PODOLIA (in polacco Podole, in ucraino Podille; A. T., 51-52 e 71-72)
Regione dell'Europa orientale, costituita dall'alto bacino del Bug meridionale (in ucraino Boh), di alcuni affluenti di destra del Prypeć (Styr, Horyń, Słucz), del Bug affluente della Vistola e dal bacino degli affluenti di sinistra dell'alto e medio Dnestr, e compresa tra la Volinia a N. e la Bessarabia a S. È un altipiano (chiamato comunemente Ripiano Podolico) formato da un imbasamento di graniti e di strati quasi orizzontali di scisti, calcari e arenarie del Silurico e del Devonico, sui quali riposano sedimentazioni cretaciche e neogeniche, coperte infine da una coltre di löss e di černozem dalla quale dipende la fertilità della regione, essenzialmente cerealicola. L'altipiano, alto a nord oltre 400 m., è inclinato verso S., direzione seguita dalla maggior parte dei corsi d'acqua, che lo hanno inciso con valli incassate, assai profonde (specialmente quelle degli affluenti del Dnestr, che nel loro corso inferiore hanno formato dei veri canyons), sviluppandovisi sovente con numerosi meandri. Verso settentrione il Ripiano Podolico, dagli amplissimi orizzonti monotoni, cade assai ripido sulla piana del Bug, e i suoi margini, tormentati dall'erosione, solcati da torrentacci, formano una regione morfologicamente assai varia, dall'aspetto quasi montano, chiamata Gologóry.
La Podolia fino ai secoli XVI e XVII era coperta in parte da estese foreste, che poi furono distrutte: ed ora non è frequente vedere gruppi di alberi interrompere l'uniformità del piano. Durante l'inverno, assai rigido, il vento vi soffia con violenza, sollevando bufere di neve, contro la quale è necessario riparare le linee ferroviarie mediante palizzate. Le precipitazioni vanno diminuendo, nel complesso, da NO. (600-700 mm., solo in brevi tratti di più) a SE. (meno di 500 mm.).
Divisa politicamente tra la Polonia e l'Ucraina (U.R.S.S.), la Podolia ha una popolazione abbastanza fitta (in qualche tratto anche più di 100 ab. per kmq.), formata in assoluta prevalenza da Ucraini (Ruteni); numerosi, tuttavia, anche nella parte orientale dipendente dall'Ucraina, i Polacchi, che rappresentano l'elemento culturalmente ed economicamente più evoluto, e numerosi pure gli Ebrei (nelle città) e, nella parte settentrionale, i Tedeschi. Le poche città ragguardevoli (Brody, Dubno, Równe e Tarnopol in Polonia; Berdičev, Zitomir, Kamenec Podol'sk, Mogilev Podol'sk, Proskurov in Ucraina) si trovano quasi tutte ai margini del ripiano. Esse, come i villaggi, dalle case di fango coperte da tetti di paglia, preferiscono le valli, mentre sulla piatta superficie del ripiano prevalgono le dimore isolate.
La Podolia è una regione agricola, con grandi colture di cereali (grano e orzo), barbabietola da zucchero e tabacco. Nelle valli, al riparo dai venti gelidi e in esposizioni favorevoli, si sono molto sviluppate le colture degli alberi da frutto e della vite, il cui nome è ricordato anche da alcuni toponimi (Vinograd, Vinnica). Delle industrie, la più importante è quella dello zuccherificio (quello di Chodorów impiega un migliaio di operai e produce sulle 150.000 tonn. di zucchero per ogni campagna).
Le comunicazioni sono ostacolate dal frazionamento del ripiano, dovuto alla profondità delle valli che lo incidono. La più importante delle varie ferrovie che attraversano la Podolia è la linea internazionale Kiev-Voločisk-Tarnopol-Leopoli.
Bibl.: W. Teisseyre, Der paläozoische Horst von Podolien und die ihm umgebenden Senkungsfelder, in Beitr. zur Paläont. und Geol. von Österreich - Ungarn, Vienna 1903, pp. 101-126; M. Himmer, Contribution à l'étude de la Podolie russe; les méandres encaissés et les conditions du peuplement, in Ann. de géogr., XXV (1916), pp. 116-123; A. D'Abancourt, Klasyfikacja i rozwój dolin podolskich, nel vol. IX (Podole, Leopoli 1927) dei Prace geograficzne pubbl. sotto la direzione di E. Romer (pp. 3-26); J. Czyźewski, Géstość sieci dolinnej na Podolu, ibid., pp. 27-37; A. Zierhoffer, Północna krawédź Podola w świetle rzeźby powierzchni kredowej, ibid., pp. 61-95; A. Chałubińska, O spékaniach skał na Podolu, nel vol. X (Studja regjonalne z geografji Polski) della stessa collezione (Leopoli 1928); W. Lozinski, Das Steppenproblem im poln. Podolien vom bodenkund. Standpunkt, in Gerland Beitr. zur Geophysik, XXXIV, Lipsia 1931, pp. 412-435. Tutti i lavori polacchi citati hanno un riassunto in inglese.
Storia. - Nel Medioevo, a parte la popolazione rutena, comparvero nella Podolia dei popoli nomadi: i Polovcy, i Peceneghi e infine i Tatari, i quali per lungo tempo estesero alla Podolia la propria sovranità.
Nel secolo XIV il principe lituano Olgierd liberò la Podolia dalla supremazia tatara; la regione passò allora ai discendenti di suo figlio Korjat, sottoposti di volta in volta alla sovranità della Polonia, dell'Ungheria e della Lituania. Nell'anno 1393, dopo che Fedor Korjatovič fu spodestato da Witodo, la Podolia subì delle spartizioni; nel 1395 un polacco, Spytek da Melsztyn, ebbe la parte occidentale, mentre la parte orientale fu incorporata nello stato lituano. Dopo la morte di Spytek la Podolia occidentale venne, nel 1400, riunita definitivamente con la Polonia (quale voivodato podoliano), quella orientale rimase alla Lituania e appena nel 1569 fu incorporata nella Polonia (nella provincia della Piccola Polonia) quale voivodato braslaviano (Brasław). Sotto il dominio polacco la Podolia ebbe, grazie all'attività colonizzatrice dei nuovi dominatori e alla fertilità del suo suolo una popolazione numerosa e fu uno dei territorî più ricchi. Fu però spesso devastata dalle incursioni tatare e nel secolo XVII ebbe a soffrire per le guerre turche. Allora, nel 1672 la Podolia con il suo capoluogo Kamenec Podols′ki (potente fortezza) cadde nelle mani dei Turchi. In base al trattato di pace di Karlowitz, Kamenec tornò alla Polonia nel 1699.
Alla valorizzazione economica della Podolia contribuì assai la moglie di Sigismondo I, Bona Sforza, che si occupò della bonifica delle terre ivi appartenenti alla corona e della costruzione di castelli per la difesa dai Tatari. Uno di questi castelli è Bar, così chiamato da Bari, proprietà di Bona. Qui si costituì la celebre confederazione di Bar per la difesa dell'indipendenza polacca. Nella prima spartizione della Polonia (1772) l'Austria prese la parte occidentale della Podolia fino allo Zbrucz. Questa parte (circa 10.000 kmq.) rimase all'Austria fino al 1918 quando entrò a far parte del territorio dell'attuale repubblica polacca. Il resto della Podolia passò nella seconda spartizione (1793) alla Russia, cui appartiene tuttora. Dal 1796 fino al 1924 essa costituiva il governatorato podoliano (42.091 kmq.).