PRESBITERIANI
Il presbiterianismo è il regime ecclesiastico stabilito da Calvino e adottato anche da confessioni che non professano tutte le dottrine di lui, e rappresenta, con l'episcopalianismo e il congregazionalismo, uno dei tipi fondamentali del regime ecclesiastico protestante; calvinismo invece è il sistema delle dottrine di Calvino, e rappresenta con il luteranismo e l'anglicanesimo uno dei primitivi tipi dottrinali del protestantesimo.
Il presbiterianismo comprende parecchie confessioni (presbiteriane, riformate, evangeliche), governate ciascuna da un sinodo o concistorio, composto in parti uguali da laici e ecclesiastici non distinti gerarchicamente. Tutte queste denominazioni formano una specie di federazione detta Alliance of Reformed Churches throughout the Vorld holding the Presbyterian System, che ha la sua sede a Filadelfia.
Le linee fondamentali della dottrina del presbiterianismo sono le seguenti: Dio, senza riguardo ai meriti o demeriti di alcuno, predestina questo alla gloria, quello alla perdizione; Cristo morì solamente per i predestinati alla gloria; tutti gli uomini, per il peccato originale, nascono in uno stato d'intera depravazione, e tutte le loro opere sono peccati, che solo negli eletti vengono coperti dalla grazia; i predestinati alla gloria, per mezzo della grazia irresistibile, sono sicuri della loro perseveranza finale. È rigettata la transustanziazione dei cattolici, ma fra la consustanziazione dei luterani e il semisimbolismo o semplice memoriale di Zwingli, si sostiene la dottrina calvinista della presenza reale-dinamica di Gesù Cristo nell'Eucaristia; questa dottrina, oscura nei termini, originò le differenti interpretazioni e le relative confessioni presbiteriane.
Confessioni di fede. - Il calvinismo, a differenza del luteranesimo, ristretto quasi ai soli paesi germanici e scandinavi, e dell'anglicanesimo, ristretto all'Inghilterra e alle sue colonie, si sparse rapidamente per quasi tutta l'Europa. La prima nazione, dopo Ginevra, che ne abbracciò le dottrine e il governo ecclesiastico fu la Francia, perché già nel 1559 fu adottata dal sinodo di Parigi la Confessio Fidei Gallicana abbozzata dallo stesso Calvino e scritta da Antonio di Chandieu. Essa consta di 40 articoli contenenti tutte le dottrine calviniane; dell'Eucaristia, per es., si dice: "Cristo non solamente morì e risuscitò per noi una sola volta, ma anche veramente ci alimenta e nutre con la sua carne e col suo sangue, di maniera che possiamo essere una cosa con lui e avere la vita comune". Questa confessione di fede fu così profondamente modificata nel 1872, che dei 40 articoli suddetti rimasero due soltanto, cioè: la suprema autorità della Sacra Scrittura in cose di fede e la salvezza per la fede in Gesù Cristo, figlio unico di Dio, morto per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione.
Gli antichi calvinisti-ugonotti di Francia formano adesso l'Église Réformée de France, divisa in 4 sezioni: Églises Réformées évangéliques; Églises Réformées; Églises Réformées Indépendantes; Églises Réformées d'Alsace et Lorraine; le quali tutte si reggono per mezzo di sinodi o concistori al modo presbiteriano. I riformati francesi hanno missioni nelle colonie francesi e alcune chiese in varî paesi d'Europa.
In Italia professano la confessione gallicana:1. i Valdesi che, secondo E. Comba (Storia dei Valdesi, p. 205 segg.), vi aderirono forse fin dal sec. XVI, ma fuori di ogni dubbio nel sec. XVII; essa fu sancita senza modificazioni nei sinodi del 1839 e 1855. Alcuni mutamenti vi furono introdotti nel sinodo del 1894: p. es., che Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini, e che per le parole "mangiare effettivamente la carne di Cristo e bere il suo sangue" la chiesa valdese non intende professare la fede in alcuna specie di materiale manducazione del corpo di Cristo, ma intende che solo spiritualmente l'anima vi si ciba di Cristo, godendo per la fede dei benefizî procedenti dal sacrifizio di lui, offerto una volta per sempre.
2. La chiesa protestante presbiteriana nazionale d'Italia. Questa chiesa, che si afferma esser successa alla chiesa libera italiana del Gavazzi, ha la confessione di fede calcata sulla confessione gallicana. Ammette la teoria calvinista sulla predestinazione ed elezione. Dell'Eucaristia o Cena dice che "in essa Gesù Cristo ci pasce e ci nutrisce veramente della sua carne e del suo sangue, acciocché noi siamo una cosa con lui e la sua vita ci sia commune"; ma più avanti spiega doversi ciò intendere "in una maniera spirituale e celeste", aggiungendo che la fede è il mezzo con cui il corpo e il sangue di Gesù Cristo sono ricevuti nella Cena.
