qwerty
Particolare disposizione dei tasti su una tastiera per computer, che posiziona la sequenza di lettere q, w, e, r, t, y in alto a sinistra nell’area dedicata alle lettere principali. Questa tipologia di tastiera è divenuta lo standard di riferimento per la scrittura di lingue basate sui caratteri latini, diffondendosi nella sua forma originale (basata sull’inglese) o in forme che incorporano alcune minori riconfigurazioni dei tasti per adattarsi ad altre lingue (per es., in Francia e Belgio sono utilizzate tastiere azerty, mentre in Europa Centrale son diffuse le tastiere qwertz).
Altre disposizioni di tasti sono state create nel tempo con performance, in termini di bilanciamento nell’utilizzo delle mani, e con velocità di scrittura capaci di competere con la disposizione q. (per es., la Dvorak simplified keybord). Alla grande diffusione della tastiera q., dunque, non corrispondono comprovate migliori prestazioni. Questa discrepanza è stata utilizzata da P.A. David nell’articolo Clio and the economics of QWERTY («American Economic Review», 1985, 75, 2) per evidenziare la dipendenza dalla storia (path dependance) dei processi economici. Una volta che un certo tipo di tastiera comincia a essere adottata da molti agenti economici, entrano in gioco una serie di meccanismi di feedback positivo in grado di ampliarne e rinforzarne la supremazia, fino a rendere molto costoso il passaggio da quella tastiera a un altra, anche se la seconda dovesse assicurare un risultato superiore.