RAIMONDO di Poitiers, principe di Antiochia
Nacque nel 1099 da Guglielmo IX duca di Guienna e da Filippa di Tolosa. Nel 1135 si trovava alla corte di Enrico I, re d'Inghilterra, quando ricevette l'invito dal re Folco di Gerusalemme di recarsi ad Antiochia per sposare la giovane principessa Costanza, figlia di Boemondo II, e assumere il governo dello stato. Accolse con premura l'invito. Giunto in Antiochia egli vi trovò una situazione difficile, poiché la principessa Alice, madre di Costanza, donna ambiziosa e orgogliosa, intrigava per impedire il matrimonio e detenere il potere, in ciò sostenuta principalmente dal patriarca latino. R. vinse l'opposizione comprando l'appoggio del patriarca. Alice fu costretta a ritirarsi a Laodicea e il matrimonio fu celebrato (1136). Il primo atto di R. fu di muovere guerra contro Leone I, re d'Armenia, che l'anno precedente aveva occupato la fortezza di Servantikar appartenente ad Antiochia. Leone fu vinto e fatto prigioniero e per avere la libertà dovette cedere, oltre alla suddetta fortezza, le città di Misis e di Adana e pagare un prezzo di riscatto. Nel 1137 R. fu alla sua volta assalito da Giovanni II Comneno, il quale intendeva far valere i diritti dell'impero su Antiochia. R., non essendo in grado di resistere alle forze dell'imperatore, fece atto di sottomissione dichiarandosi suo vassallo. S'impegnò anche a cedere del tutto il principato di Antiochia, ove fosse stato investito di un altro feudo, che si sarebbe dovuto formare a spese dell'atābek di Aleppo. Nel 1138, infatti, l'imperatore, al quale si unirono Raimondo e il conte di Edessa, intraprese una campagna contro i Turchi, ma l'impresa fallì. Nel ritorno, trovandosi in Antiochia, Giovanni tentò di trasformare la sua sovranità feudale sulla città in dominio diretto. Impeditone da una rivolta popolare, provocata dai baroni franchi, che lo costrinse a lasciare precipitosamente Antiochia, ritentò l'impresa quattro anni dopo, nel 1142, ma con lo stesso risultato negativo. L'imperatore, tuttavia, ritirandosi da Antiochia, occupò alcune città e fortezze appartenenti al principato. R. si adoperò perché gli fossero restituite e a questo scopo si recò nel 1144 a Costantinopoli, dove rinnovò il giuramento di fedeltà a Manuele I Comneno, successo a Giovanni l'anno innanzi; ma non ottenne nulla. Oltre che contro i Bizantini, R. ebbe continuamente a lottare contro l'atābek di Mossul, Zinkī, e i suoi luogotenenti, principalmente l'emiro Seif ed-Dīn Sanar, i quali periodicamente intrapresero delle incursioni nei territorî del principato spingendosi a volte fino ad Antiochia, che saccheggiarono a più riprese. Egli cadde appunto combattendo contro Nūr ed-Dīn, figlio e successore di Zinkī, il 30 giugno 1149.
Bibl.: E. Rey, Resumé chronologique de l'histoire des princes d'Antioche, in Rev. de l'Orient latin, IV (1896).