Nella Svizzera e nell'Austria la riforma protestante si divise in due parti, occupando gli zwingliani il nord-est e i calvinisti il sudovest col centro in Ginevra. Nel 1549 per mezzo del Consensus Tigurinus (Convegno di Zurigo), e nel 1552 per quello di Ginevra, trattarono per unirsi; finalmente nel 1675 fu adottata la Formula Consensus Ecclesiarum Helveticarum Reformatarum, nella quale prevalgono le dottrine calviniste. Il carattere evangelico della Chiesa svizzera si manifesta ora nella maggior parte delle chiese con qualche dichiarazione generale piuttosto religiosa che teologica.
I riformati dell'Austria seguono la Formula Consensus, ecc. del 1675 e la loro chiesa è chiamata Chiesa evangelica della Confessione elvetica.
Nei Paesi Bassi si ritrovano: 1. la Confessio Belgica, scritta da Guido de Brès nel 1861. Consta di 37 articoli; professa la dottrina calvinista del decreto di predestinazione, e la presenza di Gesù Cristo nell'Eucaristia è spiegata così: "Per il sostenimento della vita spirituale e celeste che hanno gli eletti, Gesù Cristo ci ha mandato un pane vivo venuto dal cielo, cioè lo stesso Gesù Cristo, il quale nutre e fortifica la vita spirituale dei credenti quando lo mangiano, vale a dire quando essi se lo applicano e lo ricevono per la fede nello spirito".
2. La Controversia arminiana (1604-1619). Arminius oppose alla confessione belga e alla dottrina di Calvino le sue conclusioni: Dio per il suo decreto determina salvare tutti coloro che avrebbero creduto nel suo Figlio e perseverato nella fede e nell'obbedienza sino alla fine: Gesù Cristo morì per tutti gli uomini e meritò per tutti la riconciliazione e il perdono dei peccati: l'uomo può resistere alla grazia, ecc. Le dottrine di Arminius, molto più miti di quelle di Calvino, dopo la loro condanna per il sinodo di Dordrecht quasi sparirono in Olanda; ma sono adesso ammesse da molti presbiteriani, specialmente negli Stati Uniti.
Il Sinodo di Dordrecht o di Dort. - Tutte le conclusioni di Arminius furono condannate dal sinodo di Dordrecht (v.), il quale confermò le dottrine schiettamente calviniste in tutta la loro durezza. Le dottrine del sinodo di Dort prevalsero principalmente fra i riformati dell'Olanda, fra i Boeri e nelle colonie olandesi. Attualmente i ministri aderiscono ancora ad esse; ma i fedeli hanno idee più liberali e s'inclinano alle conclusioni di Arminius.
In Germania vige la Confessione o il Catechismo di Heidelberg, specie nella parte occidentale vicina ai centri calvinisti di Francia, Olanda e Svizzera. L'elettore del Palatinato Federico III, con l'aiuto dei teologi protestanti Zaccaria Ursino (Bär) e Gaspare Oleviano (Olewig), compose per i riformati dei suoi paesi la Confessione o Catechismo di Heidelberg (1563) che consta di 129 domande e altrettante risposte. Benché tutta permeata da dottrine calviniane, pure evita di parlare del decreto e della predestinazione ed elezione. Quando nel 1817 Federico Guglielmo III volle unire i luterani e i riformati prussiani, il Catechismo di Heidelberg fu riconosciuto come uno dei libri ufficiali della nuova unione chiamata Chiesa Evangelica Unita. Tanto le chiese riformate indipendenti della Germania, quanto quelle della Chiesa Evangelica Unita formano adesso parte della Chiesa Evangelica Tedesca. In Polonia si trova il Consensus Sendomirensis (1570), che è piuttosto un modus vivendi fra luterani e calvinisti, e in Ungheria la Confessio Czengerina (1570).
