DESANI, Pietro
Nacque il 17 nov. 1595 a Bologna da Alberto e Donna Emilia; il 19 dello stesso mese fu battezzato nella parrocchia dei Ss. Naborre e Felice (Monducci-Pirondini, 1977). Secondo il Malvasia (1678, p. 84), il D., mostrando inclinazione alla pittura, venne posto dal padre presso Lionello Spada, al seguito del quale si recò a Parma tra il 1612 ed il 1614 circa. È probabile che il giovane si trasferisse poi a Reggio Emilia quando il maestro vi si recò (novembre 1614) per lavorare agli affreschi della basilica della Ghiara.
Il Malvasia sembra affermare inoltre che il D. rimase a Reggio a partire da questa data in maniera definitiva, mentre una serie di considerazioni di ordine stilistico e di cronaca inducono a ritenere avvenuto il rientro a Bologna intorno al 1617, quando lo Spada terminò gli affreschi della Ghiara, se pure il D. non l'aveva già preceduto nel ritorno in patria.
Le prime opere note del D., tutte bolognesi - affresco con S. Rocco che risana il cardinale Brettone (oratorio di S. Rocco, 1615-1620 c.); tre lunette nel portico esterno di S.Francesco con gli episodi della vita di s. Antonio da Padova (il Cuore dell'avaro defunto, la Canonizzazione di s. Antonio ed il Miracolo del piede riattaccato;1620 c.) - assai più che dallo Spada risultano influenzate da Ludovico Carracci, da Giacomo Cavedoni e dal giovane Guercino: una simile cultura artistica presuppone senz'altro qualche anno di attività e di studio nella Bologna del quarto lustro del secolo. Sappiamo inoltre che il D. ottenne la cittadinanza reggiana il 29 nov. 1628 (Monducci-Pirondini, 1977), cioè dopo i cinque anni consecutivi di soggiorno prescritti dalle leggi comunali in merito; se ne deduce quindi che dovette stabilirsi a Reggio definitivamente solo intorno al 1623. Qui "aperse stanza nel palagio del Signor Girolamo Casotti" (Malvasia, 1678, p. 84) che lo favorì facendogli ottenere tra l'altro dal cognato Annibale Manfredi la commissione degli affreschi con le Storie di Enea (perduti) per la sua casa. La prima attività in loco rimane sostanzialmente fedele agli antefatti bolognesi (cinque tele e otto riquadri affrescati con le Storie dei ss. Crispino e Crispiniano, basilica di S. Prospero), pur cedendo in qualche caso a repentine cadute di qualità come nella Madonna del Rosario della parrocchiale di Prato Fontana (Reggio Emilia).
È comunque il consistente numero di opere inviate dal Barbieri a Reggio, a partire dal 1625, ad orientare in maniera decisamente guercinesca le scelte ancora oscillanti del D.; infatti le tele per S. Pietro (S. Michele arcangelo e il Martirio di s. Lucia) databili al 1627, come già quella ora in S. Agostino (Martirio di s. Lorenzo), denotano una piena aderenza ai dettati del centese, seppur tradotti in termini più morfologici che sostanziali. Appartengono a questo momento, sicuramente il più felice dell'artista, anche la Lapidazione di s. Stefano (ora ai cappuccini di Reggio), la Vergine della Ghiara e tre santi (Cavezzoli, parrocchiale) e il bel Sansone di collezione privata (Pirondini, 1986).
Le caratteristiche dello stile del D. si dispiegano nel disegno ampio ed esuberante, nel colorismo a macchia guercinesco, nel moto che anima la sovrabbondanza delle vesti.
Il ritmo delle commissioni aumentò, indice del pieno favore incontrato localmente nel momento in cui, diradatasi la presenza di artisti forestieri e di apporti esterni, morto (o andatosene) C. Gavassetti nella primavera del '30, il D. rimase pressoché privo di concorrenza.
