PIPISTRELLI (lat. scient. Chiroptera, dal gr. χείρ "mano" e πτερόν "ala"; fr. chauves-souris; sp. murcielagos; ted. Fledermäuse, ingl. bats)
I Pipistrelli costituiscono, tra i Mammiferi Monodelfi, l'ordine dei Chirotteri, i soli Mammiferi che posseggono la facoltà di volare per essere provvisti di ali. Per la singolare organizzazione, il loro aspetto strano, i costumi notturni, i pipistrelli sono noti fino dalla più remota antichità e di essi si fa menzione, con nomi particolari, presso i popoli più diversi.
La presenza di ali e la facoltà di volare, caratteristiche senza eccezione di questi animali, li fanno riconoscere fra tutti gli altri Mammiferi e li distinguono anche da quelle forme impropriamente dette volanti, come i Petaurus tra i Marsupiali, i Pteromys fra i Rosicanti ed i Galeopithecus fra i Dermotteri; le quali, provviste non di ali ma di un lembo di pelle ai lati del corpo, fra gli arti anteriori e posteriori non modificati, ne usano come di un paracadute. Il volo dei Pipistrelli si effettua invece come negli Uccelli mediante un alterno abbassarsi ed elevarsi delle ali, e il battito è, come in quelli, più o meno rapido ed effettuato in piccoli o grandi settori, secondo il rapporto tra superficie alare e peso del corpo; si hanno così specie con ali corte e larghe, dal volo lento e poco sostenuto, altre con ali lunghe e strette e di conseguenza buone volatrici; in ogni caso non si ha mai nei Pipistrelli il volo librato lungamente, né quello a vela che sfrutta le correnti atmosferiche. Nel suo insieme l'apparecchio del volo è assai meno perfetto di quello degli Uccelli; anche non tenendo calcolo che esso non è coadiuvato da sacchi aerei e pneumaticità delle ossa come in quelli, un esame dello stesso piano di volo, costituito da una membrana elastica che può modificarsi solo per azione di muscoli tensori o per il flettersi di falangi, rivela che è ben lungi dal rivaleggiare con le penne, lamine flessibili, capaci di assumere le posizioni più diverse e che nel loro insieme costituiscono un apparecchio ideale per il volo. Nondimeno, come negli Uccelli, esso implica una notevole trasformazione dell'arto anteriore, e anche modificazioni di altri organi e apparecchi in rapporto con la locomozione aerea. I cambiamenti più cospicui sono quelli della mano e sebbene si appalesino ben evidenti solo tardi nello sviluppo, filogeneticamente sono antichi, come dimostrano i resti dei Chirotteri eocenici del tutto riferibili ai tipi attuali. A differenza degli altri Mammiferi terrestri, in cui la locomozione si effettua in prevalenza per l'impulso degli arti posteriori, nei Pipistrelli è invece l'arto anteriore il solo atto al sostegno e alla propulsione del corpo durante il volo, perciò i tre segmenti, braccio, avambraccio e mano, che lo costituiscono, presentano, in confronto con quelli dell'arto posteriore, modificazioni dal punto di vista anatomico e limitazioni di funzione dipendenti dal meccanismo del volo. Occorreva anzitutto un allungamento delle ossa per aumentare la superficie alare; il braccio si allunga però moderatamente per conservare la robustezza richiesta da una solida articolazione con la spalla e conseguente sviluppo dei muscoli deltoide e pettorale; l'allungamento si accentua nell'avambraccio, di cui solo il radio è funzionale, poiché l'ulna rudimentale si fonde col precedente, che s'incurva e ne forma la corda dell'arco; la mano rimane pentadattila, ma, concorrendo solo 4 dita (2°-5°) a sostenere la membrana alare, il pollice è libero e normalmente conformato, mentre delle altre 4 dita si allungano grandemente i metacarpali e in misura diversa le falangi. Una limitazione dei movimenti era per contro necessaria per mantenere la rigidezza dell'arto: così, mentre ai segmenti sono conservati i movimenti di flessione ed estensione nel piano dell'ala, sono del tutto soppressi quelli di rotazione dell'avambraccio, stante l'anzidetta fusione, e la mano è fissa in una posizione intermedia fra la pronazione e la supinazione.
