PREMOSTRATENSI
Ordine di Canonici regolari, derivato da una congregazione di Canonici riformati, fondato da s. Norberto (1080/1085-1134), chierico di Xanten e poi arcivescovo di Magdeburgo; dal nome del fondatore si chiamarono anche Norbertini.Alla base del sistema di vita dei P. erano il cenobio, le liturgie corali, la rinuncia ai beni, l'ascesi e il silenzio, secondo i dettami della Regola di s. Agostino, cui si aggiungeva il rigido Ordo monasterii (non abbracciato dagli altri Canonici riformati). La nascita dell'Ordine fu sancita dalla fondazione del monastero di Notre-Dame et Saint-Jean Baptiste a Prémontré (Praemonstratum), nei pressi di Laon (1119-1120). Negli anni 1120-1126 Norberto ricevette altre dieci fondazioni nella Francia settentrionale, nelle Fiandre, nella Germania occidentale per creare nuovi monasteri o per riformarne altri già esistenti, tra cui Notre-Dame a Floreffe, St. Johann Evangelist a Cappenberg, Notre-Dame a Viviers, S. Michele ad Anversa, St. Maria, Peter und Paul a Ilbenstadt, Saint-Martin a Laon e Notre-Dame a Cuissy. Nel 1126 il papa Onorio II (1124-1130) riconobbe a Norberto e ai confratelli il loro Ordine ascetico a Prémontré e il possesso delle abbazie di filiazione. Nello stesso anno Norberto ricevette la carica di arcivescovo di Magdeburgo. Il suo successore a Prémontré, Ugo di Fosses (m. nel 1164), promulgò per la prima volta regole scritte, creando un'organizzazione centralizzata secondo il modello dei Cistercensi. Analoga a quella dell'Ordine di Cîteaux è anche la creazione dei fratelli conversi, come pure il sistema economico autarchico, basato sulle curtes (curiae). La liturgia premostratense, al pari di quella cistercense, dovette subito uniformarsi al rito romano e divenne, nonostante il suo diffuso carattere vincolante, consuetudine in tutti i monasteri dell'Ordine solo nel corso del Duecento.Alla fine del sec. 12°, rispetto al principio delle filiazioni, venne introdotta un'articolazione dell'Ordine a livello regionale in circarie. Da Magdeburgo vennero creati monasteri premostratensi nella Marca di Brandeburgo e nella regione baltica: a St. Maria und Nikolaus di Jerichow, a St. Marien di Leitzkau, come pure nelle cattedrali di Brandeburgo, Havelberg, Ratzeburg e Riga (1212-1373) e ancora a St. Maria und Vitus di Mildenfurth e a St. Maria und Nikolaus di Arnstein. La Regola di Magdeburgo, contrassegnata dalle tradizioni dei canonici, fu solo blandamente legata a Prémontré.Nel corso del sec. 12°, le fondazioni premostratensi divennero abbazie doppie con annessa comunità femminile. Queste ultime, tuttavia, a partire dalla metà dello stesso secolo scomparvero; solo in poche regioni i monasteri doppi rimasero in vita fino al 16° secolo.Le regole scritte dei P. non contengono alcuna affermazione relativa all'architettura e all'arredo delle chiese: dagli statuti cistercensi essi ereditarono i dettami sulla fondazione dei monasteri e sull'uniformità dei testi liturgici, ma non quelli in cui si vietavano la pittura parietale e la scultura, un ricco arredo per le chiese e la costruzione delle torri.La struttura monastica di epoca medievale di Prémontré si conosce soltanto attraverso un'incisione del 1656 di Louis Barbaran tratta da un disegno di François Buyrette (Parigi, BN, Cab. Estampes, Coll. Fleury); la terza chiesa abbaziale, consacrata nel 1232, presentava un impianto cruciforme con un coro rettangolare, un corpo longitudinale articolato in otto o nove campate, una torre occidentale aggiunta nel 1238-1241 