Intorno al 1630-31 eseguì l'Assunta coi ss. Martino e Rocco, la prima delle due pale per la chiesa di S. Maurizio (conimissionatagli da Annibale Manfredi), mentre la seconda, Madonna del Rosario e santi, venne realizzata più tardi (verso la fine del '33 o all'inizio del '34) per i confratelli del Ss.mo Rosario. Si può circoscrivere a questi anni anche un Martirio di s. Lorenzo passato senza attribuzione sul mercato antiquario (VIII Mostra mercato nazionale dell'antiquariato Città di Todi [catal., galleria Benedetti], Roma 1976). Nel 1631 la Comunità di Reggio pagò il D. per l'esecuzione di quattro stemmi ad olio sulle drappelle delle trombe di una compagnia non meglio identificata (Monducci-Pirondini, 1977); il pittore si prestò anche in seguito ad eseguire simili incarichi: nel 1633, ad esempio, dipinse un S. Prospero e le insegne della Comunità sul palio per il vincitore dell'annuale corsa di cavalli (ibid.). In quello stesso anno ottenne la commissione ben più prestigiosa dal grande quadro della Resurrezione di Laura da Correggio per la basilica della Ghiara (Baldi, 1896, p. 90); nel '34 l'amministrazione del Monte di pietà di Reggio deliberò il pagamento per il quadro con il Miracolo di s. Antonio della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano (ora nella parrocchiale di Onfiano; cfr. Monducci-Pirondini, 1977); nel 1637 il pittore attese all'esecuzione della tela con S. Vincenzo Ferreri per la cappella della Pia Casa della carità in S. Domenico (ibid.): se ancora nel quadrone della Ghiara si colgono i tratti di una certa robustezza narrativa, le opere successive danno conto di quel progressivo cedimento all'ordine, al decoro, al tranquillo e onesto mestiere che assume da ora in poi la produzione del Desani.
Negli anni seguenti il D. fu prevalentemente occupato in imprese decorative cittadine, ora perdute.
Per S. Domenico (1637-40) eseguì due episodi della Vita di s. Vincenzo Ferreri; al 1640 si datano le Storie del Vecchio Testamento per l'oratorio della Concezione; al 1541 quelle della Vita di s. Maurizio nell'abside dell'omonima chiesa (ibid.).
Nel 1642 il pittore terminò la decorazione della cappella Calcagni-Casotti alla Ghiara iniziata nel marzo dello stesso anno (Artioli-Monducci, 1970) dove le Virtù, le Figure allegoriche degli Ordini religiosi e gli Evangelisti sono chiaramente desunte dallo Spada, ma in cui tuttavia, al di là del recupero di esperienze giovanili, si notano repentine cadute di tono ed un'esecuzione affrettata e a volte sciatta. È probabilmente a seguito della intensa attività di questi anni che gli giunse il cavalierato da parte di mons. A. Gonzaga arcivescovo di Rodi (Malvasia, 1678, p. 85). Nel 1645 il D. eseguì, sempre a Reggio, per la chiesa del Corpus Domini le due pale commissionategli dal conte Carlo Bianchetti con la Vergine e le ss. Barbara e Caterina che mostrano l'immagine di s. Domenico e il Crocefisso con la Vergine, s. Giovanni e la Maddalena (entrambe ora in S. Domenico: Malvasia, 1678; cfr. anche Monducci-Pirondini, 1977). Degli stessi anni è la pala con la Madonna del Rosario e santi di Sesso (parrocchiale di S. Maria Assunta). Con la Decollazione del Battista, dipinta per l'oratorio della Confraternita dell'Invenzione della Croce in capo alla Ghiara (ora nella basilica di S. Prospero), il D. recuperava timbro e robustezza e, per lo schema iconografico, si riallacciava al perduto Martirio di s. Giacomo che il Guercino aveva dipinto vent'anni prima per la cappella Prini in S. Pietro: si tratta comunque di una impennata temporanea. Ancora per la Ghiara, nel 1647 terminò la pala con il Miracolo di Domenico Carattieri (Baldi, 1896, p. 104); riferibile al periodo tardo dell'artista bolognese è il dipinto in origine nella cappella Geminelli al Carmine (Beata Vergine col Bambino e ss. Giovanni e Alberto), ora nella parrocchiale di Campegine. Nel 1653 era impegnato nell'esecuzione di alcune figure (perdute) per la Confraternita della Concezione in occasione della Pasqua (Monducci-Pirondini, 1977).
