POLA (XXVII, p. 603)
Pola si andò svolgendo concentricamente attorno al colle (32 m. s. m., non 52) su cui sorgeva il Campidoglio che sostituì il castelliere preistorico e fu a sua volta sostituito dal castrum medievale e poi dall'attuale castello costruito dai Veneziani nella prima metà del sec. XVII.
Il tracciato delle mura romane correva entro le odierne vie Venere, Viale Giovanni Carrara (dove è visibile un notevole tratto con le caratteristiche torri a difesa delle porte), Largo Oberdan, Via Giulia, Via Barbacani, Via Cristoforo Colombo, Via Garibaldi, Via Mazzini e il mare.
La città, che nel 1900 contava 45.205 ab. - più di un quinto dei quali costituito dalla guarnigione - e 70.948 negli ultimi anni del dominio austriaco (cens. 1910), subì un largo esodo di popolazione determinato dalla fine del dominio austriaco e dalla conseguente chiusura dell'arsenale marittimo. Dai risultati del censimento 21 aprile 1936 si rileva che il comune di Pola conta 46.659 ab. residenti e 54.515 presenti, dei quali 34.090 nel centro cittadino. Con la separazione dal comune della frazione di Brioni - costituita in comune autonomo l'11 dicembre 1933 con la denominazione di Brioni Maggiore (kmq. 7,36; abitanti 612) anche l'estensione territoriale è stata ridotta a kmq. 217,60.
A partire dal 1932 la città ha subito un notevole rinnovamento: con la demolizione di qualche brutto edificio militare, è stata possibile la sistemazione dei numerosi parchi e giardini esistenti e la creazione di nuovi; le vie del porto sono state rinnovate nella pavimentazione e abbellite con aiuole e alberature; è stato rinnovato l'impianto dell'illuminazione pubblica e sistemata la viabilità cittadina. Tra i nuovi edifici ricordiamo la nuova sede delle Regie Poste (arch. Mazzoni), la Casa della G. I. L., il campo sportivo del Littorio, la Casa della Madre e del bambino, la stazione delle autocorriere, le nuove sedi della Banca d'Italia e del R. Istituto magistrale, la stazione delle aviolinee. Ricordiamo ancora la fontana monumentale in memoria dei Caduti per la rivoluzione fascista (Piazza Dante) e il bronzeo monumento di Augusto donato dal Capo del governo alla città.
Anche le spiagge sono state dotate di moderni stabilimenti balneari.
L'arsenale (p. 604); le fortificazioni (p. 605). - Ricordiamo che le isolette del porto sono, nell'uso locale, chiamate sempre "scogli" e in tal senso vanno rettificate le indicazioni delle due cartine. La denominazione "Isola grande" (p. 604 e; cart. p. 605) va sostituita con quella "Scoglio S. Andrea", come del resto è indicato nella cartina a p. 604.
L'arsenale - prima che Pola fosse restituita all'Italia - occupava complessivamente 6000 persone.
La descrizione delle fortificazioni e la relativa cartina si riferiscono alle fortificazioni austriache ora in gran parte demolite.
Storia (p. 605). - La città di Pola già costituitasi in comune autonomo nel 1177, ebbe a lottare lungamente con Venezia intenta a estendere e consolidare la sua influenza politica ed economica lungo le coste dell'Istria e della Dalmazia. Sotto i patriarchi d'Aquileia, divenuti marchesi d'Istria nel 1209, la città fu retta da una potente famiglia polese, i Castropola, che ne assunsero la signoria col titolo di capitani generali e perpetuali. Ma nel 1331 il popolo, ribellatosi alla tirannia dei Castropola, fece atto di dedizione della città e del suo distretto alla repubblica di Venezia.
La provincia (p. 606). - Le risorse minerali comprendono in primo luogo il carbone della zona dell'Arsa, la cui produzione ha preso negli ultimi anni uno straordinario sviluppo, salendo da 207.600 tonnellate (nel 1932) a 900.000 tonn. (nel 1937). Per ospitare la sempre crescente popolazione della zona è stato costituito il comune di Arsia (v. App.).
Ricordiamo, fra le industrie estrattive, anche quella della pietra da costruzione e di varie qualità di marmi (Grisignana, Valle, Orsera).
L'Istria, che lamenta mancanza d'acqua e siccità, vedrà grandemente alleviate le sue sofferenze per lo scarso approvvigionamento idrico e migliorate le sue condizioni igienico-sanitarie dal compimento dell'Acquedotto istriano, già in parte costruito, che darà l'acqua a tutta la provincia, comprese le isole.