La membrana alare degli arti anteriori si continua ai lati del corpo e agli arti posteriori, ove si connette alla base del piede, o delle stesse dita dal 1° al 5°; inoltre fra gli arti posteriori e la coda, che quasi sempre viene inclusa, si stende una porzione di membrana, di sviluppo variabile, la quale ha il margine libero sostenuto da un processo detto calcaneo o calcar, articolato con la caviglia, rivolto internamente e marginato dall'epiblema o lobo postcalcaneale.
L'arto posteriore, in conseguenza della connessione con la membrana, ha ruotato lungo il suo asse, così che il ginocchio è volto all'infuori e dorsalmente; la pianta del piede è in avanti; l'alluce è perciò all'esterno; ciò spiega come riesca difficile ai Pipistrelli di riprendere il volo dal suolo e la locomozione terrestre sia resa malagevole e strascinata, malgrado l'aiuto del pollice, la cui unghia, aggrappandosi a qualche appoggio, agevola la spinta dei piedi posteriori.
La membrana alare, che è una duplicatura della pelle riccamente provvista di terminazioni nervose, si suddivide in propatagio o membrana antibrachiale, che è la porzione fra la spalla e il disopra del braccio; plagiopatagio o endopatagio, quella che si estende al di sotto del braccio fra il 5° dito, l'arto posteriore e i lati del corpo, ove si connette, secondo i casi, più o meno vicino alla linea mediana del dorso; dattilopatagio o ectopatagio o chiropatagio, che è la porzione fra le dita; infine uropatagio o membrana interfemorale, che è la porzione fra gli arti posteriori e la coda.
Tegumento. - Il rivestimento del corpo è costituito da peli molli, la cui struttura, presentando notevoli differenze, ha valore sistematico. Lo strato cuticolare si compone di squamette diversamente disposte, e spesso terminate da punte di forma e lunghezza varie. La colorazione dei Pipistrelli può assumere tinte vivaci; per certo, trattandosi di animali crepuscolari e notturni, le tonalità nerastre, brunastre, grigiastre, più pallide di sotto che sul dorso, sono le più comuni; ma talora acquistano una vivezza notevole per riflessi violacei o bluastri, olivastri o rossastri; in certi Rinolofidi o Fillostomidi si hanno anche colorazioni d'un bel giallo dorato o arancione nei due sessi.
Caratteristica del tegumento dei pipistrelli è la tendenza a formare tasche e cavità, che sono in rapporto con cospicue formazioni ghiandolari, le cui secrezioni fortemente odorose servono di richiamo sessuale. Tali formazioni si trovano su diverse parti del corpo, e meritano di essere ricordati come esempî: i sacchi frontali con ciuffo di peli di Hipposideros e di alcuni Fillostomidi; quelli sulla gola di Taphozous e Molossus; quelli pettorali di Cheiromeles e Ametrida; quelli della regione genitale e perianale di Noctilio ed Eonycteris, e infine le tasche alari di Saccopteryx e Diclidurus. Dato, in genere, il loro diverso sviluppo nei due sessi, si possono annoverare tra i caratteri sessuali secondarî; questi ultimi in molti Pipistrelli mancano del tutto, in altri riguardano le dimensioni maggiori nel maschio. Nei Megachirotteri meritano menzione le ghiandole alle spalle di Epomophorus e quelle nucali dei due sessi di Pteropus, accompagnate da peli di diverso colore dal resto del corpo, ma, secondo il Dobson, il forte odore muschiato che emanano, diffondendosi nell'ambiente, più che un richiamo sessuale costituisce un mezzo di protezione contro gli attacchi dei predatori, cui queste grosse specie che vivono gregarie sono più esposte per l'abitudine di rimanere all'aperto sospese ai rami degli alberi. Non si può tacere, a proposito di formazioni cutanee dei Pipistrelli, di quelle, esempio unico fra i Mammiferi, che si trovano con forma di placche, verruche e rilievi sul mento di Chilonycteris e Mormops o sulla faccia di Centurio, e che ne rendono la fisionomia oltremodo grottesca; e soprattutto delle foglie nasali, espansioni laminari che circondano le narici e si estendono sulla faccia dei Fillostomidi, dei Megadermidi e dei Rinolofidi. Tali formazioni sono identicamente sviluppate nei due sessi, e, pur essendo provviste di ghiandole, il cui secreto le mantiene in uno stato di speciale morbidezza, si rivelano, per la ricca innervazione dipendente dalla branca mascellare e dalla branca oftalmica del trigemino e per la presenza di peli sensorî, quali organi di finissima percezione tattile in senso lato.
