PREDICATO
. Col latino praedicatum Boezio tradusse il termine logico di καρτηγούμενον o di κατηγόρημα, messo in uso da Aristotele. Questo significava letteralmente "ciò che viene asserito, enunciato", ed era definito appunto come "ciò che si afferma nei riguardi di un soggetto" (ὑποκείμενον, subiectum). Soggetto e predicato erano perciò i due termini, o "noemi", che risultavano connessi nella sintesi del giudizio, forma fondamentale del pensiero dianoetico. E in quanto il predicato, designando la classe a cui apparteneva il soggetto o la qualità di cui esso partecipava insieme con altri, aveva estensione maggiore di quella del soggetto, al sommo dell'universale gerarchia logica si presentavano alcuni predicati generalissimi, sotto cui poteva esser sussunta ogni altra realtà senza che invece essi potessero esser soggetto di altro più vasto predicato. Di qui la dottrina aristotelica delle "categorie", (v. categoria) cioè dei "predicati" supremi del reale, e quella dei cinque praedicamenta (genere, specie, differenza, proprietà, accidente), che non ne era se non una diversa forma, più legata ai motivi costituenti della gerarchia platonica delle idee. Dal punto di vista puramente logico, qualsiasi noema poteva apparire come predicato in un giudizio; ma dal punto di vista dell'adeguazione al reale, che solo poteva fondare la verità oggettiva del giudizio stesso, la sintesi logica del predicato col soggetto doveva riflettere la sintesi reale della sostanza con l'attributo.
Da ciò deriva il rapporto, tanto d'identità quanto di distinzione, che ha legato i due termini di "predicato" e di "attributo" in tutto il posteriore uso terminologico. Da un lato, infatti, quei due termini sono stati considerati come equivalenti e si è così, per es., parlato sia di attributi sia di predicati della natura divina;. dall'altro, si è veduto nel predicato una semplice funzione logico-verbale, e nell'attributo una qualità oggettiva. Nel pensiero moderno il concetto di predicato ha d'altronde sempre più perduto importanza, in relazione col diminuito interesse per la logica formale aristotelica; mentre ne ha acquistato sempre più, attraverso la trasformazione kantiana, quel concetto di "categoria" (v.) che nelle origini gli era identico.
Grammatica. - Azione o qualità attribuita al soggetto, il predicato è nucleo essenziale della proposizione e frase, rappresentato dal verbo quando si tratta di un'azione (predicato verbale) o dal verbo sostantivo più il nome quando si tratta di un rapporto di qualità (predicato nominale): Giovanni lavora, Giovanni è operaio (v. giudizio).