Il frutto, l’ortaggio maturato per primo e quindi considerato come prodotto raro e particolarmente pregiato.
Il trattamento particolare riservato alle p. nella maggior parte delle religioni presenta caratteri sostanzialmente omogenei. Il sacrificio primiziale, nella sua forma più esplicita, consiste nell’offerta della p. alle divinità oppure agli antenati: la prima forma prevale in tutti i sistemi politeistici, sia in società non occidentali (Africa occidentale, Polinesia) sia in quelle europee arcaiche; la seconda nelle religioni con forte culto degli antenati (per es., Bantu dell’Africa, isole Figi, Salomone, Ceram ecc.). Nell’India vedica due feste (āgraṃeṣṭi) comportavano l’offerta delle p. dei due prodotti agrari più importanti, orzo e riso, alle divinità principali. In ambiente semitico (Babilonia, Canaan), dove si accentua l’idea che le divinità sono i veri proprietari della terra, il sacrificio primiziale è inteso come un riconoscimento simbolico di tale diritto. Nell’antico Egitto erano sacrificate dal faraone al dio Min le p. di una specie di grano che conservò importanza sacrale anche nei tempi storici, mentre la sua importanza economica era scomparsa di fronte a quella del frumento. In Grecia tutti gli Stati mandavano le p., o loro sostituzioni simboliche, ai santuari di Delo e di Eleusi. Nella Roma antica nessun prodotto poteva essere consumato prima che i sacerdoti ne offrissero le p. agli dei. Sacrifici primiziali sono ugualmente certi nell’antica religione cinese, messicana, peruviana ecc.
Altrove, in luogo di un vero e proprio sacrificio primiziale agli dei o ai morti, si hanno forme rituali della consumazione delle p.: il prodotto non può essere adibito al consumo normale finché non se ne consumano le p., in strette forme rituali. Fondamento dell’uso è sempre l’idea del sacrificio: gli dei o gli antenati sono immaginati come presenti e partecipi al banchetto. Non è essenzialmente diverso il senso della prescrizione, in certi tipi di civiltà, secondo cui il primo ad assaggiare le p. deve essere il re o il capo, perché in questi casi il mortale privilegiato assume caratteri sacrali ed è solo attraverso lui che il popolo può comunicare con gli dei o gli antenati.
Le idee religiose relative alle p. non si limitano alle civiltà agricole. Anche i popoli cacciatori e raccoglitori sacrificano, per es., il primo animale ucciso nella caccia o nella pesca, i primi frutti selvatici maturi, o parte dell’alimento trovato (per es., il miele: Pigmei ecc.). I popoli che vivono prevalentemente di pastorizia sacrificano i primi nati del gregge o uno di essi. Anche l’idea della consacrazione dei primogeniti umani ha radici nelle idee religiose connesse con le primizie.