TACCA, Pietro
Scultore e fonditore in bronzo, nato a Carrara nel 1577 e morto a Firenze il 26 ottobre 1640. Fu il più geniale assertore della tradizione del suo maestro Giambologna, la cui arte continuò in pieno Seicento, e l'artista toscano più poderoso dell'epoca. Quindicenne si recò a Firenze, dove si stabilì definitivamente. Nel 1609 fu nominato statuario del granduca, succedendo al Giambologna, di cui terminò varie opere rimaste incompiute, tra le quali i monumenti equestri a Enrico IV re di Francia e a Ferdinando I in Firenze. Nel 1617 eseguì e allestì la base per il monumento a Ferdinando I in Livorno, opera di Giovanni Bandini, e vi aggiunse poi i "Quattro mori" in bronzo (le due statue anteriori nel 1623, le due posteriori nel 1625): figure poderose di schiavi neri incatenati, d'ispirazione michelangiolesca, ma raggruppate e mosse con gusto barocco (vedi livorno, XXI, p. 337). Il lavoro che gli diede maggior fama è il grandioso monumento equestre (1634-40), in bronzo, a Filippo IV re di Spagna - grande quattro volte il naturale - il cui cavallo, nell'atto d'impennarsi, si sorregge soltanto sulle zampe posteriori e sulla coda che scende fin sulla base. Questo monumento, terminato dall'artista pochi mesi prima della sua morte, domina nel centro della Piazza d' Oriente a Madrid. Per effigiare il monarca, il T. si valse di due dipinti a olio di Rubens. Della feconda produzione dell'artista carrarese segnaliamo ancora: i lavori ordinatigli dai Medici per la cappella di S. Lorenzo; le quattro statue di angeli e di evangelisti nella chiesa della SS. Annunziata in Firenze; e, per la piazza omonima, le due belle fontane. In questi soggetti decorativi egli riafferma il gusto fiorentino e la tradizione del Giambologna. Lavorò, inoltre, insieme con altri, alle porte di sinistra del duomo di Pisa; eseguì ritratti in cere colorate (busto di Cosimo II) ed ebbe pure buona pratica di architettura. Tra i numerosi suoi allievi ricordiamo: Ludovico Salvetti, Bartolommeo Cennini, Cosimo di Luigi Cappelli, Bartolommeo Salvini, Francesco Maria Bandini. Il figlio Ferdinando, suo diretto collaboratore (nato a Firenze l'8 ottobre 1619 e ivi morto il 24 febbraio 1686), fu scultore e architetto. Mentre si era recato in Spagna a collocare la statua equestre di Filippo IV per incarico del granduca di Toscana, seppe la notizia della morte del padre. Rimase allora fuori di Firenze per due anni, e al ritorno si fece confermare l'ufficio fino all'ultimo tenuto dal padre, e attese a terminare varie sue opere rimaste incompiute, tra cui la colossale statua di Ferdinando I per uno dei sepolcri di S. Lorenzo; e ne eseguì molte altre nuove in bronzo. Tra i lavori migliori di Ferdinando ricordiamo: il crocefisso bronzeo sull'altare maggiore della cattedrale e il putto sulla fonte di Piazza del comune di Prato; il crocefisso nel duomo di Pietrasanta; il tabernacolo sull'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni in Livorno. Buona fama ebbe anche come autore di disegni per apparati, per macchine e per fabbriche.
Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, ecc., Firenze 1681 segg., IV; C. Campori, Memorie biogr. degli scultori nati a Carrara, Modena 1873, pag. 234 segg.; A. E. Brinkmann, Barockskulptur, Berlino 1920; id., Barok-Bozzetti, Francoforte 1923; id., Platz u. Monument, Berlino 1923; E. Lewy, P. Tacca. Ein Beitrag zur Geschichte der florentiner Skulptur, Colonia 1928; E. S. Bianchi, in Riv. d'arte, XI (1929), pp. 581-589.