OSSESSIVA, PSICOSI
. La psicosi ossessiva, meglio definibile come psiconevrosi ossessiva, o coatta, è costituita dalla prevalenza, variamente incoercibile, di rappresentazioni mentali, in contrasto con la personalità del soggetto e con le sue credenze, a contenuto non necessariamente patologico, ma che patologicamente agiscono in quanto dominano il pensiero, deformandone il naturale svolgimento e le utili applicazioni.
Le idee fisse o ossessive, dette anche idee coatte (G. Buccola) o incoercibili (A. Tamburini), rappresentano un continuo conflitto con la volontà e per tale conflitto si accentua quel disordine del tono affettivo, che è base della psiconevrosi stessa e che, per l'esasperazione della tensione emotiva, si trasforma in uno spasmodico stato di angoscia. Il detto conflitto tra due elementi psichici contrastanti, con alternanti vicende e eguale potenza, ingenerò teorie opposte, per cui secondo alcuni (Th. Ribot e altri) la patogenesi dell'ossessione sarebbe dovuta al difetto della volontà ("teoria volitiva"), secondo altri (R. Krafft-Ebing, K.F.O. Westphal, E. Morselli, G. Buccola, A. Tamburini, ecc.) alla potenza dell'idea ("teoria intellettuale"); a questa va aggiunta quella "affettiva" di B.A. Morel che chiamò la detta psicosi "delirio emotivo".
Si volle da alcuni considerare la psiconevrosi ossessiva come forma autonoma, differenziandola dalla neuro-psicastenia; ma, considerando che questa si impernia, per uno specifico fattore costituzionale, sulle idee fobiche, e che le idee ossessive o coatte non sono che idee fobiche, le quali, nella grande variabilità del loro contenuto, fisico, metafisico, etico, ecc., acquistando una prevalenza assoluta e dominando la coscienza lucida e contrastante, si trasformano in uno stato ossessivo, la psicosi ossessiva va ritenuta piuttosto come una varietà della sindrome distimica neuropsicastenica.
La detta psiconevrosi, come forma psicastenica, poiché idee ossessive si possono osservare in altre psiconevrosi funzionali e organiche, spesso esplode nella pubertà o nei primi contrasti della vita, ma si può manifestare anche nell'età infantile o in quella adulta; può preesistere in evoluzione interna già da tempo prima delle sue manifestazioni.
Nel quadro della psiconevrosi ossessiva si rilevano numerosi fenomeni ad apparenza somatica, dovuti all'azione del fattore emotivo sul sistema neuro-vegetativo ed endocrino e sulla riflettività automatica. È forma morbosa, ostinata, ma suscettibile di remissioni, di correzioni notevoli e anche di guarigione. In essa si osservano i maggiori successi della psicoterapia razionale (v. Psicoanalisi; psicoterapia).
Secondo i punti di vista psicoanalitici (v. psicoanalisi) la nevrosi ossessiva è dovuta, come ogni altra psiconevrosi, a un conflitto inconscio, le cui origini risalgono alla prima infanzia e del quale i termini che appaiono alla coscienza non sono che gli effetti. In ogni singola idea coatta la psicoanalisi individua un significato latente. Nella sindrome della nevrosi ossessiva appare particolarmente importante l'esplicazione degli istinti aggressivi, oltre che di quelli dell'Eros, e i sintomi si rivelano in questa nevrosi, anche più chiaramente che non in altre, quali espressioni di eompromesso tra le esigenze istintuali inconscie e quelle rimoventi, che provengono dal super-io. Dal punto di vista dell'evoluzione della libido, la psicoanalisi insegna che questa, nella nevrosi ossessiva, non ha raggiunto la fase genitale, e si è fermata alla fase sadico-anale, o è ad essa regredita. Le idee e gl'impulsi distruttivi, cui i nevrotici ossessivi temono spesso di poter cedere, non si traducono mai in atto.
Bibl.: S. De Sanctis, Psiconevrosi, in Trattato ital. di medicina interna, II, Milano 1931; G. Moglie, Manuale di psichiatria, Roma 1930. Per i punti di vista psicoanalitici cfr. S. Freud, Introduz. allo studio della psicoanalisi, II (trad. it.), Nocera Inferiore 1922; H. Deutsch, Psychoanalyse der Neurosen, Vienna 1930, parte III; H. Nunberg, Allgemeine Neurosenlehre, Berna e Berlino 1932.