Scheletro e muscolatura. - L'apparecchio scheletrico è leggiero per la gracilità delle ossa e per il notevole sviluppo della cavità midollare delle ossa lunghe. Il cranio nelle forme a regime frugivoro è molto variabile; esso è allungato e piuttosto stretto nei Pteropini, Macroglossini e Glossofagini, ma si raccorcia e si rafforza nei Cinopterini e Stenodermini; il regime insettivoro, necessitando in ogni caso un'ampia apertura boccale, comporta variazioni minori. La calotta cranica è moderatamente elevata sulla linea facciale nei Megachirotteri, varia invece moltissimo nei Microchirotteri e raggiunge il massimo nei Natalidi.
La colonna vertebrale presenta una curvatura con convessità in avanti nella regione cervicale, mentre la regione toraco-lombare è piegata indietro con convessità dorsale. Le vertebre cervicali sono 7; le toraciche 11-12; le sacrali, originariamente 3, si fondono per lo più con le codali, il cui numero varia da 2 a 15.
Il presterno è largo, massiccio, carenato per l'attacco dei forti muscoli pettorali. Le costole in numero di 12-13 sono tutte ossificate e talora si saldano con le vertebre; nell'omero sono caratteristici lo sviluppo del tubercolo maggiore e minore, rispettivamente nei Megachirotteri e nei Microchirotteri, e la connessione con la scapola. Il radio è robusto, più lungo dell'omero e alquanto ricurvo; l'articolazione del gomito è a cerniera e formata quasi esclusivamente dall'omero e dal radio, essendo l'ulna rudimentale; essa comporta, come quella radiocarpale e carpometacarpale, solo un'ampia abduzione e adduzione. Del carpo la serie prossimale consta d'un solo osso, nel quale sono riuniti scafoide, lunare e cuneiforme, quest'ultimo talora essendo libero; della serie distale il trapezio è bene sviluppato, esso sostiene il pollice unguicolato e costituito da un metacarpale e due falangi di sviluppo normale. Le altre 4 dita sono allungatissime, il 3° è sempre il più lungo; l'allungamento è dato in genere dai metacarpali e nei Megachirotteri anche dalla 2ª falange.
In rapporto alla locomozione aerea il bacino è gracile e ha subito una rotazione dorsale; tale è pure la direzione dell'acetabolo, in modo che la gamba e il ginocchio presentano quelle caratteristiche indicate in precedenza. Lo sviluppo dell'arto posteriore rimane normale; il femore è cilindrico, lungo all'incirca quanto la tibia che è gracile, mentre la fibula è ridotta per lo più a un debole stiletto. Il piede è sempre pentadattilo, il tarso breve e al calcaneo si unisce il calcar a sostegno della membrana; le dita sono conformate normalmente e tutte provviste di unghia; l'alluce, come si è detto, è esterno.
Il sistema muscolare, fatta eccezione per lo sviluppo dei muscoli che interessano l'arto anteriore, modificato per il volo, e della membrana alare, presenta una grande uniformità in tutti i Chirotteri e non dà motivo a rilievi speciali.
Sistema nervoso e organi di senso. - La conformazione generale del cervello ricorda quella degl'Insettivori, gli emisferi cerebrali coprono i corpi quadrigemini e sono lisci nella maggior parte dei Microchirotteri; il corpo calloso è breve, più sviluppato nei Megachirotteri.
