PLAUZIANO (C. Fulvius Plautianus)
Compatriota di Settimio Severo (Her., iii, 10, 6), nativo quindi, probabilmente, di Leptis Magna.
Nell'iscrizione C.I.L., xi, 1937, è detto figlio di Gaio e ascritto alla tribù Quirina. Compare a fianco dell'imperatore africano già nella campagna contro Pescennio Nigro ('94 d. C.: Scr. Hist. Aug., Pesc. Nig., 5,2; Sev., 6, 10); a partire dal 197 d. C. fu prefetto del pretorio e almeno dal 200 d. C. in poi ricoprì la carica da solo, privo di collega. Nel 202 Caracalla sposò sua figlia Plautilla (v.) ed egli venne ufficialmente designato come necessarius Augg. (G. I. L., vi, 227; 1074; xi, 1337) e adfinis Augg. (C. I. L., iii, 6075, v, 2821). Entrò a far parte del Senato e fu console per il 203 insieme a P. Settimio Geta, fratello dell'imperatore, designandosi come consul iterum (Dio, xlvi, 46; lxxviii, 13, i; Her., iii, 11, 2), avendo già in precedenza ricevuto gli ornamenta consularia. Ricoprì anche una carica sacerdotale: fu pontifex (C.I. L., vi, 1074). Il suo strapotere suscitò l'odio di Caracalla (Scr. Hist. Aug., Car., i, 7; Her., iii, 10, 8; 12, 3) e le sue insinuazioni continue sulla condotta morale dell'imperatrice gli procurarono l'inimicizia di Giulia Domna (Dio, lxxv, 15,7). Sotto l'accusa di aver cospirato contro l'imperatore fu fatto trucidare da Caracalla sotto gli occhi dello stesso Severo il 22 gennaio 205 (Her., iii, ii, 12; Dio, lxxvi, 3, 4) e gli fu decretata la damnatio memoriae. Il potere e l'importanza di P. furono enormi (Hasebrök, p. 131; Fuchs, p. 91 ss.): senatori e militari giuravano per il suo genio; venivano fatti voti pubblici per la sua salute (Dio, lxxv, 14, 7) ed era onorato insieme agli Augusti (Ser. Hist. Aug., Sev., 14, 5). Il numero delle statue erettegli dovunque e a Roma stessa superò persino quello delle statue di Severo (Dio, lxxv, 14, 6; Scr. Hist. Aug., Sev., 14, 5), ma dopo la damnatio vennero tutte distrutte (Dio, lxxv, 16, 4). Ne restano comunque molteplici basi con le iscrizioni dedicatorie (C. I. L., v, 2821; xi, 1337; xiii, 1681; I. G., iii, 633). Compariva anche su monumenti dedicati alla famiglia imperiale: nel rilievo interno del pilastro occidentale della Porta degli Argentari accanto a Caracalla e Plautilla (Haynes-Hirst, 20 ss.; cfr. l'epigrafe Haynes-Hirst, p. 6; Pallottino, p. 33 ss.) e sul rilievo di Palazzo Sacchetti immediatamente a destra di Severo (Budde, p. 53). Nei quattro rilievi dell'Arco di Severo al Foro Romano potrebbe essere identificato in uno dei personaggi del seguito imperiale: fra la figura di Severo e quella di Caracalla alla sua sinistra si ripete infatti una testa barbata che presenta caratteristiche somatiche simili nelle quattro diverse scene in cui si è salvata dal logorio del tempo.
Bibl.: C. Fuchs, Geschichte des Kaisers L. Sept. Severus, Vienna 1884; B. Borghesi, Oeuvres complètes, X (Les Préfets du Prétoire), Parigi 1897, pp. 80-85; H. Dessau, Prosopographia Imperii Romani, Berlino 1897, II, p. 96 s., n. 379; J. Hasebrök, Untersuchungen zur Geschichte des Kaisers Sept. Severus, Heidelberg 1921; W. Judeich, Plautianus und Severus, in Festschrift Cartellieri, Weimar 1927, p. 63 ss.; D. E. L. Haynes-P. E. D. Hirst, Porta Argentariorum, Suppl. Pap. Brit. Sch. Rome, 1939; A. Stein, Prosopographia Imperii Romani saec. I, II, III, pars III, Berlino 1943, 2 ed., p. 218; M. Pallottino, L'Arco degli Argentari, Roma 1946; L. Budde, Severisches Relief im Palazzo Sacchetti, Berlino 1955.