e una torre d'incrocio ottagonale, rinnovata nel 1470-1497. La decorazione a traforo, le vetrate e il jubé furono trasformati tra il 1490 e il 1530 in forme tardogotiche. Gli edifici della clausura furono rinnovati secondo lo stile barocco persino nella sala capitolare gotica a nove campate. Nel 1855 esistevano ancora le rovine della chiesa e del capitolo, demolite dopo il fallito tentativo di rinnovata occupazione nel 1856 e riprodotte nei disegni di Ferdinand von Quast, Amédée Piette e Edouard Fleury (Berlino, Technische Univ., Bibl., Plansammlung; Laon, Arch. dép. de l'Aisne, Fonds Piette; Parigi, BN, Cab. Estampes, Coll. Fleury). Oggi si conservano solamente i resti della cappella romanica di Saint-Norbert.Dei primi edifici dell'Ordine in Francia si è conservata solo la chiesa di Saint-Martin a Laon (v.), costruita nel 1130 come basilica allungata, con copertura piana, transetti più bassi e un coro a due campate coperto a volta. Le torri si trovano al di sopra delle campate orientali delle navatelle. Lungo ognuno dei bracci del transetto si addossano, come negli edifici cistercensi, tre cappelle quadrate. Nel tardo sec. 12° i bracci del transetto furono alzati e coperti, insieme al corpo longitudinale, a volta; nel Trecento la chiesa venne provvista di un grande rosone a traforo aperto nella parete orientale e di una nuova facciata.Di più facile identificazione sono le prime chiese premostratensi tedesche del 12° secolo. Il St. Johan Evangelist di Cappenberg venne costruito intorno al 1122-1149 come una grande basilica a pilastri, molto semplice, con copertura piana e Westwerk. Nella filiazione sorella di St. Maria, Peter und Paul a Ilbenstadt venne realizzata, con diversi cambiamenti di progetto, una chiesa che al principio doveva risultare molto semplice, per poi raggiungere una sempre più complessa articolazione con una facciata a doppia torre e una ricca decorazione architettonica; anche in questo edificio solo il coro, riconsacrato nel 1159, risulta coperto a volta. A partire dal 1130 ca. iniziarono i lavori alla chiesa di St. Maria, Andreas und Magdalena a Knechtsteden, che al principio vide attivo un cantiere originario della regione di Prémontré. La zona orientale di questa chiesa, con transetto, presbiterio, abside, due torri e due absidi sul transetto, corrisponde a quelle delle poco più recenti chiese dell'Ordine di St. Maria und Nikolaus ad Arnstein e di St. Peter a Merzig.Nel sec. 12° e nei primi tempi del successivo, le abbazie per la maggior parte seguirono le tradizioni regionali e si servirono per i loro cantieri di manodopera locale, come appare con grande evidenza nelle basiliche a tre navate su pilastri romaniche e tardoromaniche nella Germania occidentale e centrale (St. Johann Evangelist und Baptist a Hamborn, St. Maria und Johann Evangelist a Vessra, St. Maria und Vitus a Mildenfurth, St. Johann Baptist a Spieskappel, St. Maria a Konradsdorf), in quella meridionale (St. Maria a Windberg, St. Johann Baptist a Steingaden, St. Peter und Johann Evangelist a Ursberg, Allerheiligenkirche ad Allerheiligen), in Boemia e Moravia (S. Maria a Teplá, S. Vito a Louka, presso Znojmo, S. Maria a Milevsko), in Ungheria (S. Giovanni Battista a Zsámbék, S. Maria a Ócsa, S. Maria a Türje) e in Spagna (Nuestra Señora di Retuerta, San Pelayo ad Arenillas de San Pelayo, Santa María la Real ad Aguilar de Campóo). Edifici poveri sotto il profilo decorativo si affiancavano a chiese e soprattutto a chiostri contraddistinti da un ricco apparato