Tra i sensi il primo posto spetta al tatto, sviluppatissimo nella membrana alare e nelle complicate e così varie appendici fogliformi del naso esterno nei Rinolofoidei e Fillostomatoidei. Data l'altezza di tono degli stridii dei Pipistrelli e la comune affermazione che da essi sono percepite anche da lungi le vibrazioni degli insetti in volo, si arguisce che l'udito, almeno nelle specie insettivore, sia di una grande finezza. In nessun altro ordine di Mammiferi l'orecchio esterno si presenta così sviluppato e vario di forma, con riunione persino dei padiglioni, come nei Microchirotteri, ove il trago, funzionando a guisa di diapason, riproduce e amplifica le onde sonore. Nei Rinolofidi, tipicamente insettivori e mancanti di trago, si ha un grande sviluppo dell'antitrago e delle bullae osseae. Nei Megachirotteri, invece, l'orecchio esterno è semplice, poco sviluppato e sempre privo di trago. In rapporto all'orecchio medio è stata dimostrata dal Vitali la presenza, in Pipistrellus pipistrellus Schreb., di un organo paratimpanico appena sviluppato in confronto di quello degli Uccelli, ove esso è in stretta relazione col volo servendo ad apprezzare la densità dell'aria; ma in altre specie sembra che scompaia nell'adulto, il che merita conferma. Gli occhi sono sviluppati normalmente nei Megachirotteri, mentre assai piccoli sono in genere quelli dei Microchirotteri; in entrambi l'organo visivo è conformato secondo il piano generale dei Mammiferi e quelle caratteristiche che furono indicate nei Chirotteri si trovano anche in altre forme aventi costumi notturni. L'organo dell'olfatto si ritiene bene sviluppato, anche in rapporto con l'abbondanza di ghiandole a secrezione odorosa.
Dentatura; apparecchio digerente e respiratorio. - La dentatura permanente e completa è preceduta da quella di latte, che comprende da 20-22 denti uncinati, che non hanno alcun ufficio nella masticazione e servono solo ad attaccare solidamente il poppante al capezzolo materno anche durante il volo.
Riguardo alla dentatura definitiva, da un massimo di 38 denti con la formula
che troviamo in Myotis, Kerivoula, Natalus e qualche altro genere, si scende a quella di 20 denti e cioè
di Desmodus e Diaemus che sono ematofagi. Fra questi due estremi si hanno una cinquantina di formule corrispondenti a 36, 34, 32, 30, 28, 26, 24 denti, con assoluta preponderanza dei numeri 32, 34, 30; nessun Chirottero ha 22 denti.
L'apertura boccale ha labbra variamente conformate, mobili ed estensibili in molti Megachirotteri, ove raggiungono il massimo in Hypsignathus e fra i Microchirotteri, in grado minore nei Molossidi e in Noctilio. La lingua acquista una notevole lunghezza e protrattilità soprattutto nei Macroglossini e Glossofagini, ove il rivestimento di varie papille corneificate costituisce un organo abrasivo. Le ghiandole salivari sono più sviluppate nelle specie frugivore che nelle insettivore. L'intestino è breve; la sua lunghezza, secondo il regime, corrisponde a 3-4 volte quella del corpo, ma è solo di 1/2 volte in Rhinopoma, esempio unico nei Mammiferi.
I polmoni sono sempre bene sviluppati; la loro forma è in rapporto con quella della cavità toracica, che è imbutiforme nei Megachirotteri, più raccorciata e quasi quadrata nei Microchirotteri. Il polmone destro è sempre più voluminoso del polmone sinistro; nelle grandi specie esso è diviso in quattro lobi, il sinistro in due, ma diminuendo la statura, le divisioni tendono a scomparire.
Riproduzione. - Degli organi della riproduzione ci limitiamo a ricordare che i testicoli dalla cavità addominale passano periodicamente in un sacco cremasterico e il pene è provvisto in molte specie di un osso di forma variabile; le ovaia sono poste in una capsula peritoneale comunicante con la cavità addominale, l'utero può essere doppio, bicorne o semplice, la placenta è discoidale.
