QAṢR-I SHĪRĪN
N Località archeologica del Kurdistan, sulla strada che fra l'altopiano iranico e la piana mesopotamica collegava in età sassanide Ctesifonte a Kirmānshāh. Oggi a 22 km dalla frontiera irachena. Il nome si collega alla tradizione che ne fa residenza di Shīrīn, moglie cristiana di Cosroe II Parwiz (590-628).
Chaḥār Qāpu: complesso edificio di 135 × 84 m orientato ad E. Sul fondo della corte sorge il tempio del fuoco, sala quadrata di 25 m coperta con cupola su trombe. La tecnica costruttiva è a blocchi d'argilla seccata conglobati in un impasto legante.
Imārat-i Khusrau, identificato come palazzo imperiale. L'edificio (m 372 × 190) sorge su di una terrazza rialzata di 8 m, poggiante su gallerie e accessibile da tre coppie di rampe: motivo quest'ultimo di diretta ascendenza achemènide senza esempî in età parthica o nel primo periodo sassanide. Preceduto da una vasta spianata forse a portici, il corpo avanzato del palazzo comprende nell'ordine e in asse: un iwān di accesso, la tipica sala del trono coperta a cupola, una corte a peristilio su cui si apre un iwān minore; di qui si accede ai due immensi cortili interni fiancheggiati da gruppi simmetrici di stanze e cortili minori. Come in altri edifici tardo-sassanidi sono presenti schemi architettonici di derivazione occidentale (iwān a "navate", peristilio).
Haush Qurī: altro palazzo attribuito a Cosroe II, analogo al precedente. Il rilievo conosciuto è assai incerto.
Bibl.: J. de Morgan, Mission scientifique en Perse, IV, Parigi 1896, pp. 341-360; Fr. Sarre-E. Herzfeld, Iranische Felsreliefs, Berlino 1910, pp. 237-240; G. L. Bell, Palace and Mosque at Ukhaidir, Londra 1914, pp. 44-50; O. Reuther, in A Survey of Persian Art, Londra 1938, I, p. 539; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Iran Ancien, Leida 1959, p. 98.