Parte dell’ottica fisica che ha per oggetto la misurazione del grado di polarizzazione di radiazioni elettromagnetiche (in particolare della luce); analogamente, le corrispondenti parti dell’acustica, della radiotecnica ecc., che si occupano della misurazione del grado di polarizzazione di onde acustiche, radioonde ecc.
Il termine indica anche la tecnica di misurazione del potere rotatorio delle sostanze otticamente attive (➔ potere), nonché lo studio delle relazioni che intercorrono fra il potere rotatorio e la costituzione molecolare. Quando un raggio di luce polarizzata attraversa una sostanza trasparente otticamente attiva, il piano di polarizzazione della luce ruota di un certo angolo, il cui valore dipende, oltre che dalla natura della sostanza, dallo spessore dello strato attraversato, dalla temperatura e dalla lunghezza d’onda della luce; nel caso di un solido in soluzione, il potere rotatorio è in funzione anche della concentrazione, della soluzione e della natura del solvente; è così possibile, dalla misurazione dell’angolo anzidetto, risalire alla quantità di determinate sostanze attive presenti, per es., in soluzione; perciò le misurazioni polarimetriche si prestano come mezzo quantitativo d’analisi di composti otticamente attivi.
La misurazione del potere rotatorio delle sostanze otticamente attive si esegue mediante il polarimetro. Nella sua forma più semplice, l’apparecchio consiste di due nicol (➔ Nicol, William), il primo polarizzatore, fisso, il secondo analizzatore, girevole al centro di un cerchio graduato, attraversati in successione dalla luce emessa da una sorgente monocromatica; la sostanza attiva si interpone, entro un contenitore, tra i due nicol. Questi sono inizialmente incrociati, in modo che vi è estinzione totale della luce; introdotta la sostanza, dall’analizzatore emerge nuovamente luce. Si ritorna all’estinzione con una rotazione dell’analizzatore: questa dà la misura del potere rotatorio della sostanza. La precisione della misurazione dipende essenzialmente dalla precisione con cui può essere valutata la condizione d’estinzione; con un analizzatore semplice, cioè costituito da un nicol, non si va, in genere, oltre ±2′ nel valore del potere rotatorio.