plastico di capitelli figurati (Aguilar de Campóo, ora a Madrid, Mus. Arqueológico Nac.; New York, Metropolitan Mus. of Art, The Cloisters; Fontcaude). Il perdurare di forme romaniche corrisponde ogni volta a un uso regionale e non a un arcaismo consapevole. Le chiese premostratensi di epoca gotica dell'Ile-de-France (Prémontré, Cuissy) sono poco leggibili; in quella regione si è conservata solamente la grande chiesa abbaziale di Saint-Yved a Braine, riccamente decorata.Evidentemente più modeste sono le chiese ad aula con transetto o cappelle laterali, così come sorsero in molte regioni europee: in Europa settentrionale (S. Maria a Vä, in Svezia, con abside dipinta) e orientale (S. Maria a Bíňa, Rep. Ceca), in Frisia (Ss. Bonifacio e Paolo a Dokkum), nell'area borgognona della Svizzera (Notre-Dame a Bellelay), nella Francia centrale e meridionale (Saint-Jacques a Doue, Notre-Dame ad Arthous) e in Spagna (Nuestra Señora di Bugedo de Juarros). La chiesa ad aula allungata di Arthous era divisa da un muro; non è chiaro se in questo edificio si sia in presenza di una separazione tra il coro dei conversi e quello dei canonici o tra quello delle donne e quello degli uomini. Numerosi monasteri più piccoli si accontentarono di chiese ad aula prive di transetto con coro rettangolare o abside: in Ungheria S. Jacopo a Móriczhida (Árpás), in Frisia St. Nikolaus a Barthe (scavata nel 1990), in Aquitania Notre-Dame a Lahonce. Anche questi impianti ad aula prevedevano spesso un corpo di fabbrica occidentale a due torri.Nelle regioni della Francia e in quelle limitrofe i P. utilizzarono spesso tipologie edilizie caratteristiche per l'ambito cistercense. La pianta dello 'schema bernardino', con un coro corto e quadrato e quattro o sei cappelle quadrate nel transetto, compare solo nel tardo sec. 12° a Saint-Pierre di Etival (dip. Vosges), addirittura con copertura a botte spezzata nella zona delle cappelle, e a Bebenhausen, con cappelle ridotte a nicchie rettangolari per accogliere gli altari. Cappelle quadrate nel transetto disposte in pianta in ordine scalare si trovano nelle abbaziali di Saint-Jean Evangeliste del Parc di Heverlee (Brabante), Our Lady and St John Evangelist di Halesowen e Our Lady di Alnwick (Inghilterra). Una variante più recente dello 'schema bernardino', con le cappelle del transetto non addossate ma comunicanti attraverso ampi archi, si ritrova tra il 1165 e il 1210 nelle chiese premostratensi di Sainte-Trinité a La Lucerne (Normandia), Notre-Dame a Beauport (Bretagna), St Agatha a Easby (Inghilterra) e St. Maria und Johann Evangelist a Sayn (Renania). In quest'ultima e nella maggior parte degli esempi inglesi (Our Lady and St Thomas a West Langdon, Holy Trinity a Torre, Our Lady a Bayham, Our Lady and St John Evangelist a Titchfield) il corpo longitudinale rimase invece un semplice ambiente ad aula.Neanche le chiese premostratensi delle circarie della Sassonia costituiscono un gruppo omogeneo sotto il profilo architettonico. Degna di nota è la basilica su colonne a copertura piana di St. Maria und Nikolaus a Jerichow (a partire dal 1148), che fa parte degli esempi più antichi della Germania settentrionale costruiti in laterizio da maestranze provenienti dall'Italia settentrionale; lo stesso vale per l'esempio di poco più recente, parimenti premostratense, costituito dal duomo di Brandeburgo. La forma del duomo di Havelberg, privo di transetto, rimase invece legata alla chiesa metropolitana della Liebfrauenkirche a Magdeburgo. A St. Marien