PLASTICO
. I plastici sono la rappresentazione a rilievo ipsometrico del terreno e possono essere di due specie a seconda della scala: geografici se costruiti su "vele sferoidiche" (trapezî geoidici), in quanto dovendo forzatamente riprodurre grandi estensioni del geoide è necessario sia tenuto conto della curvatura terrestre; topografici se costruiti su un piano, adatti a rappresentare zone ristrette di terreno, perché in tal caso si può trascurare di tenere conto della curvatura terrestre. I primi servono soprattutto per l'insegnamento scolastico, i secondi sono invece più adatti allo studio particolareggiato della morfologia terrestre e delle formazioni geologiche; e trovano pratica utilità nell'ingegneria e nello studio militare del terreno, specie per i problemi interessanti l'artiglieria e l'aviazione.
È quasi impossibile stabilire la data in cui comparvero i primi plastici; è certo però che i più antichi che si conoscano sono i due di legno, ottimi, conservati nel R. Archivio dei Frari a Venezia, recanti la data del 1710. Da questi si passa ai plastici dell'epoca napoleonica, che si trovano al Musée des Invalides a Parigi, dove è pure la più numerosa raccolta di plastici che costituisce, si può dire, la storia della plastigrafia.
Varî sono i metodi e i materiali adoperati per la costruzione dei plastici, i quali vanno dall'antica scultura in blocchi di legno, alla modellatura in cera, in creta, o in plastilina e alla sovrapposizione di cartoni d'uno stesso spessore. Il quale ultimo metodo è anche il più semplice. Partendo dalla curva ipsometrica zero, se il terreno è presso il mare, o dalla più bassa, se si tratta di regioni più elevate, si ritagliano, con una sottile seghetta, varie copie di stampa dello stesso foglio di carta topografica (incollate ciascuna su altrettanti cartoncini di uguale spessore determinato dalla scala altimetrica) lungo le curve di livello ad equidistanza prescelta, e cioè, ad es., di 10 in 10, o di 25 in 25, o di 50 in 50 metri, e si incollano esattamente una sull'altra, formandosi così una sucessione di scalini di cartone, corrispondenti ai pieni di livello prescelti: e di questi scalini si colmano poi gli angoli con plastilina. Ottenuto così il plastico, lo si vernicia e dipinge sulla scorta della carta topografica di base, la quale carta, se stampata su speciale carta giapponese, elastica, può essere incollata sul plastico stesso. Per ottenere più copie se ne fa una matrice in gesso. Fu ideato anche, per scolpire i plastici direttamente nel gesso, un apparecchio il quale consiste in un pantografo munito a una delle estremità d'una rotella dentata che, girando rapidamente col muovere dell'asta, rode il blocco di gesso a scalini, mentre l'operatore segue attentamente, con l'altro capo del pantografo, la traccia delle curve sulla carta topografica. Una disposizione speciale dell'apparecchio permette di seguire gli spostamenti in senso verticale per tutti i piani di livello.
Bibl.: Riv. geog. ital., V (1898); A. Dardano, Cartografia pratica, 1913; L'universo, 1920, n. 3; 1921, n. 4; 1923, n. 3.