L'accoppiamento dei Chirotteri, in Europa, ha luogo in autunno, da settembre a novembre, prima del letargo invernale, ed è ormai accertato che le femmine conservano lo sperma nell'utero durante il periodo del letargo ed è solo nella primavera successiva, quando in marzo-aprile iniziano la loro vita attiva, che ha luogo l'ovulazione e la fecondazione. L'uovo fecondato si fissa nel corno destro dell'utero, la gestazione dura all'incirca due mesi, la nascita ha luogo in maggio-giugno. Si ha una sola generazione all'anno e di regola è partorito un solo piccolo, di rado due. Il neonato ha gli occhi chiusi, ma è completamente sviluppato, e con le unghie del pollice e dei piedi si aggrappa al corpo materno e si fissa con i denti di latte al capezzolo. Le ghiandole mammarie sono due, pettorali, per lo più ascellari. La madre porta seco durante il volo il piccolo e non lo abbandona che dopo 5-6 settimane, quando, avendo raggiunto notevoli dimensioni, basta a sé stesso. In alcune specie le femmine, durante la gestazione e l'allattamento si riuniscono in colonie numerose, dalle quali sono esclusi i maschi.
Abitudini. - I Chirotteri sono essenzialmente crepuscolari o notturni e in Europa solo nella buona stagione essi vivono all'aperto. Durante il giorno rimangono nascosti in ripari semibui, che variano secondo le specie. Talune, come i Rinolofi, anche durante il periodo di attività prediligono grotte, caverne, le vòlte sotterranee delle vecchie costruzioni e simili ambienti; mentre invece i piccoli Pipistrelli (Pipistrellus) frequentano le soffitte, gli interstizî fra le travature, le buche dei muri; i Serotini e i Murini abitano di preferenza le costruzioni elevate, come torri e campanili; le Nottole i vecchi tronchi degli alberi, ove si trovano anche diverse specie di Myotis. Le specie dei paesi caldi frequentano ripari consimili, soprattutto quelli naturali, talora senza che siano molto riparati od oscuri; gli alberi, non solo riuniti in gruppi fitti sì da formare ambienti ombrosi, ma spesso isolati, servono di ricetto a molti pipistrelli dei tropici: così, ad es., si trovano i Pteropus che di giorno stanno appesi con i piedi sui rami orizzontali, riuniti in colonie numerosissime. Non tutte le specie sono socievoli e ancor meno tollerano rappresentanti di specie diverse. I Chirotteri si possono tenere in schiavitù; nei giardini zoologici sono ospiti frequenti le grandi specie di Rossette (Pteropus); tentativi da parte di naturalisti di tenere in schiavitù le specie insettivore nostrali riuscirono più volte, così pure il loro addomesticamento. Il nutrimento dei Pipistrelli nostrali si compone d'insetti, tra i quali il contingente principale è dato dalle farfalle notturne; in ogni caso i Pipistrelli sono voracissimi e cacciano oltre che nei crepuscoli, nelle ore notturne, con pause di riposo secondo la potenza del loro volo; per la grande quantità d'insetti nocivi che distruggono, i Pipistrelli sono da annoverarsi tra gli animali utili all'agricoltura. Nei paesi caldi le specie frugivore, come i Megachirotteri, si nutrono in gran parte di frutta, e quando invadono i frutteti coltivati, facendo talora escursioni notturne di diecine di chilometri, come i Roussettus, arrecano gravi danni; osservatori degni di fede asseriscono che i Pteropus catturano anche piccoli mammiferi, uccelli e perfino pesciolini, che ghermiscono con i piedi a guisa di falchi, volando sugli stagni. Tra i Microchirotteri esotici vi sono forme tipicamente insettivore, le più numerose; altre frugivore (Glossofagini) a regime misto, o anche occasionalmente carnivore (Megadermini). Circa i famigerati vampiri, si è accertato che solo i Desmodontidi aggrediscono gli animali a sangue caldo e gli uomini addormentati per succhiarne il sangue, ma gli effetti prodotti dall'incisione della pelle con gl'incisivi taglienti e dalla perdita del sangue furono grandemente esagerati; riguardo poi a diversi Fillostomini, comunemente detti "vampiri", risulta da esperimenti del Martin che sono specie a regime insettivoro o frugivoro, e solo quando il cibo abituale viene a mancare, aggrediscono piccoli uccelli e mammiferi.
