programmazione strutturata
programmazione strutturata tipo di programmazione basato tipicamente sul metodo top down, per cui si suddivide il problema principale in vari sottoproblemi, ciascuno dei quali a sua volta ulteriormente scomponibile, sino ad arrivare alla definizione di problemi elementari semplici o non ulteriormente suddivisibili. Per la scrittura delle istruzioni e l’implementazione degli algoritmi la programmazione strutturata utilizza le seguenti tipologie di strutture:
• il blocco: la struttura a blocchi prevede gruppi di istruzioni trattati come un’unità indipendenti dalle altre; essi si riconoscono perché iniziano e finiscono con delimitatori (inizia … finisci); i blocchi possono avere svariati significati e funzionalità. Appartengono per esempio a questa struttura i sottoprogrammi e i segmenti di programma che vengono eseguiti quando l’automa esecutore sposta il controllo (ossia salta) in un punto diverso del programma stesso;
• il modulo: si suddivide il programma principale in varie parti (moduli), ciascuna delle quali è sviluppata in maniera autonoma prima di essere inserita nel programma generale;
• il controllo: utilizza le tre strutture di controllo fondamentali che permettono di indirizzare il flusso delle istruzioni, aggregando le azioni elementari che l’automa è in grado di eseguire: la → sequenza, la selezione o → alternativa, il → ciclo (→ Böhm-Jacopini, teorema di). Tali strutture possono essere rappresentate con diagrammi di flusso, o con altri metodi grafici, in particolare i diagrammi di → Nassi-Shneiderman;
• la funzione (→ funzione, in un linguaggio di programmazione);
• la → procedura;
• la → proposizione logica (→ enunciati, linguaggio dei).