RETRA (ῥήτρα)
Parola omerica, scomparsa dalla lingua classica, e sopravvissuta nell'uso dialettale; più frequente nell'Elide e in Sparta, è raramente testimoniata anche in talune colonie doriche e in Cipro e nella ionica Chio. Il significato ch'essa assume in Omero è "accordo, accomodamento"; significato che ritroviamo nell'ulteriore tradizione letteraria ed epigrafica accanto a quello più generale di "legge" o "norma".
Col nome di "retre" Plutarco designò quelle sentenze in prosa dell'oracolo di Delfi, sulle quali - secondo la tradizione - si fondava la costituzione spartana (v. licurgo). Ce ne sono conservate quattro. D'esse le tre più brevi fanno gruppo a sé; contengono cioè norme generali, che dovettero avere corso proverbiale a Sparta, e che, per l'origine, possono esser fatte risalire al sec. VI: "non avere leggi scritte; costruire il tetto della casa con la scure, la porta con la sega; non fare più campagne contro gli stessi nemici". La cosiddetta "grande" retra, oscura nella lingua e mal certa nel testo, presenta gravi difficoltà d'interpretazione; tuttavia abbastanza chiaro ne è il tono fondamentale: "fondare un santuario di Zeus Sillanio e di Atena Sillania; dividere il popolo in tribù e in obe; stabilire una gerusia di trenta membri; compresi i re; radunare l'assemblea popolare a regolari intervalli (da una luna piena all'altra), tra Babica e Cnacione; presentarle allora proposte e scioglierla; e il popolo senza discutere deliberi" (il quale ultimo comma è del tutto congetturale, presentando il testo una lezione corrotta e insanabile). Un'ulteriore aggiunta, attribuita ai re Polidoro e Teopompo, diceva: "Qualora il popolo deliberi stortamente, i vecchi e i re invalidino la deliberazione".
Gli studiosi moderni sono tutt'altro che concordi nella valutazione di questa retra; taluni vedono in essa "la legge fondamentale dello stato spartano"; altri la considerano prodotto letterario del sec. IV, espressione (in forma di oracolo dato dal dio a Licurgo) di quello che doveva essere l'ordinamento originario spartano secondo l'autore della retra; altri infine la riferisce al sec. VI e trova in essa il riflesso di un mutamento che effettivamente avvenne allora in Sparta, nel senso d'un governo più energico e d'una più forte limitazione della libertà individuale (Ehrenberg).
Bibl.: Ed. Meyer, Forschungen, I, Halle 1892, p. 261 segg.; V. Ehrenberg, Neugründer des Staates, Monaco 1925, p. 17 segg.