di Ratzeburg, l'edificio del duomo ricorda quello della vicina cattedrale di Lubecca, anch'essa in laterizio, ma allo stesso tempo anche la parte più recente della chiesa di Jerichow. La chiesa gotica di St. Maria und Johann Evangelist a Gramzow si distingue per la presenza di un coro occidentale esagonale sormontato da una torre. Dai monasteri dei P. di Magdeburgo furono realizzate importanti chiese di pellegrinaggio: a Brandeburgo intorno al 1220 sullo Harlungerberg (Marienberg) un edificio tardoromanico a pianta centrale con torri; a Wilsnack tra il 1384 e il 1430 la ricca Heiligblutkirche tardogotica, al pellegrinaggio presso la quale si fa riferimento anche nel coevo jubé nel duomo di Havelberg.Le chiese delle piccole comunità femminili annesse si sono conservate assai di rado; spesso si trattava di piccoli edifici ad aula, privi di volte (Notre-Dame a Chartreuve, dopo il 1197). Nell'impero germanico le grandi chiese ad aula delle monache premostratensi (St. Veit a Lette, St. Maria und Nikolaus ad Altenberg) assomigliavano agli edifici di altri ordini femminili. Chiese canoniche femminili a tre navate sorsero soprattutto nella Germania occidentale e in quella settentrionale, come pure nell'Europa orientale: St. Laurenz a Meer, St. Maria a Enkenbach, St. Maria a Konradsdorf, St. Maria a Brunnenburg, St. Maria und Walburga a Germerode, St. Maria und Andreas a Cappel; Santa Croce a Strzelno (Polonia), S. Maria a Doksany (Rep. Ceca).Il chiostro e gli edifici della clausura dei P. corrispondevano in generale al consueto schema monastico, pur differenziandosi in numerosi dettagli dagli impianti dei Cistercensi o dei Canonici. A Jerichow, la ben conservata clausura sorse tra il 1160 e il 1220; nell'ala orientale, al di sotto del dormitorio, si trovavano, partendo da N verso S: sagrestia e biblioteca, scale di accesso al dormitorio, due stretti ambienti di funzione ignota (forse scriptorium-archivio), la sala capitolare a sei campate, un ambiente di passaggio, un atrio, una sala dei monaci su quattro campate (in seguito sala delle riunioni), riscaldata; nell'ala opposta alla chiesa seguivano due refettori, uno dei quali aperto sul chiostro, al di sopra un calefactorium; la cucina addossata a O non si è conservata, mentre nell'ala ovest si trovava un cellarium (forse con residenza per l'abate) un tempo isolato. Spesso questa ala occidentale della clausura manca (per es. a Prémontré e a Ratzeburg). Biblioteca, noviziato e infermeria si addossano a E di questa ristretta clausura, ma sono testimoniati solo da immagini. Piuttosto lontana rispetto alla chiesa si trova la clausura della Liebfrauenkirche di Magdeburgo (v.); oltre al chiostro su due piani si sono conservati il c.d. refettorio estivo nell'ala ovest, il refettorio su tre piani e coperto a botte nell'ala nord e il lavabo rotondo in quella est (con l'archivio nel piano superiore), mentre a sala capitolare era adibito un ambiente alto e diviso in otto campate tra l'ala sud del chiostro e il coro della chiesa, la c.d. cappella dalle lunghe colonne; il dormitorio era insolitamente orientato E-O.L'ala orientale degli edifici monastici anche in altri esempi non si addossava al transetto della chiesa, ma era spostata verso E (Arnstein, Schillingskapellen); spesso la sala capitolare sporge verso E dal profilo dell'edificio. Non è chiaro il significato dei due refettori (forse l'uno invernale e l'altro estivo), che potevano disporsi l'uno accanto all'altro (Jerichow) o l'uno sull'altro (Arnstein) o in