Plinio il Vecchio
Il grande osservatore della natura nel mondo antico
Plinio il Vecchio, scrittore latino vissuto nel 1° secolo d.C., è autore della Storia naturale, un’imponente enciclopedia delle scienze naturali, unico esempio di tal genere nella letteratura latina, giuntoci completo: quest’opera è una miniera ricchissima di dati, tanto da essere stata la base della cultura scientifica dell’età medievale
Gaio Plinio Secondo – detto Plinio il Vecchio per distinguerlo dal nipote e figlio adottivo Plinio il Giovane – nacque a Como nel 23 o 24 d.C. Fece carriera nell’esercito, presso le armate del Reno, al confine fra Gallia e Germania: in questo periodo scrisse un’opera sulle tecniche di combattimento a cavallo, De iaculatione equestri («Il lancio del giavellotto a cavallo»), e una storia delle guerre fra Romani e Germani, Bella Germaniae («Le guerre di Germania»). Scrisse anche la biografia del suo amico e protettore Pomponio Secondo, generale e scrittore di tragedie.
Tornato a Roma, si dedicò a studi di retorica e grammatica, con opere ormai perdute. Perduta è anche una grande opera storica sul periodo fra il 50 e il 70 (A fine Aufidii Bassi «A partire da dove ha finito Aufidio Basso», in 31 libri), continuazione, come dichiara il titolo, della storia dell’Impero scritta da Aufidio Basso.
Già questo elenco delle sue opere mostra la vastità dei suoi interessi culturali: essa si manifesta al massimo grado nella grande enciclopedia che scrisse nell’ultima parte della sua vita, quando divenne comandante della flotta imperiale in Campania, a Miseno.
Quest’uomo, così curioso della natura, morì appunto per la sua sete di conoscenza della natura: come racconta Plinio il Giovane in una sua lettera, il 24 agosto del 79, durante la catastrofica eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei e altre città, accorse per osservare più da vicino il fenomeno; si avvicinò poi alla zona dell’eruzione nel tentativo di soccorrere la popolazione di Stabia, ma qui, il giorno dopo, morì sulla spiaggia, soffocato dalla cenere eruttata dal vulcano.
La sua opera più importante – l’unica giuntaci completa – è la Storia naturale, in 37 libri, pubblicata nel 77 o 78 dopo anni di studio. Le informazioni in essa contenute derivano dalla lettura di ben 2.000 volumi di 100 autori diversi, elencati diligentemente nel primo libro, in cui è presentato anche l’indice dell’opera.
Dopo il primo libro – che contiene anche una prefazione con dedica a Tito, futuro imperatore – la Storia naturale affronta tutti i settori delle scienze naturali noti all’epoca: la struttura del cosmo e la geografia fisica della Terra (libro II); la descrizione geografica delle terre conosciute (libri III-VI); origini, caratteristiche e comportamenti dell’uomo (libro VII); il regno animale (libri VIII-XI) e quello vegetale (libri XII-XIX).
La seconda parte dell’opera è dedicata alla medicina (libri XX-XXXII: ampio spazio viene dato agli usi medicinali di numerose sostanze animali e vegetali). L’uso medicinale di minerali e metalli costituisce il legame con i libri successivi (XXXIII-XXXVII), che appunto trattano dei metalli e dei minerali. Questi libri sono importanti anche per le numerose notizie sulla storia dell’arte antica che forniscono agli studiosi moderni: la connessione è costituita dal fatto che pittori, scultori e architetti utilizzano minerali e metalli di vario genere, di cui gli artisti devono conoscere le diverse proprietà.
Inevitabilmente, una tale ricchezza di argomenti conduce Plinio ad affrontare molti temi in modo superficiale o confuso (lo stile sciatto è uno dei difetti principali della Storia naturale); spesso l’autore si limita a riferire nozioni e teorie altrui, presentate senza alcuno spirito critico, accumulando notizie su notizie, tratte non solo da opere affidabili e scientificamente fondate ma anche da testi indubbiamente poco attendibili.
Nonostante tutti questi limiti, Plinio mostra di essere animato da un genuino amore per il sapere e dalla sincera volontà di trasmettere e conservare la conoscenza. La sua opera, letta e studiata con passione nei secoli successivi, resta un documento fondamentale delle conoscenze scientifiche dell’antichità.