POTHOS (Πόϑος)
Personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. L'antica letteratura greca lo considera, insieme ad Eros e ad Himeros, come figlio di Afrodite e, come tale, esso accompagna la dea nel mito e nelle rappresentazioni figurative. Il suo carattere peculiare di divinità del desiderium amoroso, nettamente distinto dal significato simbolico dei suoi fratelli Eros e Himeros (v.), si fissa nella filosofia del V sec. (cfr. Plat., Cratil., 420), ed è mantenuto per tutto l'ellenismo. In età romana, pur essendo numerose le repliche delle sue raffigurazioni, gli autori non ne distinguono più il nome e gli attributi da quelli di Eros. In epoca classica ed ellenistica il suo culto era celebrato sanctissimis caerimoniis, a Samotracia (Plin., Nat. hist., xxxvi, 25).
Le rappresentazioni di P. sono assai numerose e nella scultura e nella pittura vascolare, e presentano una discreta varietà di motivi ed atteggiamenti.
Le molte repliche scultoree (v. l'elenco in P. E. Arias, Skopas, pp. 131-134), fra le quali basti ricordare le statue del Museo Capitolino e quelle della Galleria degli Uffizi, Berlino, Napoli, presentano una figura giovanile, snella e mossa da un'elegante torsione, mollemente appoggiata ad un tirso con un'oca ai piedi. Posta in relazione con le fonti letterarie (Paus., i, 43, 6 e Plin., Nat. hist., xxxvi, 25) relative alle sculture rappresentanti appunto P., con Eros, Himeros e Afrodite che Skopas creò rispettivamente per il tempio di Afrodite a Samotracia ed a Megara, questa figura (le repliche della quale sembrano intensificarsi in età adrianea), fu identificata con l'opera di Skopas. I caratteri indubbiamente prassitelici e "moderni" dello archetipo comune a tutte le copie romane conosciute, indussero alcuni esegeti ad interpretare il P. come una delle ultime opere dell'autore, mentre altri studiosi preferirono astenersi dall'attribuire il tipo del P. a Skopas, o lo riferirono ad uno "Skopas minore". Nella pittura vascolare, il tipo di P. compare sotto il duplice aspetto di personaggio di thìasos dionisiaco e di thìasos di Afrodite.
Si tratta di vasi attici a figure rosse, nei quali P. ha più i caratteri del dàimon alato che non quelli della divinità vera e propria. Ora presente, con Eros, al giudizio di Paride, o presso Afrodite che si abbiglia, od al seguito della medesima, con Hedylogos, P. non appare diverso, tipologicamente, dai suoi fratelli ed è sempre individuato dalla didascalia. Nelle scene dionisiache P. è rappresentato alato, nell'atto di suonare il doppio flauto, in mezzo ad un corteggio di satiri, menadi ed altre figure, fra le quali raramente manca Eros od Himeros.
Particolare interesse presenta un vetro romano al museo di Colonia, in cui P. è raffigurato nell'atto di fermare la mano di Ipermestra, armata contro Linceo.
Monumenti considerati. - Repliche del P. di Skopas: A. Furtwängler, Der P. des Skopas, in Sitzungsber. Münchner Akademie, 1901, pp. 783-786; G. Becatti, Il P. di Skopas, in Le Arti, iii, 1941, pp. 401; 412; H. Bulle, Zum P. des Skopas, in Jahrbuch, lvi, 1941, pp. 121 ss., (e catalogo delle repliche); W. Müller, Zum P. des Skopas, ibid., lviii, 1943, pp. 154 ss.; Ch. Picard, Une réplique oubliée du P. Scopasique, in Rev. Arch., 1946, n. 1, p. 224 ss.; P. Mingazzini, Skopas minore, in Arti Figurative, ii, 1946, pp. 137-148; P. E. Arias, Skopas, Roma 1952, passim e pp. 131-134. P. nel thìasos di Afrodite: anfora a figure rosse da Vulci, a Berlino, n. 2633, Pittore di Kadmos: J. D. Beazley, Red-fig., p. 805 (giudizio di Paride). Hydrìa dalla Cirenaica, al British Museum, n. E-226: C. H. Smith, Catalogue, iii, Londra 1896, p. 178; C. V. A., Brit. Mus., fasc. vi, tav. 95, 1; J. D. Beazley, Red-fig., p. 842 (toletta di Venere). Pisside da Eretria, al British Museum, n. E, 775: C. H. Smith, op. cit., p. 367. Pittore di Meidias: J. D. Beazley, Red-fig., p. 833 (P. con Hedylogos). P. nel thìasos di Dioniso: cratere a volute a figure rosse da Ruvo, Collezione Jatta, n. 1093, Pittore di Kadmos: H. Heydemann, Satyr- und Bakchennamen, in Hall. Winckelmannsprogr., 188o, pp. 6, 17, tav. 1; Furtwängler-Reichhold, ii, fig. 107, p. 329; J. D. Beazley, Red-fig., pp. 803-4 (vicino ad Eros, fra satiri e menadi). Anfora dalla Collezione Hamilton, ora nella Rhode Island School of Design di Providence, Pittore di Pothos: C. V. A., Providence, fasc. 1; tav. 23, 1; J. D. Beazley, Red-fig., p. 801. Vetro romano di Colonia: F. Fremersdorf, Figürliche.... Gläser, eine Kölnische Werkstatt des III Jahr., in Römisch-Germ. Forschungen, 19, 1951, pp. 25-26. Per il Pittore di Pothos, cui il Beazley riferisce i lavori minori del Pittore di Kadìnos, v. J. D. Beazley, Red-fig., p. 801 e voce seg.te.
Bibl.: O. Höfer, in Roscher, III, 2, 1909, c. 2903 ss., s. v.; G. Herzog-Hauser, in Pauly-Wissowa, XXII, i, 1953, c. 1180 ss., s. v.