Generale e uomo politico peruviano (Tarapacá 1797 - Tiviliche, Arica, 1867); popolarissimo e assertore della legalità, dominò la scena politica del suo paese nei decennî successivi alla liberazione. Partigiano del presidente Orbegozo durante la guerra civile del 1834, e dopo il 1837 del suo rivale Gamarra, con il quale fu ministro della Guerra, dopo il conflitto con la Bolivia (1841) abbatté nel 1844 il dittatore Vivanco. Con la sua prima presidenza (1845-51), diede al Perù un periodo di tranquillità e prosperità (telegrafi, ferrovie, ecc.). Nel 1854 abbatté facilmente il suo impopolare successore Echenique, e, entrato trionfalmente a Lima, si proclamò dittatore. Rieletto presidente nel 1858, attuò varie riforme (abolizione della schiavitù, dei privilegi ecclesiastici e militari, della pena di morte per delitti politici), promulgò nel 1860 una nuova costituzione, e, dopo un infruttuoso tentativo di annessione della Bolivia (1861), si ritirò nel 1862. Eletto presidente del senato nel 1865, arrestato dal presidente Pezet per la sua opposizione al trattato di pace con la Spagna (1865), aderì all'insurrezione promossa da M. J. Prado (1865), ma nel 1867 si sollevò di nuovo contro la dittatura di quest'ultimo; morì mentre era in marcia verso Arica.