Nella Scozia Giovanni Knox presentò al parlamento scozzese la Confessio Scoticana I (1560): sono XXV articoli di tenore calvinista moderato, presentati in tal forma nella speranza di ottenere l'approvazione della regina Maria Stuart. La Confessio Scoticana II (1580) non è divisa in articoli, e si può considerare come un'appendice alla Confessio del 1560; in essa appare chiaramente lo spirito anticattolico velato nella precedente. A queste due confessioni fu sostituita in Scozia e Inghilterra la Confessione di Westminster, una delle più famose confessioni di fede dei presbiteriani, contenente 23 capitoli suddivisi in articoli e pubblicata nel 1647. Ne furono autori alcuni inglesi calvinizzanti e scozzesi presbiteriani, e la dottrina di Calvino vi è mantenuta integralmente. Durante il protettorato di Cromwell passò quasi inosservata in Inghilterra, e neppure ebbe vigore ristabilita che fu la monarchia. Ma in Scozia venne subito accettata e, cacciati gli Stuart, fu approvata per quel regno da Guglielmo IlI d'Orange (1690). Essa vige tuttora nella Chiesa presbiteriana e nazionale della Scozia, nelle sue missioni mantenute in varie parti del mondo e nelle stazioni d'Italia. Va però notato, col Benson (Non Catholic Denominations, p. 94), che i presbiteriani scozzesi non seguono tutta la dottrina di Calvino come suona, ma procedono quasi dicessero: "Siamo tutti calvinisti nelle nostre preghiere, ma siamo arminiani nel nostro modo di agire".
Negli Stati Uniti vennero a formarsi due gruppi: il presbiteriano e il riformato. Gli emigrati dall'Inghilterra, Galles, e alcuni presbiteriani dell'Irlanda, unitisi con gli emigrati scozzesi, crearono il gruppo presbiteriano, che comprende principalmente la Presbyterian Church of the U.S.A., chiamata anche dei Presbiteriani del Nord, la Presbyterian Church of the U.S. o Presbiteriani del Sud, la Cumberland Presbyterian Church, la United Presbyterian Church, ecc. Al contrario, gli emigrati calvinisti del continente, i quali non si unirono col gruppo presbiteriano, crearono il gruppo di Chiese riformate, fra le quali si trova la Reformed Christian Church. L'organizzazione ecclesiastica di ambedue i gruppi è presbiteriana; quanto alla dottrina, benché tutti in teoria aderiscano alle loro confessioni di fede, pure tendono verso idee più liberali e in pratica inclinano all'arminianismo. I presbiteriani e i riformati degli Stati Uniti mantengono molte missioni nei paesi cattolici e fra i pagani.
Diffusione. - Dalla statistica del Lutheran World Almanac and Encyclopedia (1931-1933) ove si tiene conto di tutti i presbiteriani, comunicanti o non comunicanti, si hanno i seguenti dati: Africa, 598.411; Asia, 580.047; Europa, 9.179.278; America Settentrionale, 4.834.026; America Meridionale, 80.036; Oceania, 919.670; totale, 16.191.468.
Regime ecclesiastico. - Tre sono i principî fondamentali del regime ecclesiastico presbiteriano: a) tutti i ministri sono uguali fra loro; b) i laici devono avere parte effettiva nel governo della Chiesa; c) l'autorità suprema ecclesiastica risiede nella riunione (sinodo o assemblea) di laici e ministri delegati dalle chiese.
Si distingue dunque il regime presbiteriano dall'episcopaliano, nel fatto che presso quest'ultimo l'autorità ecclesiastica risiede nei vescovi e, presso la Chiesa d'Inghilterra, nel sovrano; è poi differente dal regime congregazionalista perché nei congregazionalisti ogni singola congregazione o gruppo di fedeli è investita nel suo territorio dell'autorità suprema.
Supposti questi principî, ogni gruppo presbiteriano, muovendo dalla congregazione locale, sale gradualmente per mezzo di varî aggruppamenti fino al sinodo o assemblea generale.
I nomi di questi aggruppamenti cambiano secondo che si tratta delle chiese riformate o presbiteriane, come si può vedere in questo quadro:
Una congregazione locale (e alle volte un gruppo di congregazioni o chiese locali di una stessa città) si chiama sessione nelle chiese presbiteriane, e concistorio nelle chiese riformate. La dirigono il ministro e varî anziani o presbiteri (laici).
Il presbiterio fra le chiese presbiteriane, o la classe fra le riformate, è composto dai ministri e anziani delle varie sessioni o concistori i quali devono essere almeno cinque. Il loro ufficio consiste nell'approvare e ordinare i nuovi ministri e nell'esaminare le relazioni delle sessioni e concistorî.
Il sinodo comprende vari presbiterî o classi; ed è composto di delegati laici ed ecclesiastici. Suo compito è vigilare la dottrina e disciplina di tutte le chiese che gli appartengono. Può erigere nuovi presbiterî o classi, che però abbisognano dell'approvazione del sinodo generale o dell'assemblea generale.
Tanto l'assemblea quanto il sinodo generale si compongono di ugual numero di laici ed ecclesiastici eletti da tutti i presbiterî o da tutte le classi del gruppo. Si riunisce una volta all'anno e rappresenta la suprema autorità.
