Sicilia, Regno di
Un’isola contesa tra le dinastie europee
Il Regno di Sicilia, costituitosi nell’11° secolo con i Normanni, fu governato da molteplici dinastie (Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Asburgo di Spagna, Savoia, Asburgo d’Austria, Borbone) e passò attraverso alterne vicende che lo videro in alcune fasi aggregato al Regno di Napoli sotto la denominazione di Regno delle Due Sicilie, che si impose definitivamente nel 1816
L’organismo territoriale iniziò a definirsi nel corso dell’occupazione dell’isola da parte dei Normanni, in particolare con Ruggero d’Altavilla (11° secolo), che portò a termine l’impresa di riconquista cristiana contro i musulmani nel 1091, e che governò la Sicilia con il titolo di conte. Fu il successore Ruggero II (1113-54) a unire l’isola alle terre continentali e a ottenere – nel 1130 dall’antipapa Anacleto II e poi, nel 1139, da Innocenzo II – la corona di Sicilia, su cui il papa vantava un diritto d’investitura.
La stabilizzazione del regno fu garantita da Guglielmo II il Buono (1172-89), che unì le sorti della sua dinastia a quella del Sacro Romano Impero, così che la corona passò poco dopo sotto il controllo degli Svevi, a cui, nel 1266, seguì il dominio della dinastia francese degli Angioini. Il governo di questi, contrastato a causa del fiscalismo e della subordinazione dell’isola a Napoli, fu messo in crisi dall’insurrezione dei Vespri siciliani, iniziata il 31 marzo 1282, cui seguirono l’intervento di Pietro III d’Aragona (1240-85), acclamato re di Sicilia, e la guerra cosiddetta del Vespro fra Angioini e Aragonesi.
Dopo la sigla della Pace di Caltabellotta (1302), che attribuì temporaneamente la Sicilia a Federico d’Aragona con il titolo di re di Trinacria, si scatenò un lungo conflitto tra Angioini e Aragonesi, condotto con alterne vicende fino a quando Federico III d’Aragona nel 1372 non concluse un accordo, grazie al quale la Sicilia rimase alla casa cadetta aragonese come vassalla del Regno di Napoli e del papa. La nobiltà siciliana si divise allora tra forze aragonesi e forze autonomiste, alimentando una lunga guerra civile.
All’inizio del 16° secolo si rafforzò il legame con la Spagna. A seguito della conquista di Napoli (1501-03) da parte di Ferdinando il Cattolico avvenne la riunione alla corona di Spagna delle cosiddette Due Sicilie, che rimasero però distinte con il titolo di Regno di Napoli e Regno di Sicilia. Nel 17° secolo il governo spagnolo dell’isola fu contrassegnato da diversi episodi di ribellione e di congiura, di carattere a volte popolare a volte nobiliare; tali episodi culminarono nella rivolta di Messina del 1674, appoggiata dal re di Francia Luigi XIV, che l’anno successivo restituì la città alla Spagna.
Alla Pace di Utrecht (stipulata nel 1713) che pose fine al vasto sistema spagnolo in Europa, il Regno di Sicilia fu assegnato a Vittorio Amedeo II di Savoia, che lo tenne per cinque anni inasprendo il conflitto di natura giuridica con la Chiesa, finalizzato a cancellare i diritti esercitati da Roma sull’isola.
Bloccato il tentativo di riscossa spagnola, che ebbe per protagonista il cardinale Alberoni, la Sicilia divenne un dominio austriaco e fu riunita a Napoli (1718). Durante la guerra di Successione polacca don Carlo di Borbone attuò (1734) una vittoriosa spedizione nel Regno, che riacquistò in lui un re indipendente, anche se strettamente legato alla Spagna, e quindi fu retta tramite un viceré.
Nel 1799 e poi dal 1806 al 1815 la Sicilia ospitò i sovrani borbonici fuggiti da Napoli a seguito dell’occupazione francese, mentre la sua indipendenza fu garantita dalla flotta inglese. Ferdinando IV, dietro pressioni dell’Inghilterra, concesse alla Sicilia nel 1812 una nuova costituzione sul modello inglese.
L’autonomia dell’isola fu annullata con la restaurazione borbonica del 1815: Ferdinando IV mutò significativamente il suo titolo in quello di re delle Due Sicilie (1816) e abolì la costituzione, suscitando le proteste sia della Chiesa – che dal tempo dei Normanni considerava l’isola un suo feudo – sia quelle dei Siciliani.
Fu proprio da una rivolta separatista scoppiata all’inizio del 1848 che prese inizio il movimento democratico e nazionale che dilagò in Italia e in Europa nel biennio 1848-49, finendo con un sostanziale ripristino delle condizioni precedenti, ma che preparò la fase successiva del Risorgimento, sfociata, nel 1861, nella proclamazione del Regno d’Italia e la conseguente fine del Regno delle Due Sicilie.