Nei climi temperati, al sopraggiungere del freddo, i Pipistrelli si ritirano spesso, riuniti in gran numero, nei ricoveri naturali per passare l'inverno in letargo, il quale è meno profondo di quello degli altri animali ibernanti e può interrompersi per cause diverse; in Italia non è raro vedere qualche pipistrello uscire all'aperto nelle belle giornate invernali.
La temperatura dei Pipistrelli in letargo è minima, pur variando in rapporto a quella dell'ambiente, ma quando questa scende a 0° si ha un risveglio, che ha probabilmente scopo protettivo, per consentire all'animale di meglio addentrarsi nel suo riparo; la respirazione è quasi sospesa, la circolazione lentissima con 28 pulsazioni al minuto; il sangue venoso attraversa il cuore. Secondo E. L. Trouessart, i Pipistrelli prima del letargo fanno nello stomaco una grande provvista di cibo, per il che la defecazione continua per parecchio tempo e implica momentanei risvegli; in qualche specie il pannicolo adiposo è abbondante prima del letargo e va consumandosi in seguito; si ritiene infine da taluno che allo scarso ricambio provveda la cosiddetta ghiandola del letargo, che d'altronde ha la struttura di un organo adiposo e non secernente.
Distribuzione geografica. - Per lungo tempo si è supposto che la facoltà del volo conferisse ai Pipistrelli un potere dispersivo ben maggiore di quello dei Mammiferi terrestri, ciò in base all'apparente cosmopolitismo di talune specie; alla presenza di Pipistrelli in faune insulari, unici rappresentanti della classe dei Mammiferi; alla supposta possibilità infine di sorpassare le comuni barriere, che limitano il diffondersi delle specie terrestri. Tutto ciò non corrisponde alla stregua dei fatti e pochi esempî basteranno a comprovarlo. Il Rhinolophus ferrum - equinum Schreb. si riteneva, ad es., diffuso nell'Europa, in Asia e nell'Africa; l'Eptesicus serotinus Schr. in tutte le regioni zoogeografiche, salvo l'australiana; il Miniopterus Schreibersi Kuhl nell'Europa meridionale, in Asia, Africa, Madagascar, Filippine e Australia; ora in questi e altri esempî si comprendevano sotto un unico nome più specie con habitat limitato a una data regione. Per le forme insulari, il maggior numero delle specie di Pteropodidi si rivelò composto di forme autoctone, diverse da quelle dei gruppi insulari o continentali vicini e senza che vi siano attualmente immigrazioni. È noto infine che una specie di Pteropus (P. Voeltzkowi Matsch.) vive nell'isola di Pemba, separata da un braccio di mare di 40 miglia dal continente africano, che è la patria degli Epomophorus, ma non si ha esempio di reciproche immigrazioni, sebbene i Ptcropus siano distribuiti in tutte le isole della regione malgascia; anche il Roussettus algyptiacus Geoff. si trova nell'isola di Cipro, oltre che in Siria e in Egitto, ma non nella più vicina Asia Minore. Alla stregna dei fatti, in conclusione, si deve ritenere che anche per i Pipistrelli l'attuale distribuzione geografica sia il risultato di tutti quei fattori da cui in genere dipende la dispersione delle forme terrestri.
I Pipistrelli sono soprattutto numerosi nelle regioni calde; in quelle temperate o fredde la presenza di specie insettivore è in rapporto con quella degl'Insetti.
