protezione sociale
Sistema di misure di intervento pubblico esercitate mediante l’erogazione di servizi economico-sociali destinati alla correzione degli assetti distributivi del reddito o di fallimenti di mercato (➔ mercato, fallimenti del) determinati dall’esistenza di esternalità (➔), asimmetrie informative (➔ asimmetria informativa) o incompletezza dei mercati. I servizi sociali assumono forme e modalità di erogazione diverse a seconda delle ragioni alla base dell’intervento pubblico: incapacità – anche momentanea – di ottenimento di un reddito (raggiungimento dell’età pensionabile, perdita del lavoro ecc.), esistenza di un bisogno soggettivo (malattia, maternità, paternità), presenza di requisiti di merito per l’accesso a livelli di istruzione non obbligatoria.
L’incapacità di ottenere un reddito determina la definizione di un sistema pensionistico volto alla redistribuzione tra i soggetti attivi e coloro che hanno cessato l’attività lavorativa, o ne sono impossibilitati, o hanno diritto a forme di assistenza pensionistica per vincoli familiari, o sono sprovvisti di qualsiasi forma di reddito. Congiuntamente alla definizione di un sistema pensionistico, sono in vigore vari istituti (➔ ammortizzatori sociali) finalizzati ad attenuare gli effetti economico-sociali derivanti dagli esuberi temporanei o definitivi di lavoratori nelle imprese. L’esistenza di una situazione di bisogno soggettivo è all’origine, invece, dell’erogazione di servizi sanitari, ai quali viene garantito l’accesso a prescindere dalla posizione reddituale del beneficiario, nel rispetto del principio di uguaglianza formale e sostanziale (Cost., art. 3) e del diritto alla salute (Cost., art. 32). Necessità soggettive possono anche essere causa dell’erogazione di assegni familiari per il sostentamento e l’educazione a favore dei figli dei soli lavoratori dipendenti o per il sostenimento di spese di mobilità per studenti e lavoratori. La presenza di requisiti di merito può comportare, d’altro canto, l’attivazione di servizi diretti ad assicurare l’accesso all’istruzione dopo il superamento degli obblighi scolastici stabiliti per legge. Ciò può tradursi nell’erogazione di contributi a fondo perduto per i ragazzi più meritevoli, o nell’abbassamento delle tasse per l’accesso a gradi di formazione superiore o universitaria.
Gli istituti di p. s. si possono considerare come il risultato dell’evoluzione del cosiddetto Stato sociale, fondato sulla produzione diretta da parte dello Stato dei beni pubblici (➔ bene pubblico), sull’estensione universalistica del diritto di accesso a essi, sul subordinamento della distribuzione a criteri di bisogno e di merito, e sull’ampio ricorso al sistema tributario (fiscalità generale) per il finanziamento necessario alla realizzazione delle politiche di sostegno economico-sociali. Un simile modello implica che venga preferito un sistema di produzione dei servizi essenzialmente pubblico, con l’obiettivo di massimizzare il benessere sociale e l’efficienza economica nella produzione dei servizi sociali e, al contempo, minimizzare i profitti dei produttori privati operanti in condizioni di limitata concorrenza. Tuttavia, il modello dello Stato sociale presenta alcuni aspetti critici, riconducibili all’assenza di stimoli all’efficienza produttiva (secondo gli assunti del primo teorema fondamentale dell’economia del benessere, ➔ benessere, teoremi dell’economia del), all’espansione della spesa pubblica (e correlate problematiche sulla scelta della fiscalità o delle tariffe come metodi di finanziamento) e a conflitti distributivi degli stessi servizi (esistenza dei cosiddetti ‘beni posizionali’, la cui utilità individuale è influenzata dal consumo che dello stesso bene fanno altri individui). Per tali ragioni, questo modello viene attualmente adattato alle necessità dei vari Paesi, con l’obiettivo di includere nei sistemi di welfare istituti di p. s. ispirati a criteri di riduzione delle disuguaglianze tra gli individui, pur nel rispetto dei principi di bilancio pubblico e concorrenza del mercato. ● A livello europeo, esiste una legislazione ad hoc, che ha l’obiettivo di coordinare le politiche di p. s. degli Stati membri. È anche attivo un programma comunitario (Progress 2007-2013), per l’armonizzazione delle politiche di sicurezza sociale nazionali e la risoluzione di problematiche comuni all’interno dello spazio comunitario.