pillola abortiva
pìllola abortiva locuz. sost. f. – Farmaco steroide, mifepristone, utilizzabile per indurre aborto (aborto chimico) entro i primi due mesi di gravidanza. È un farmaco di grande rilevanza sociale perché, rispetto ad altri metodi abortivi, non obbliga la donna a interventi chirurgici. La sua molecola svolge un’azione steroidea antiprogestinica e agisce direttamente sui recettori progestinici, particolarmente a livello uterino. Essendo il progesterone un ormone che ha il compito di assicurare il proseguimento della gravidanza dopo la fecondazione, quando si ottiene il blocco della funzione progestinica si inibisce lo sviluppo dell’embrione e se ne induce il distacco e l’eliminazione con la mucosa uterina, sostanzialmente in modo non dissimile da quanto si osserva nel corso delle mestruazioni. L’azione del farmaco può essere integrata con la somministrazione, di solito a 48 ore, di una prostaglandina che sia in grado di stimolare le contrazioni dell’utero e quindi faciliti l’eliminazione di mucosa ed embrione. In Italia, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (2009), la p. a. ha avuto l’autorizzazione definitiva all’immissione in commercio; tuttavia la sua somministrazione può avvenire soltanto in una struttura ospedaliera e la donna deve rimanere ricoverata dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla verifica dell’espulsione del prodotto del concepimento.