L'atteggiamento presbiteriano. - Calvino ebbe il tempo di sperimentare le gravissime conseguenze delle concessioni fatte da Lutero e dallo Zwingli alle autorità civili sulle loro chiese. Nelle sue ordinazioni ecclesiastiche, approvate dal Consiglio di Ginevra nel novembre 1541, egli dice che Stato e Chiesa dovevano camminare insieme, ma la Chiesa per mezzo dei suoi ministri deve manifestare e imporre allo Stato la volontà divina, non avendo lo stato altra ragione di essere che imporre la legge divina ai suoi membri. Perciò, quasi tutte le confessioni presbiteriane hanno qualche articolo sul dovere dei magistrati civili di fare adempiere le leggi della Chiesa; e difatti, i presbiteriani degli Stati Uniti dovettero modificare, dopo l'indipendenza, l'articolo 3° del cap. 23 della Confessione di Westminster, perché incompatibile con l'aconfessionalità delle leggi di quel paese.
Pertanto quando i ministri presbiteriani trovarono le autorità civili docili a ciò che essi volevano, non incontrarono difficoltà: gli avversarî erano esiliati o soppressi e il governo diventava rigida teocrazia, che regolava l'eleggibilità ai varî uffici o alle dignità secondo l'appartenenza alla Chiesa, e considerava i governanti come autorizzati patriarcalmente a esercitare nella società civile la più estesa funzione educativa religiosa e morale (cfr. Troeltsch, Il protestantesimo, ecc., p. 61). Ma quando i magistrati, invece di essere docili, resistettero, "si fece strada la tesi de diritto alla resistenza in difesa della parola di Dio contro sovranità empie, diritto il cui esercizio spetta ai magistrati inferiori come ai più prossimi delegati, e in mancanza di essi può venir assunto da ogni singolo individuo, cosicché in caso di speciale vocazione individuale può essere permesso anche il tirannicidio come quello di Giaele nell'Antico Testamento" (cfr. Troeltsch, p. 59). mfatti per i presbiteriani tutti coloro che non accettavano la loro dottrina erano la massa damnata, che non meritava veruna considerazione. Oggi tuttavia non è più certamente questo lo spirito che vige fra i presbiteriani; il che è da attribuirsi al fatto che i presbiteriani moderni si scostano sempre più dal primitivo spirito di Calvino.
Cfr., inoltre, calvinismo; calvino.
Presbiteriani in Italia. - Vi sono in primo luogo i Valdesi, per l'ordinamento dei quali v. valdesi. Segue la Chiesa presbiteriana scozzese con un presbiterio chiamato Presbiterio dell'Europa Meridionale, che comprende il mezzogiorno della Francia, la Svizzera, l'Italia e Malta. Le sue sei stazioni avranno qualche centinaio di addetti. Vengono in ultimo la Chiesa protestante-presbiteriana nazionale d'Italia, con un concistorio e pochi membri, e le Chiese Riformate Francesi. Queste ultime hanno in sei città italiane alcune chiese o cappelle, alcune delle quali aperte solo durante alcuni mesi dell'anno. Si trovano pure qua e là, a volte con qualche sala per il culto, piccoli gruppi di presbiteriani e riformati provenienti dalla Svizzera, dall'Olanda, o evangelici della Chiesa evangelica unita (ramo riformato) provenienti dall'Austria e dalla Germania.
Bibl.: V. calvino, VIII, p. 480 seg.; C. Sydney Carter e G. E. Alison, The Protestant Dictionary, Londra 1933; Ph. Schaff, The Creeds of Christendom, New York 1877; Keller e Stewart, Protestant Europe. Its Crisis and Outlook, ivi 1927; E. Troeltsch, Il protestantesimo nella formazione del mondo moderno, Venezia 1929; H. C. Weber, Presbyterian Statistics through One Hundred Years, 1826-1926; id., Yearbook of American Churches, New York 1933; R. H. Benson, Non Catholic Denominations, Londra 1910; Handbuch der Kirchen, Berlino-Steglitz 1930; Religious Bodies 1926 (United States Department of Commerce), Washington 1929; C. Crivelli, Directorio Protestante de la América Latina, Isola del Liri 1933; G. Goyau, Une Ville-Église, Genève, Parigi 1919; L. Fry, The U.S. looks at its Churches, New York 1930; A. Munro, Calvinism in its Relations to Scripture and Reason, Glasgow 1856.
Per il presbiterianismo in Italia: H. Gambier, Annuaire Protestant, Parigi 1933; The Church of Scotland, 1928-33; E. Comba, Storia dei Valdesi, Torre Pellice 1930; M. Piacentini, La legge 24 giugno 1929, Roma 1929; J. B. Frey, L'Effort Protestant à Rome et en Italie, Parigi 1919; La Riforma italiana, periodico della Chiesa protestante-presbiteriana nazionale d'Italia, Roma 1930-1931: Confessione di fede della Chiesa nazionale d'Italia (protestante-presbiteriana), 1929.