due ali diverse (Magdeburgo). Il lavabo non si trovava sempre nell'ala opposta alla chiesa, ma piuttosto era collocato nell'ala orientale (Magdeburgo) o in quella occidentale (Sayn).Nella maggioranza delle abbazie premostratensi erano in attività scriptoria. Sono conosciute poche miniature di importante livello artistico e circoscrivibili soltanto entro brevi periodi del 12° e del primo 13° secolo. Influenzata da modelli della Francia settentrionale (in particolare dal monastero cistercense di Foigny) è la precoce ornamentazione dello scriptorium mosano di Bonne-Esperance (Bibbia del 1132-1135; Bruxelles, Bibl. Royale, II.2524). Essa ebbe seguito negli scriptoria del vicino monastero premostratense del Parc di Heverlee (Bibbia del 1148; Londra, BL, Add. Ms 14788-14790), Floreffe (Bibbia del 1155 ca.; Londra, BL, Add. Ms 17737-17738) e Averbode (Evangeliario del 1165-1180 ca.; Liegi, Bibl. Univ., 363 C). Nello scriptorium di Arnstein (Lahn) sono individuabili due momenti di grande fioritura, intorno al 1170-1180 e intorno al 1225-1230; le miniature e le iniziali dei primi manoscritti (Londra, BL, Harley 2798-2799, Harley 2800-2802, Harley 3045) hanno come precedente la Bibbia miniata di Floreffe. Dallo scriptorium di Weissenau, nella Germania meridionale, provengono ca. cinquanta manoscritti, talvolta con iniziali figurate, realizzati tra il 1180 e il 1220; due codici contengono autoritratti di un miniatore attivo nello scriptorium, il frater Rufillus (Ginevra, Bibl. Bodmer, 127, c. 244r). A Windberg, in Baviera, all'epoca dell'abate Gebhard (1141-1191) furono completati più di trenta codici, alcuni provvisti anche di miniature e ricche iniziali (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 23339, Clm 23342). Lo scriptorium del monastero doppio di Schäftlarn, in Baviera (riformato nel 1140), intratteneva rapporti di carattere artistico con la Borgogna.Si sono conservate in frammenti vetrate risalenti ai secc. 12° e 13° provenienti da diverse chiese premostratensi tedesche e francesi: cinque lastre di alto pregio risalenti al 1150-1160 dal coro dei conversi di Arnstein (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte) appartengono a un ciclo mariano; il pittore di vetrate Gerlachus, in basso lungo la cornice della prima finestra, ha raffigurato se stesso in abito premostratense: la presenza della barba ne attesta la posizione di converso. Due finestre circolari del 1200 ca. provengono dalla Liebfrauenkirche di Magdeburgo (più tardi a Paretz in Brandeburgo, Domschatz); diversi frammenti figurati e ornamentali degli anni 1170-1180 sono emersi nel 1982 a Jerichow (Mus. Kloster Jerichow). A Braine è possibile ricostruire parti del significativo ciclo di vetrate gotiche (Bryn Athyn, Glencairn Mus.; Soissons, cattedrale).
Bibl.:
Fonti. - C.L. Hugo, Sacri et canonici ordinis Praemonstratensis annales, I, 1-2, Monasteriologiam sive singulorum monasteriorum singularem historiam complectens, Nancy 1734-1736; R. van Wafelghem, Les premiers statuts de l'Ordre de Prémontré, Analectes de l'Ordre de Prémontré 9, 1913; Analecta Praemonstratensia, 1925ss.; N. Backmund, Monasticon Praemonstratense, I-III, Straubing 1952-1960 (I, Berlin 19832); A.A. King, Liturgies of the Religious Orders, London-New York-Toronto 1956, pp. 157-234; S. Weinfurter, Norbert von Xanten, Ordensstifter und ''Eigenkirchenherr'', AKultG 59, 1977, pp. 66-98; W.M. Grauwen, Norbertus aartsbisschop van Maagdenburg (1126-1134) (Verhandelingen van den Koniklijke Academie voor