politica dei redditi
Politica volta a contenere l’inflazione attraverso il controllo delle variabili distributive (salari e margini di profitto). Nel caso semplificato di una economia chiusa in cui viene prodotto un unico bene, utilizzando come input solo il lavoro condizione sufficiente affinché non vi sia inflazione è che il saggio di salario nominale vari nella stessa misura della produttività e che il margine di profitto non si modifichi. Inflazione nulla può verificarsi anche qualora i salari crescano in misura diversa rispetto alla produttività, purché la crescita del margine di profitto compensi al ribasso il differenziale. In questa ottica, l’inflazione è il risultato di un ‘gioco’ non cooperativo tra le parti sociali per accrescere la propria quota di reddito. La p. dei r. agisce, quindi, modificando la distribuzione delle risorse prodotte rispetto a quella che emergerebbe spontaneamente sul mercato.
Nel corso degli anni 1960, in diversi Paesi dell’Europa occidentale, è risultato chiaro che le politiche monetarie e fiscali non erano più sufficienti a controllare la congiuntura, a causa dell’espansione del potere sindacale che portava i salari a crescere fortemente anche in presenza di elevati tassi di disoccupazione. Numerosi studiosi sostennero allora che, per ottenere sviluppo a prezzi stabili, occorresse lo strumento della p. dei redditi. Questa è classificabile a seconda delle modalità di intervento pubblico. È detta dirigistica quando la forza coercitiva dello Stato è massima (controllo diretto). Essa prevede l’imposizione alle imprese e/o ai sindacati di specifiche forme di comportamento, per es., attraverso il blocco dei salari. La p. dei r. è definita indiretta, o di mercato, quando utilizza il quadro istituzionale della spesa pubblica e del prelievo, incentivando o disincentivando determinati comportamenti al fine di orientare le scelte delle parti sociali, per es., attraverso lo sgravio fiscale condizionato. Infine, la p. dei r. è detta istituzionale quando agisce sul quadro normativo delle relazioni industriali, in modo da trasformare le regole del confronto sociale (gioco distributivo) da competitive a cooperative, includendo nel dialogo tra sindacati e imprese anche lo Stato. Ciò può avvenire attraverso l’introduzione di un obbligo esplicito diretto o indiretto di cooperazione, per es., definendo un tavolo trilaterale di negoziato, introducendo elementi di scambio economico nella negoziazione attraverso investimenti pubblici, politiche del lavoro o politiche industriali per le parti sociali che si comportino in modo cooperativo e non inflazionistico, ovvero, introducendo elementi di scambio politico, di natura economica, indirettamente rilevanti (patto sociale). La loro efficacia può essere condizionata dal grado di centralizzazione del sistema delle relazioni industriali.
In Italia, per la prima volta, il concetto di p. dei r. comparve nella Relazione annuale della Banca d’Italia del 1962, anche se, già a partire dal 1944, vi erano state esperienze di politiche di controllo dei prezzi. Le esperienze più rilevanti di p. dei r. si ebbero nel 1984 con la modificazione del meccanismo della scala mobile (➔) e nel 1993 con il protocollo sulla p. dei r. e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo, con il quale imprese, sindacati e governo sottoscrissero un accordo in più punti che rappresenta il primo sistematico intervento di p. dei r. di tipo istituzionale. A partire da esso, in tutti gli accordi di concertazione dell’ultimo decennio del 20° sec. (l’Accordo per il lavoro, del 1996; il Patto sociale per lo sviluppo e l’occupazione, del 1998, il cosiddetto Patto di Natale; il Patto per l’Italia - Contratto per il lavoro, del 2002) temi cruciali come la p. dei r. e di contenimento dell’inflazione si intrecciano con nuovi obiettivi e priorità, quali la politica della spesa pubblica e dell’occupazione, la riforma del mercato del lavoro (➔ lavoro, mercato del), la previsione di assetti della contrattazione collettiva e la formalizzazione delle procedure della stessa concertazione (nel Patto di Natale del 1998).