PROVIDENCE, Pittore di
Ceramografo greco che deriva il nome da un'anfora del museo di Providence (15.005) proveniente da Vulci, con la figura di Apollo. La sua cronologia è fissata dalla acclamazione a Glaukos (giovane tra il 475 e il 465 a. C.) che appare su di un'anfora di Amsterdam e su una di Parigi. Altre acclamazioni sono a Kallikles, Hippon, Hippoxenos, Timonides, Hiasimachos.
È allievo del Pittore di Berlino e nelle sue opere giovanili è ancora alquanto arcaico. Nelle forme dei vasi mostra una predilezione per le anfore del tipo nolano e per le lèkythoi. Gli si attribuiscono circa novanta vasi. I suoi soggetti sono in genere figure di divinità o di esseri mitici, con prevalenza di satiri. I suoi prodotti furono rinvenuti per la massima parte in Italia, sia in Etruria sia nelle città dell'Italia meridionale e della Sicilia; rarissimi quelli rinvenuti in Grecia. Le sue figure sono statuarie, monumentali, come ad esempio la Artemide di una lèkythos della Collezione Gallatin a New York, o quelle dell'anfora che gli ha dato il nome. Tuttavia nei panneggi si nota ancora un residuo di quel manierismo che era stato tanto di moda fra il 510 e il 490 a. C., e che in lui è però attenuato dal senso dei volumi assai marcato nelle ricadute e nelle pieghe delle vesti. Più che ai grandi pittori che in quei tempi cominciavano a dipingere egli si deve essere ispirato agli scultori.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., p. 431 ss.; G. M. A. Richter, Attic Red-Figured Vases, New Haven 1945, p. 74.