POSIDIPPO l'epigrammista (ὁ επιγραμματογράϕος)
Nacque a Pella verso il 312 a. C. Intorno al 280 ottenne la prossenia della lega etolica. È dubbio se sia stato ad Atene; e non si può argomentarlo con sicurezza dalla menzione di Zenone stoico, "saggio cigno", e della "musa di Cleante" in un bell'epigramma (Ant. Pal., V, 134), nel quale P. vuol forse denotare, invitando al silenzio i due filosofi nella giocondità di un brindisi, il suo distacco dalla filosofia, che non ha saputo dare al suo spirito inquieto una visione serena della vita. Invero, se in molti fra i 18 epigrammi sicuramente genuini predomina l'elemento erotico-sensuale e ancor più quello conviviale con la lode del vino, in qualcuno traluce pure una sincera aspirazione morale, che dà luogo a contrasti non inefficaci: il poeta dell'ebbrezza non solo sente il fascino degli studî severi, ma talvolta si lascia vincere da sconsolato pessimismo.
Un epigramma esalta la costruzione del faro gigantesco presso Alessandria nel 282; altri due sono per il tempio di Arsinoe Zefirite; altri riguardano famose opere d'arte di Lisippo. Nei motivi artistici P. deriva da Sicelida; non manca di vivacità, ma per grazia e ispirazione è certo inferiore ad Asclepiade. Meleagro nella Corona chiama gli epigrammi di P. "selvaggi fiorellini di campo". In qualche epigramma si notano peculiarità del dialetto eolico.
P. scrisse anche un Σωρός (Cumulo) e due vasti componimenti, Asopia e Etiopia; titoli che sono stati variamente corretti e interpretati: si è pensato ad un solo poema, Esopea, riguardante Esiodo, oppure ad un'Etiopeia sulle antichità dell'isola di Lesbo (detta anticamente anche Etiope). Forse era del nostro P. pure una storia di Cnido. Ma di tutte queste opere non resta più nulla.
Ediz.: P. Schott, Posidippi epigrammata collecta et illustrata, Berlino 1905. - Traduz.: A. Veniero, I poeti de l'Antol. Pal., Ascoli 1905; E. Bignone, L'epigramma greco, Bologna 1921, p. 244 segg.
Bibl.: F. Susemihl, Geschichte d. griech. Litter in d. Alexandr., II, Lipsia 1892, p. 530 seg.; H. Ouvré, Quae fuerint dicendi genus ratioque metrica apud Asclep., Hedylum, Posidippum, Parigi 1894; C. Cessi, La poesia ellenistica, Bari 1912, p. 272 segg.; A. Rostagni, Poeti Alessandrini, Torino 1916, pp. 209 segg., 223 segg.; O. Weinreich, in Hermes, LIII (1918), p. 434 segg.