograficamente distinti", la "circolazione interlocale di beni e fattori produttivi", la "connessa variazione nel loro impiego e nei prezzi"). Nelle sezioni IV e V sono studiati i fenomeni del credito e delle variazioni dinamiche nel movimento degli affari (nella sezione IV sono svolte considerazioni di politica monetaria, creditizia e della congiuntura, con alcune penetranti pagine sulla teoria della moneta).
La legislazione anti-ebraica del regime fascista costrinse il B. ad abbandonare l'insegnamento e ad emigrare, nel settembre del 1939, in Palestina, ove superando non lievi difficoltà di adattamento riuscì a convertire l'amarezza dell'esilio in un rinnovato entusiasmo per le esperienze della collettività di "immigrati", alle quali con tenace volontà cercò di apportare il contributo delle proprie capacità (tenne lezioni nelle scuole superiori di Tel Aviv, analizzò la situazione economica palestinese, ecc.). I suoi convincimenti religiosi, che si erano via via rinsaldati nel corso della vita, ispirarono i contatti quotidiani coi suoi fratelli di fede, e si arricchirono degli ideali di giustizia che egli individuava nella legge ebraica (Torah) e che riteneva indicassero la strada da seguire per ricostituire lo Stato ebraico. Il B. tornò volentieri nel 1946 in Italia, ove riprese l'attività scientifica, didattica e pubblicistica, ma riservò le ultime sue energie alla storia dell'ebraismo.
Aveva cominciato molti anni prima a collaborare alla Rassegna mensile di Israel,la rivista italiana di vita ebraica, a studiare aspetti e problemi della vita ebraica del passato e contemporanea, ad analizzare il pensiero economico di scrittori ebraici non ancora studiati: ora, invece, era un profondo stimolo religioso a spingerlo verso le indagini sulla storia economica e sociale della "diaspora" dai primi secoli dell'era cristiana sino alla ricostituzione di Israele. La storia dell'ebraismo - come ebbe a confessare egli stesso - divenne il movente stesso della sua vita spirituale. Gli ultimi scritti in questo campo vennero pubblicati postumi nel volume: Israele disperso e ricostituito. Pagine di storia e di economia,con prefazione di Gino Luzzatto (Collana di opere ebraiche e sionistiche della Rassegna mensile di Israel,Roma 1952).
Nel 1928 il B. aveva scritto per il quotidiano La Stampa di Torino le sue considerazioni su La Palestina ebraica,al ritorno da un viaggio in quel paese; nel 1935 aveva tenuto una conferenza su L'economia politica nella Bibbia (pubblicata nella Rivista di storia economica,I [1936], pp. 36-61 e nella Rassegna mensile di Israel). In varie occasioni nella Rassegna mensile di Israel e nella rivista israeliana Zion aveva messo in luce il pensiero di scrittori e pensatori ebrei; per il volume di Studi in onore di G. Luzzatto,Milano 1950, scrisse un saggio su L'attività econ. degli Ebrei in Italia alla fine del sec. XVIII,pp. 266-277, e una Introduzione al Discorso sugli Ebrei di Venezia di Simone Luzzatto (Gerusalemme 1950).
Al suo ritorno in Italia riprese in mano il trattato di economia politica del 1937-40 e ne pubblicò una seconda edizione (Milano 1947), ma non fece più in tempo a scrivere il terzo volume nel quale avrebbe dovuto trattare problemi di politica economica. Sulla Rassegna della Associazione bancaria italiana,intanto, comparvero nuovamente, a partire dal 1947, gli indici dell'andamento del mercato finanziario. Analizzò in alcuni articoli le questioni monetarie e aggiornò per l'appendice 1938-1948 della Enciclopedia italiana alcune voci (Bretton Woods, Cambio, Inflazione, Mercato nero, Moneta). Il B., che fin dall'anteguerra era membro di numerose associazioni scientifiche (Istituto internazionale di statistica, R. Accademia delle scienze di Torino, R. Accademia dei Georgofili di Firenze, Royal Economic Society di Londra, Econometric Society), fece parte, dal 1947, dell'Accademia dei Lincei, della quale era socio corrispondente fin dal 1935.
Fin dai giorni dell'esilio palestinese il B. aveva raccolto senza alcuno scopo di pubblicazione, ma soltanto per alimentare le proprie esperienze spirituali, meditazioni e ricordi sulla sua vita e sui valori umani e religiosi ai quali ispirava la propria condotta. Queste pagine pubblicate postume (in Colloqui con me stesso,Roma 1952 e nella Rassegna mensile di Israel,XVIII [1952], pp. 291-299, 403-411; XIX [1953], pp. 16-19), contengono un alto insegnamento morale e spiegano come la personalità del B. abbia lasciato tracce profonde nella formazione di una larga schiera di discepoli.
Il B. morì a Roma l'11 genn. 1951.
Fra le opere del B. oltre a quelle già menzionate si ricordino ancora: Inchiesta sulla municipalizzazione dei pubblici servizi in Italia,in Riforma sociale,X (1903), pp. 5-53; Appunti sui metodi per la rilevazione dell'andamento del mercato del lavoro,in Giorn. degli Econ.,XVIII(1907) pp. 89-114, 267-280, 386-416; Metodi di previsione economica,in Riv. delle società commerciali (1912) pp. 143-160; Position of the currency reform in Italy,Gold and Silver Inquiry, United States Senate, Washington 1925; La struttura economica moderna e lo svolgimento ciclico del movimento degli affari,in Atti d. Ist. naz. delle Assicurazioni,Roma 1931,pp. 229-256; Gli effetti delle fiuttuazioni nel potere d'acquisto dell'oro sulla vita economica delle nazioni (memoria presentata alla Società delle Nazioni, Delegazione dell'oro del Comitato finanziario), in Riforma sociale,XLII (1931), pp. 241-276; Moneta, banche e mercato finanziario,in Trattato elementare di Statistica,diretto da C. Gini, Milano 1933; Le regioni nell'economia nazionale,in Atti d. Ist. naz. delle Assicurazioni,Roma 1937, pp. 223-276.
Bibl.: Pubblicazioni del prof. R. B.,in Ann. per l'anno accad. 1936-37 della R. univ. degli studi di Roma,Roma 1937; A. Niceforo, Commem. di R. B. all'Accademia Nazionale dei Lincei, seduta del 14 apr. 1951 (Rendiconti morali, s. VIII,fasc. 3-4, pp. 184 ss.); M. Resta, R. B.,in Riv. di politica economica XLI (1951), pp. 501-518; A. M. Ratti, Vita ed opere di R. B.,Milano 1961.