PRESENILI, PSICOSI
Per psicosi presenili vanno intese quelle alterazioni mentali, variabili nel quadro clinico e nella potenza, che precedono la senilità manifesta. La stessa definizione fa intendere e giustifica il concetto che l'attributo di presenile, più che dare una figura clinicamente autonoma alla psicosi, la individualizzi come espressione di processi involutivi già in atto, pur se non manifesti, quindi come una componente precoce e immatura di quelle alterazioni mentali che, presentando comuni fattori etiogenetici e simiglianza di forme, di decorso e spesso di esito, costituiscono le psicosi senili (v. senescenza).
Pur essendo il cervello, nei soggetti normali, l'ultimo a decadere per leggi fisiologiche tra i varî organi, pur volendo ammettere eccezionalmente la vecchiaia integra cum mente (E. Marchiafava), anch'esso, al difuori di tutti quei fattori endogeni ed esogeni che traumatizzano e offendono precocemente l'organo, subisce le inevitabili leggi della decadenza progressiva, disgregatrice degli elementi che lo costituiscono. Tale decadenza è dovuta al fatale processo involutivo, provocato dall'usura funzionale, dall'insufficienza progressiva dei varî ormoni, primo quello sessuale, e conseguente disordine metabolico, e dalla deficienza dei poteri di difesa contro i fattori tossici endogeni (I. Mečnikov). A questi varî agenti di decadimento cerebrale, e particolarmente corticale, va aggiunto quello della sclerosi vasale, di tale importanza da costituire un tipo o varietà di psicosi senile e presenile, che è quella arteriosclerotica in cui emergono i fenomeni a carattere neurologico o a focolaio su quelli psicopatici, o con questi variamente si associano.
È specialmente nelle psicosi cosiddette presenili che si notano quei disordini delle funzioni mentali che, pur non rivestendo forme di complessi clinici ben definiti, tanto influiscono sulla personalità sociale del soggetto. Il decadimento, per quanto all'inizio larvato, delle funzioni psichiche fondamentali - percezione, attenzione, memoria (in specie di fissazione), immaginazione, poteri associativi, ecc. - fa sì che il soggetto viva più di una vita retrospettiva che attuale, di acquisizioni sorpassate nel tempo e nella opportunità, di ricordi stereotipati, che affiorano continuamente riempiendo la vacuità di un pensiero incapace di nuove e originali rappresentazioni mentali. Da ciò deriva che ogni innovazione è accolta con diffidenza e con vero terrore; l'esperienza del passato, avendo acquistato il carattere della massima saggezza, contrasta ogni forma nuova di vita e di principî, mentre l'egoismo domina sulle rovine dell'affettività, spesso intonata al tono depresso dell'ingiusta vittima. Le espressioni originarie del carattere, sfuggendo al controllo regolatore e moderatore della critica, s'ipertrofizzano in difetti, in vizî, in monomanie. La deficienza della volontà e della critica rendono il soggetto credulo, suggestionabile, servile; la mancanza di un esatto controllo della condotta e del contegno e dei sufficienti poteri inibitorî, provoca atteggiamenti ridicoli, atti di esibizionismo e d'impudicizia, scorrettezze del linguaggio, crisi di collera, di violenza, di sciocca crudeltà.
Evolgendo il disordine psichico verso forme più gravi e non regressive, sopravvengono stati confusionali, turbe psico-sensoriali e delirî che nulla hanno di caratteristico, ma ricordano le più diverse psicosi, distimiche, paranoidi o schizofreniche: il che fa pensare che particolari tendenze psichiche costituzionali, latenti sino ad allora, si siano rivelate quando la pericolante citoarchitettonica cerebrale abbia sgretolate particolari resistenze a funzione inibitrice e regolatrice. Sono le manifestazioni a carattere distimico le più frequenti, sia a carattere psicastenico, sia melancolico o melancolico-ipocondriaco, al che inducono parecchi fattori, agenti sull'originaria predisposizione o su precedenti distimici periodici, e che sono costituiti dalla coscienza, non corretta da una sana critica e da una ragionevole capacità di adattamento, del lento e progressivo decadimento della personalità psico-fisica, inaugurato generalmente dalla soppressione della funzione sessuale, tanto più dolorosa e inquietante per quanto più sopravviva l'appetito erotico. Queste psicosi funzionali, secondo la distinzione di C. Fürstner, possono presentarsi pure e modificate o non modificate dallo stato senile, oppure come più spesso avviene, combinate con l'indebolimento dell'intelligenza o con sintomi di localizzazione a focolaio (forma arteriosclerotica).
Le psicosi presenili hanno variabile il loro decorso che può essere regressivo, di remissione, di arresto, o, come quando e più spesso segnano la prima tappa delle forme senili, di più o meno rapida progressione, che finisce in demenza.
La cura è puramente sintomatica nelle forme avanzate e progredienti, di un qualche pratico valore in quelle iniziali - prepsicopatiche - e in quelle legate unicamente o principalmente all'arteriosclerosi, e in questo caso la terapia è quella della malattia fondamentale. Maggiore importanza e maggior valore hanno in qualunque forma quei fattori che costituiscono la profilassi della senilità - regolarizzazione della pressione arteriosa, del metabolismo organico e del sonno, particolare cura del regime alimentare e della funzione digestiva, soppressione o grande limitazione delle bevande alcooliche e bevande eccitanti in genere, trattamento razionale di intossicazioni e infezioni in atto o pregresse, tranquillità e uniformità di vita familiare e sociale, corretta e ordinata vita morale, e infine occupazione varia non affaticante del pensiero, stimolandone le idealità trascendenti il senso della incombente miseria fisica.
Bibl.: E. Krapelin, Psychiatrie, 8ª ed., Lipsia 1911; O. Bumke, Trattato di Psichiatria, ediz. italiana, Torino 1929; G. Mòglie, Manuale di psichiatria, Roma 1930.