Wetenschappen, Letteren en Schone Kunsten van België, Klasse der Letteren, XL, 86), Brussel 1978 (trad. ted. Norbert, Erzbischof von Magdeburg 1126-1134, Duisburg 1986); P.F. Lefèvre, W. M. Grauwen, Les statuts de Prémontré au milieu du XIIe siècle (Bibliotheca Analectorum Praemonstratensium, 12), Averbode 1978; D. Lohrmann, Die Wirtschaftshöfe der Prämonstratenser im hohen und späten Mittelalter, in Die Grundherrschaft im späten Mittelalter, a cura di H. Patze (Vorträge und Forschungen, 27), Sigmaringen 1983, pp. 205-240; Norbert von Xanten. Adliger, Ordensstifter, Kirchenfürst, a cura di K. Elm, Köln 1984; B. Ardura, Abbayes, prieurés et monastères de l'ordre de Prémontré en France des origines à nos jours, Nancy 1993.
Letteratura critica. - F. von Quast, Prémontré, Zeitschrift für christliche Archäologie und Kunst 1, 1856, pp. 135-138; A.W. Clapham, The Architecture of the Premonstratensians, Archaeologia 73, 1923, pp. 117-146; E. Hardick, Praemonstratenserbauten des 12. und 13. Jahrhunderts im Rheinland, Analecta Praemonstratensia 11, 1935; E. Lambert, L'abbaye d'Arthous, CAF 102, 1939, pp. 462-486; F. Petit, Le puritanisme des premiers Prémontrés, in L'architecture monastique, "Actes et travaux de la Rencontre franco-allemande des historiens de l'art", Bulletin des relations artistiques franco-allemandes, 1951; E. Badstübner, Die Prämonstratenserklosterkirche zu Vessra in Thüringen (Corpus der romanischen Kunst Mitteldeutschlands, A 1), Berlin 1961; P. Ruf, Die Handschriften des Klosters Schäftlarn, in 1200 Jahre Kloster Schäftlarn, Beiträge zur altbayerischen Kirchengeschichte 22, 1962, pp. 60-87; K.J. Maercker, Zwei romanische Rundscheiben in Paretz, in Kunst des Mittelalters in Sachsen. Festschrift für Wolf Schubert, Weimar 1967, pp. 300-306; Les constructions médiévales de l'ancienne abbaye de Floreffe (Centre d'histoire de l'architecture et du bâtiment, 2), Louvain 1973; H. Köllner, Zur Datierung der Bibel von Floreffe, in Rhein und Maas. Kunst und Kultur 800-1400, cat. (Köln-Bruxelles 1972), II, Köln 1973, pp. 361-376; K. Kozák, A premontreiek építkezései Győr-Sopron megyében a XII-XIII. században [Le costruzioni dei P. nella contea di Győr-Sopron nei secc. 12° e 13°], Arrabona 15, 1973, pp. 125-148; A. Verbeek, Romanische Prämonstratenserinnenkirchen am Niederrhein, in Festschrift für Franz Graf Wolff Metternich (Jahrbuch des Rheinischen Vereins für Denkmalpflege und Landschaftsschutz), Neuss 1974, pp. 131-141; R. Saint Jean, L'abbaye de Doue, CAF 133, 1975, pp. 523-546; C. Vignes, Les chapiteaux du cloître de l'abbaye de Fontcaude, BMon 135, 1977, pp. 181-193; Die Zeit der Staufer. Geschichte-Kunst-Kultur, cat., 5 voll., Stuttgart 1977-1979: I, pp. 532-535 nrr. 715-716; II, tavv. 507-508; E. Klemm, Gab es eine Windberger Buchmalerei?, Anzeiger des Germanischen Nationalmuseums, 1980, pp. 7-29; M. Schneider, Die Stiftskirche zu Cappel (Denkmalpflege und Forschung in Westfalen, 16), Bonn 1980; W. Götz, Die baugeschichtliche Bedeutung des Domes von Ratzeburg, Blätter für deutsche Landesgeschichte 117, 1981, pp. 113-137; L. Kalinowski, Virga versatur. Remarques sur l'iconographie des vitraux romans d'Arnstein-sur-la-Lahn, RArt, 1983, 62, pp. 9-20; P. Ramm, Die Klosterkirche Jerichow, in Architektur des Mittelalters. Funktion und Gestalt, a cura di F. Möbius, E. Schubert, Weimar 1983, pp. 141-159; H.K.L. Schulze, Die ehemalige Prämonstratenser-Abtei Rommersdorf (Quellen und Abhandlungen zur mittelrheinischen Kirchengeschichte, 44), Mainz a. R. 