Se una specie, l'Eptesicus Nilssoni Keys. et Bl., si spinge durante l'estate fino al circolo polare artico, è noto che nessun Pipistrello si trova in Islanda, a S. Elena e nelle Kerguelen; le stesse Galápagos, sotto l'equatore, non ospitano, per la stessa ragione, che una sola specie di Lasiurus; rappresentanti invece di specie frugivore si trovano anche in isole della Polinesia di qualche estensione, fino alle Samoa. Delle principali famiglie, i Pteropodidi, Megadermatidi e Rinolofidi sono esclusivi del Mondo Antico; i Fillostomatidi, Chilonitteridi e Desmodonti del Nuovo Mondo; Vespertilionidi ed Emballonuridi si trovano in entrambi. Dei Pteropodidi, proprî delle regioni tropicali e subtropicali, il genere Pteropus è il più numeroso di specie e ha un habitat vastissimo, che dalla regione malgascia si estende, attraverso la regione orientale, all'australiana fino alle isole Tonga e Samoa nella Polinesia; il suo limite boreale è nelle isole giapponesi Ryū Kyū, quello meridionale è dato dalle coste orientali dell'Australia; dubbia è la sua presenza nella Tasmania; nessun Pteropus si trova nel continente africano, patria invece di tutti gli Epomoforini. Anche il genere Roussettus ha un vasto habitat, che dal continente africano si spinge a oriente fino alle isole Salomone e merita speciale ricordo perché è l'unico Megachirottero che si trova anche nella sottoregione mediterranea.
Ma a questi generi, per non dire d'altri largamente diffusi, si contrappongono altri circoscritti in regioni limitate, come Ptenochirus delle Filippine, Sphaerias dei M. Karin in Birmania, Nesonycteris e Pteralopex delle Salomone, ecc. Tra i Rinolofidi, se il genere Rhinolophus ha un'area che comprende la regione paleartica, dall'Irlanda al Giappone, tutta la regione etiopica, orientale e australiana fino alla Nuova Irlanda, Anthops è solo delle isole Salomone e Rhynonycteris dell'Australia; un esempio di area discontinua è dato da Triaenops, il cui habitat comprende la Persia, l'Africa orientale e il Madagascar. I Fillostomatidi sono proprî delle regioni tropicali e subtropicali dell'America e al nord giungono alle contrade meridionali degli Stati Uniti e alle isole Bahama e anche a S. non oltrepassano il 30° parallelo. I Vespertilionidi, gli Emballonuridi e i Molossidi sono le famiglie estese tanto nel Vecchio quanto nel Nuovo Mondo; nessuna specie è però diffusa in entrambi e pochi sono gli stessi generi, come Myotis, Pipistrellus, Eptesicus e Nyctinomus, i più numerosi di forme; ben maggiore è in tutte e tre le famiglie il numero dei generi limitati a una sola sottoregione.
Classificazione. - Attualmente si conoscono un migliaio circa di Pipistrelli (Chirotteri), che si ripartiscono nei due sottordini: Megachirotteri e Microchirotteri.
Sottordine: Megachiroptera, o Frugivori. - Corona dei denti molari solcata nel mezzo e con cuspidi ottuse; l'omero ha il tubercolo maggiore non articolato con la scapola; il 2° dito è di solito unguicolato; l'orecchio manca di trago e ha il margine esterno che forma un anello completo. I Megachirotteri sono frugivori e abitano il mondo antico. L'unica famiglia, Pteropodidae, suddivisa in 3 sottofamiglie, comprende fra altri il genere Pteropus Briss. con numerose e le più grandi specie di Chirotteri, fra cui il Kalong, P. celaeno Herm., il Badul, P. medius Tem.; Rousettus (o Roussettus) Gray, Epomophorus Benn. (o Hypsignatus Allen), Cynopterus Cuv., Macroglossus Cuv.
Sottordine: Microchiroptera. - Molari con cuspidi acute e solchi trasversali; l'omero ha i tubercoli bene sviluppati e il maggiore articolato con la scapola; il 2° dito è privo di unghia, i margini esterno e interno dell'orecchio non formano un anello completo. Il sottordine si può suddividere nelle 4 seguenti tribù.
