CIAFFERI, Pietro
Nulla si sa della vita di questo pittore, disegnatore e incisore, attivo nella prima metà del sec. XVII; né si hanno notizie della famiglia. Certo non fu figlio di Agostino Tassi, come suppone il Thieme-Becker, che trae la notizia dal Gualandi e giustificarla documentariamente. È comunque probabile che il C. fosse nato a Pisa come asseriscono talune fonti (Titi, Da Morrona), dove si trovano opere sue (Museo nazionale). È ricordato ancora a Livorno, anche se lo scambio, fin nel soprannome di "Smargiasso", con Agostino Tassi, può aver provocato equivoci anche nelle attribuzioni. In realtà, le notizie sul C. sembrano sovrapporsi a quelle dell'attività livornese del Tassi; infatti è attribuita anche a lui un'attività di decoratore di facciate di edifici con rappresentazioni di scene marinare che furono una particolarità del Tassi, così come lo si ricorda, ancora in analogia col Tassi, come pittore di prospettive in quadri da cavalletto (ma nessuna opera di questo tipo che gli si possa attribuire anche solo sulla base dello stile è giunta fino a noi).
Una sua attività di incisore, che ci viene attestata dal Da Morrona, è ancora da rintracciare.
La ricostruzione della personalità pittorica del C. si basa su due dipinti, uno dei quali siglato, l'altro datato 1650, rappresentanti scene di battaglie navali, entrati in questo secolo a far parte del Museo nazionale di Pisa (Carli, 1974, p. 110). Ad essi si possono aggiungere soltanto altri due quadri analoghi nel Museo Bardini di Firenze, provenienti dalla collezione Corsi (Chiarini, 1972). Lo stile dei quadri, molto calligrafico e descrittivo, rimanda nei soggetti e nella scelta dei colori ad Agostino Tassi e a Filippo Napoletano, entrambi più noti divulgatori di un genere nato nei primi decenni del Seicento tra Firenze, Livorno e Genova. A questi quattro quadri si può aggiungere la tela appartenente alla Galleria di palazzo Pitti, siglata dal C., fedele derivazione dall'inchione rappresentante Cristo mostrato al popolo di Jacques Callot: un'ulteriore indicazione del tipo di formazione culturale dell'artista. Di altri quadri, del C. ricordati dal Medici nel catalogo della Galleria Corsini di Firenze (1886) e dal Buscaroli nei musei di Pisa e Livorno non si è trovata traccia. Piuttosto consistente, invece, un gruppo di disegni a penna che è stato possibile restituire al C., sulla base di uno siglato: si trovano quasi tutti al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, attribuiti in passato, per via della loro tecnica, ai Parigi o al Cantagallina (Chiarini, 1972, e 1973; Thiem, 1977).
Dalle date apposte a sue opere e da quanto ci dicono le fonti, si può ipotizzare che l'attività del C. si svolse prevalentemente intorno alla metà del secolo in uno stile ancora manieristico e che nulla riflette della corrente naturalistica operante soprattutto a Roma, derivando da Agostino Tassi e Filippo Napoletano una tipologia compositiva che in lui è tuttavia schematizzata in formule facili, non prive comunque di una loro attrattiva.
Bibl.: P. Titi, Guida... di Pisa, Pisa, 1751, pp. 330 s.; A. Da Morrona, Pisa illustrata, Pisa 1792, II, p. 302; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, p. 187; M. Gualandi, Nuova raccolta di lettere, I, Bologna 1844, p. 312; S. Ticozzi, Diz. di architetti, scultori e pittori, I, Milano 1830, p. 325; G. Piombanti, Guida... di Livorno, Livorno 1887, p. 49; U. Medici. Catal. della Galleria dei principi Corsini, Firenze 1886, pp. 29, 36, 375, 398; R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 332 s.; A. I. Rusconi, La Galleria Pitti, Roma 1937, p. 93, n. 448; E. Knab, Jacques Callot und sein Kreis (catal.), Wien 1968, p. 244; M. Chiarini, Artisti alla corte granducale (catal.), Firenze 1969, p. 22, n. 23; Id., P. C., lo "Smargiasso", in Antichità viva. XI(1972), 2, pp. 31-34; Id., Disegni ital. di paesaggio, 1600-1750, Treviso 1972, pp. 33 s.; Id., Disegni ital. di paesaggio del Seicento e Settecento, Gab. Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze 1973. p. 39; E. Carli, Il Museo di Pisa, Pisa, 1974, p. 110, n. 121; C. Thiem, Florentiner Zeichner des Frühbarock, München 1977, p. 355; T. Pugliatti, Agostino Tassi..., Roma 1977, p. 18; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 557