Dichiarazione, per lo più a formula obbligata, dell’adesione di una persona o di una comunità a una determinata religione; spesso anche la solenne riconferma dell’adesione già avvenuta. In senso stretto, presuppone che la religione, cui con essa si aderisce, abbia un contenuto dottrinale, anche se il semplice compimento di un atto rituale (per es., il sacrificio all’immagine dell’imperatore, cui i Romani volevano costringere i cristiani nei periodi di persecuzione) può prendere il posto della p. verbale in religioni non dottrinali.
La p. di fede sintetizza di solito le tesi essenziali della dottrina religiosa. Essa può essere anche indipendente da qualsiasi rito. Il neofita buddhista dichiara semplicemente: «io mi rifugio in Buddha, nella sua dottrina, nella sua comunità». Per i musulmani la formula è «Non c’è altro dio che Allāh e Maometto è il suo inviato». Nell’ebraismo non esiste una vera e propria p. di fede; gli articoli fondamentali della fede ebraica, riassunti da autori medievali e inseriti in formule liturgiche, non hanno un valore dogmatico vincolante.
Per il diritto canonico la p. di fede è l’atto con cui il fedele manifesta esteriormente e pubblicamente di credere e accettare le verità rivelate, e come tali proposte dalla Chiesa, e insieme dichiarare di voler nel futuro conservare inalterata la sua decisione. Spesso ha il carattere di un atto non solo pubblico ma ufficiale; in tal caso si fa mediante la ripetizione di una formula redatta o approvata dall’autorità ecclesiastica. Emettono p. di fede tutti i battezzati: se neonati, per bocca dei loro padrini, se adulti con atto proprio. Devono anche emetterla i provenienti alla fede cattolica da scisma o eresia. Vi sono anche tenuti quanti prendono parte ai concili e ai sinodi, gli eletti a uffici ecclesiastici, i rettori e professori dei seminari e delle facoltà teologiche, quelli che ricevono il diaconato, i sacerdoti, infine, prima di ricevere le facoltà per le confessioni e la predicazione. Anche i sommi pontefici pronunciano la p. di fede come maestri di essa; e la pronunciavano in antico gli imperatori, prima di essere incoronati dal papa o da un suo legato.