BADARACCO, Raffaele (Giovanni Raffaello)
Figlio di Giuseppe, nacque nel 1648 a Genova. Fu iniziato alla pittura dal padre, il quale però non dovette fornirgli che i più elementari rudimenti dell'arte essendo morto quando egli aveva solo nove anni. La sua vera e propria formazione sarebbe avvenuta a Roma, ove si trattenne otto anni e fu discepolo del Maratta pur non rimanendo del tutto insensibile al gusto diffuso da Pietro da Cortona. Completò la propria cultura con un breve soggiorno a Napoli e con uno più lungo a Venezia. Tornato a Genova, vi svolse una vasta attività, dapprima affermandosi specie come ritrattista, poi dedicandosi prevalentemente a quadri "storiati".
Morì a Genova nel 1726.
Un raro documento dei suoi esordi è il ritratto di Stefano Lomellino, del 1668 (coll. Foresti, a Carpi), ancora memore degli esempi illustri del Van Dyck. Tra le numerose opere che ci sono tuttora conservate, si ricordano la pala con il Presepio delle gallerie comunali di Genova (probabilmente la stessa che, dipinta per l'ora soppressa chiesa di S. Maria della Pace, sarebbe stata tra le prime eseguite dopo il ritorno da Roma) e quella con il medesimo soggetto nella parrocchiale di Pieve di Teco (Imperia), ch'è certo tra le sue cose migliori; inoltre l'Apparizione della Vergine ai carmelitani, nella chiesa del Carmine a Genova, e la serie delle Scene della Passione di Cristo, nell'oratorio di Coronata (sopra Cornigliano), che costituisce la più grandiosa impresa dell'artìsta.
I dipinti confermano nel B. quel temperamento superficiale che anche il Ratti, scrivendone la biografia, avvertiva, e che del resto già lo svagato "curriculum" formativo farebbe presumere: sovente frettoloso, sempre incline ai risultati più facili anche sfruttando la piacevolezza di un colorire "soave" caratteristicamente largo d'azzurri oltremare.
L'opera del B. si estranea dal filone più schietto e più vivo della pittura genovese, contrastando in sordina con il pieno barocco di Domenico Piola e di Gregorio De Ferrari; piuttosto trova consonanza con la moderata reazione classicheggiante di Paolo Gerolamo Piola e Lorenzo De Ferrari, tendenti a comporre i modi dei padri su indirizzi appunto romani e maratteschi.
Bibl.: R. Soprani, Le vite de, pittori... genovesi,Genova 1674, p. 206; R. Soprani-C. G. Ratti, Delle vite de' pittori
genovesi, II, Genova 1769, pp. 69-73; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, V, Bassano 1809, p. 342; F. Alizeri, Guida artist. per la città di Genova, Genova 1845-1846, passim; Id., Guida illustrativa... della città di Genova, Genova 1875, passim; O.Grosso, Cat. delle gallerie di Palazzo Bianco e di Palazzo Rosso, Milano 1909, pp. 40, 45; G. Fogolari-C. Gamba, Il ritratto italiano dal Caravaggio al Tiepolo alla mostra di Palazzo Vecchio nel MCMXI, Bergamo 1927, pp. 114, 116; D.Castagna-M. U. Masini, Guida di Genova, Genova 1929, passim; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 331 (sub voce errata, Badarocco); Encicl. Ital.,V,p. 827.