pilorospasmo
Sindrome clinica, detta anche stenosi ipertrofica del piloro, caratterizzata da uno stato di contrattura dei fasci muscolari del piloro con conseguente diminuzione del calibro, talora fino all’occlusione completa, dell’orifizio pilorico. Esiste un p. primitivo, che si osserva in soggetti affetti da distonie neurovegetative a orientamento prevalentemente parasimpatico, attraverso diversi meccanismi patogenetici (via riflessa, gastrosuccorrea con conseguente gastrite antropilorica, ecc.). La sintomatologia clinica è caratterizzata dal ristagno gastrico per la difficoltà o l’impossibilità del transito gastroduodenale. Ne deriva una progressiva dilatazione dello stomaco, con eruttazioni, alito cattivo, pirosi, acidità, dolori più o meno violenti e continui in sede epigastrica e periombelicale e vomito di materiale alimentare in cui sono riconoscibili residui non digeriti. Come conseguenza dell’ipoalimentazione si hanno inoltre disidratazione progressiva, dimagrimento, stitichezza. La terapia si basa, oltre che sulla soppressione della causa determinante, sull’uso di farmaci procinetici, ansiolitici e provvedimenti atti a combattere lo stato di disidratazione e malnutrizione (fleboclisi glucosate, alimentazione parenterale, ecc.). In taluni casi la cura è operatoria.
Particolare forma di p., quasi sempre primitivo, che colpisce i neonati nelle prime settimane di vita. È dovuto a un’iperestesia della mucosa antropilorica, con conseguente squilibrio sensitivo-motorio, a patogenesi non chiara. Si manifesta sin dai primi giorni di vita e presenta evoluzione variabile nello stesso soggetto. È la causa del cosiddetto vomito abituale del lattante, un vomito di latte solo parzialmente digerito, che si verifica nella prima ora dopo la poppata. Nei casi che non si giovano degli antispastici, si ricorre generalm. alla pilorotomia extramucosa.