Tribù: Rhinolophoidea. - Narici circondate da una foglia nasale o poste all'estremità di un solco longitudinale; 3° dito con due falangi. Sono esclusivi del Mondo Antico e tipicamente insettivori. La famiglia Megadermatidae, suddivisa in due sottofamiglie, ha fra gli altri caratteri l'orecchio provvisto sempre di trago: Nycteris Geoffr., Megaderma Geoffr., Lavia Gray. Nella famiglia Rhinolophidae, del pari suddivisa in due sottofamiglie, il trago è sempre mancante, la foglia nasale è bene sviluppata e può assumere una grande complicazione. Si citano Hipposideros Gray, Asellia Gray, Triaenops Dobs., Rhinolophus Lac.
Tribù: Phyllostomatoidea. - Processi cutanei fogliformi, laminari o a verruca sulla faccia o sul mento; trago sempre presente; 3° dito con tre falangi. Limitati alle regioni calde del Nuovo Mondo. La tribù si può suddividere in tre famiglie; la prima famiglia Phyllostomatidae, con foglia nasale a ferro di lancia più o meno sviluppata, è suddivisibile in tre sottofamiglie, ricche di generi e specie, secondo la forma dei denti molari, la lunghezza del muso e la lingua protrattile o meno, si nutrono d'insetti e di frutti: Phyllostomus Lac., Vampyrus Leach, Hemiderma Gerv.; sono invece eminentemente frugivori: Glossophaga Geoffr., Phyllonycteris Gund, Centurio Gray, Artibeus Leach, Stenoderma Geoffr. La famiglia Chilonycteridae comprende, fra altri, i generi Chilonycteris Gray e Mormops Leach, che non hanno foglia nasale, ma appendici cutanee sul mento, e sono insettivori. La famiglia Desmodontidae consta dei generi Desmodus Wied, Diphylla Spix e Diaemus Mill., i veri vampiri a regime sanguivoro, con incisivi superiori larghi e taglienti, stomaco a forma di cieco.
Tribù: Emballonuroidea. - Muso più o meno troncato obliquamente, senza foglia nasale, 3° dito con due falangi, uropatagio breve, coda in parte libera. Sono insettivori e diffusi nei due emisferi. Famiglia Rhinopomatidae, col solo genere Rhinopoma Geoffr. ben distinto per le due falangi del 2° dito e la lunga coda libera. Famiglia Emballonuridae, caratterizzata dal 2° dito senza falange, suddivisa in due sottofamiglie; comprende i generi: Emballonutra Temm., Saccopteryx Ill., Taphozous Geoffr., Diclidurus Wied. Famiglia Noctilionidae col genere Noctilio L., la cui forma del muso e delle labbra è molto caratteristica; il regime è onnivoro e comprende anche pesciolini e crostacei.
Tribù: Vespertilionoidea. - I tubercoli dell'omero articolati entrambi con la scapola; cuspidi dei molari a W; narici terminali senza appendici cutanee; trago sempre presente. Insettivori e diffusi anche nelle regioni temperate dei due emisferi. Famiglia Vespertilionidae: dito medio con 2 falangi ossificate, ulna rudimentale, membrana interfemorale e coda bene sviluppate. Comprende i generi: Myotis Kaup, Pipistrellus Kaup, Pterygistes Kaup, Eptesicus Raf., Plecotus Geoffr., Miniopterus Bp. La famiglia Natalidae, poco numerosa e limitata all'America intertropicale, ha il 2° dito privo di falange; le 3 sottofamiglie in cui essa si ripartisce prendono i nomi dai generi Natalus Gray, Furipterus Bp., Thyroptera Spix. La famiglia Myzopodidae consta del solo genere Myzopoda M. Ed. Gr. del Madagascar, ben distinto per il disco adesivo del pollice. La famiglia Molossidae, suddivisa in due sottofamiglie: dito medio con tre falangi ossificate, piedi robusti, uropatagio stretto, coda in parte libera; insettivori, abitano i due emisferi: Mystacops Lydd., Molossus Geoffr., Cheiromeles Horsf., Tadarida Lyon. (Nyctinomus Geoffr.).
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