1983; W.W. Clark, Cistercian Influences on Premonstratensian Church Planning: Saint-Martin at Laon, in Studies in Cistercian Art and Architecture, a cura di M.P. Lillich, II, Kalamazoo (MI) 1984, pp. 161-188; B. Klein, Saint-Yved in Braine (Veröffentlichungen der Abteilung Architektur des Kunsthistorischen Institutes der Universität Köln, 28), Köln 1984; M. Untermann, Kirchenbauten der Prämonstratenser (Veröffentlichungen der Abteilung Architektur des Kunsthistorischen Institutes der Universität Köln, 29), Köln 1984; M. Mazerand, L'abbaye de Sainte-Marie-au-Bois, Le Pays Lorrain 68, 1987, pp. 5-20; M. Steger, L'église Saint-Jean-Baptiste de Prémontré, est-elle l'église construite en 1121 sous la direction de Saint Norbert?, "Actes officiels du 12e Colloque du Centre d'études et de recherches prémontrées, Averbode 1986", Reims 1987, pp. 30-38; K.J. Maercker, Das Glasmalereifragment mit drei Köpfen in Kloster Jerichow, in Neue Forschungen zur mittelalterlichen Glasmalerei in der Deutschen Demokratischen Republik, Berlin 1989, pp. 7-18; R. Schmitt, Baugeschichtliche Untersuchungen in der Klausur des Klosters Jerichow, Magdeburger Blätter 1989, pp. 75-82; 1990, pp. 30-38; M. Untermann, Zur frühen Geschichte und Baugeschichte des Prämonstratenserstifts Knechtsteden bei Köln, Jahrbuch der rheinischen Denkmalpflege in Nord-Rheinland 33, 1989, pp. 143-172; M.H. Caviness, Sumptuous Arts at the Royal Abbeys in Reims and Braine, Princeton 1990, pp. 65-97, 339-351; B. Krings, Das Prämonstratenserstift Arnstein a.d. Lahn im Mittelalter (1139-1527) (Veröffentlichungen der historischen Kommission für Nassau, 48), Wiesbaden 1990, pp. 206-213, 411-491; C. Lichte, Die Inszenierung einer Wallfahrt: Der Lettner im Havelberger Dom und das Wilsnacker Wunderblut, Worms 1990; S. Michon, Le Grand Passionaire enluminé de Weissenau et son scriptorium autour de 1200, Genève 1990; A. Teuscher, Das Prämonstratenserkloster Saint-Yved in Braine als Grablege der Grafen von Dreux (Bamberger Studien zur Kunstgeschichte und Denkmalpflege, 7), Bamberg 1990; M.E. Gonzales de Fauve, La Orden premonstratense en España, Aguilar de Campoo 1991; D. de Raemy, A. Wyss, L'ancienne abbaye de Bellelay, s.l. 1992; M. Plouvier, L'abbaye Sainte-Marie de Chartreuve aux Dames, "Actes officiels du 17e Colloque du Centre d'études et de recherches prémontrées, Prieuré du Béarn, Valmont 1991", Amiens 1992, pp. 29-33; H. Eichhorn, Das Prämonstratenserkloster Mildenfurth (Arbeitshefte des Thüringischen Landesamts für Denkmalpflege, 2), Bad Homburg-Leipzig 1993; 850 Jahre Prämonstratenserabtei Windberg, a cura di P. Mai (Bischöfliches Zentralarchiv und Bischöfliche Zentralbibliothek Regensburg. Kataloge und Schriften, 9), München-Zürich 1993; J. Fritsch, Laon: L'église abbatiale Saint-Martin, CAF 148, 1994, pp. 395-412; M. Plouvier, L'abbaye de Prémontré (Aisne), ivi, pp. 509-548; Kloster Unser Lieben Frauen Magdeburg, Oschersleben 1995; M. Köhler, Die Bau- und Kunstgeschichte des ehemaligen Zisterzienserklosters Bebenhausen bei Tübingen (Veröffentlichungen der Kommission für historische Landeskunde in Baden-Württemberg, B 124), Stuttgart 1995; B. Pregla, Neue Befunde zur Ostanlage der PrämonstratenserStiftskirche in Leitzkau, Denkmalpflege in Sachsen-Anhalt 3, 1995, pp. 44-52; R. Schmitt, Bauuntersuchungen im Kapitelsaal des Havelberger Domes, ivi, pp. 53-62; F. Cremer, Die St. Nikolaus- und Heiligblut-Kirche zu Wilsnack (1383-1452) (Beiträge zur Kunstwissenschaft, 63), I-II, Marburg 1996.M. Untermann