Assai considerevole dovette essere anche la sua produzione di destinazione privata se il Malvasia (1678, p. 85) annota che il D. era "facilissimo a compiacer tutti, anche senza interesse, o almeno ad ogni prezzo, non essendovi perciò, per così dire, in Reggio casa che di sua mano qualche pezzo non possegga".
Il D. morì il 14 sett. 1657 a Reggio Emilia nella sua abitazione sita nella vicinia di S. Zenone e fu sepolto nella basilica della Ghiara (Monducci-Pirondini, 1977).
Tra i suoi allievi ricordiamo, oltre all'unico figlio, Pietro Giovanni, avuto dalla moglie Ortensia Giglioli nel 1639 (ibid.), che seguì con scarsi risultati la professione del padre, Girolamo Massarini e Orazio Talami.
Fonti e Bibl.: Reggio Emilia, Bibl. municip., Mss. Regg. C. 280: P. Fontanesi, Descrizione delle pitture e sculture esistenti nelle chiese della città di Reggio di Lombardia nell'anno 1782, cc. 1, 10, 13, 17 s., 28, 32, 37, 47, 49; Ibid., Mss. Regg. B 453: P. Fantuzzi, Pitture delle chiese di Reggio nel 1860, cc. 10, 14, 16; C. C. Malvasia, Le pitture di Bologna [1668], a cura di A. Emiliani, Bologna 1969, pp. 90, 95; Id., Felsina pittrice [1678], Bologna 1841, II, pp. 84 s.; Scritti originali del conte Carlo Cesare Malvasia spettanti alla sua Felsina pittrice, a cura di L. Marzocchi, Bologna 1983, pp. 67-75; G. Bianconi, Guida del forestiero per la città di Bologna e i suoi sobborghi, Bologna 1835, pp. 54, 57; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negliStati estensi, Modena 1855, pp. 181-184; A. Baldi, L'arte nel tempio della Beata Vergine della Ghiara in Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1896, pp. 90, 104; F. Fabbi, Guida di Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1962, pp. 27 s., 73, 105, 127, 130, 191, 202, 276; A. Ghidiglia Quintavalle, Arte in Emilia, II, Parma 1962, pp. 112 s.; W. Ferrari, Un pittore sconosciuto della scuola bolognese del '600: P.D., in Emilia storica letteraria, II (1965), I, pp. 13-19; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1968, pp. 172, 179 s.; N. Artioli-E. Monducci, Gli affreschi della Ghiara in Reggio Emilia, Reggio Emilia-Milano 1970, pp. 117 ss., 187, 190; G. Berti-M. Pirondini, in Un santuario e una città (catal.), Reggio Emilia 1974, pp. 146 s., 151; E. Monducci-V. Nironi, Arte e storia nelle chiese reggiane scomparse, Reggio Emilia 1976, pp. 35, 53, 55, 62, 69, 114; E. Monducci-M. Pirondini, P. D. (1595-1657) (catal.), Reggio Emilia 1977; L. Ficacci, Incidenze del Guercino negli Stati estensi, in Frescobaldi e il suo tempo (catal.), Ferrara 1983, pp. 156 s.; M. Pirondini, Postille alle mostre di Franchi e D., in Reggio storia, VII (1984), 24-25, pp. 14-18; Id., P. D., in L'arte degli Estensi, Modena 1986, pp. 217 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 103.